La fabbrica Fca di Melfi che produce Jeep Renegade e Fiat 500X

A Melfi si lavorerà anche la domenica
ma con salari oltre quota 2.000 euro

di Diodato Pirone
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Le assunzioni alla Fiat di Melfi sono una sorpresa soprattutto per chi nei mesi scorsi non ha voluto vedere i segnali di vitalità delle fabbriche Fiat.
A Grugliasco, dove l’anno scorso sono state assemblate 36.100 Maserati, gli operai riceveranno un premio di 300 euro con la busta paga di gennaio. Alla VM di Cento sono appena scattate 50 assunzioni a tre mesi per aumentare la produzione del motore diesel V6 che in America va come i panini. Nella fabbrica del furgone Ducato, in Abruzzo, sono appena stati chiesti tre sabati di straordinario. Melfi poi, dove è appena partita la produzione dei due minisuv Jeep Renegade e Fiat 500X, da mesi fumava come un vulcano spento solo in superficie.

A marzo 2014 gli operai di quella fabbrica conquistarono le prime pagine sull’onda di un video che li riprendeva mentre ballavano in fabbrica sulle note di Happy. La clip fu premiata da centinaia di migliaia di contatti ma scatenò furibonde polemiche: cos’avesse da ballare gente massacrata dalla cassaintegrazione risultava un mistero. A squarciarlo ci ha pensato ieri l’annuncio firmato da Sergio Marchionne e John Elkann di 1.000 nuove assunzioni in quello che sarà lo stabilimento d’auto più grande d’Italia poiché si avvia a sfornare ben 300 mila suv l’anno.

Un progetto del genere richiede una preparazione gigantesca e quel ballo era tecnicamente uno dei passaggi della fase di “team building” (costruzione della squadra) che oggi viene giudicata essenziale per il successo di un prodotto complesso qual è un’automobile ad alto valore aggiunto ma era soprattutto un messaggio culturale agli italiani. Quel ballo raccontava questa storia: In Italia – secondo paese manifatturiero d’Europa - esiste un popolo delle fabbriche attivo, non rassegnato, deciso a ribadire che il lavoro italiano non è secondo a nessuno nel mondo.

Per questo Melfi ha inanellato nei mesi scorsi parecchi primati rimasti sconosciuti al grande pubblico. Ad esempio, è la prima grande fabbrica italiana dove la progettazione della linea di montaggio è stata eseguita assieme da gruppi di operai e dagli ingegneri. Questo ha determinato un miglioramento verticale delle condizioni di lavoro e forti risparmi sul costo del lavoro. Ancora: in ogni stazione di montaggio è istallato un computer con il quale gli operai “dialogano” firmando proposte di modifica dei processi di lavorazione esattamente come se fossero impiegati. Non è un caso che i nuovi assunti - 300 dei quali inizieranno a lavorare lunedì - saranno tutti diplomati e dovranno dimostrare d'aver ottenuto almeno 85 punti all'esame di maturità.

Con le nuove assunzioni, però, per la fabbrica lucana scatta una fase completamente nuova. Fiat Chrysler ha chiesto che lo stabilimento lavori 24 ore al giorno per quasi tutto l’anno. Un po’ come avviene in un paio di grandi impianti della Jeep negli Stati Uniti in Michigan e in Ohio. Una richiesta che ha in sé una grande novità positiva: le buste paga dei quasi 7.000 dipendenti aumenteranno di 300/350 euro netti al mese. Molti operai di terzo livello supereranno i duemila euro netti al mese secondo i sindacati firmatari del contratto Fiat. Uno stipendio decisamente più alto della media di quelli meridionali. Sull’altro piatto della bilancia si lavorerà moltissimo e sarà cambiato anche l’orario.

Da domani a Melfi si ricomincia a trattare.

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Lunedì 12 Gennaio 2015 - Ultimo aggiornamento: 14-01-2015 19:03