Un parco auto

Mercato auto in caduta libera: -27,9% immatricolazioni in Italia nel 2020. A dicembre -15%. Vendite tornate a livello anni '70

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TORINO - Il mercato italiano dell’auto chiude il 2020 in rosso. Nell’intero anno le immatricolazioni - secondo i dati del ministero dei Trasporti - sono state 1.381.496, il 27,93% in meno del 2019. A dicembre sono state immatricolate 119.454 auto con un calo del 14,95% rispetto allo stesso mese del 2019. Il gruppo Fca ha immatricolato 331.120 auto in Italia nel 2020, il 26,76% in meno del 2019. La quota è pari al 23,97% a fronte del 23,58% (+0,38%). A dicembre la immatricolazioni del gruppo sono state 31.369, in crescita dell’1,11% rispetto allo stesso mese del 2019. La quota è cresciuta del 4,17% dal 22,09% al 26,26%. Chiude «in profondo rosso» il mercato automobilistico nel 2020. «a livello degli anni ‘70 del secolo scorso». Lo sottolinea il Centro Studi Promotor. «Il risultato - spiega - sarebbe stato decisamente peggiore se non vi fosse stato il pacchetto Benamati che, per la seconda metà dell’anno, ha previsto incentivi anche per le auto ad alimentazione tradizionale con emissioni di CO2 non superiori a 110 gr/km.

Le prospettive per il 2021 sono legate all’andamento della pandemia, che non sembra lasciare spazio a eccessivo ottimismo». Il 49% dei concessionari interpellati dal Centro Studi Promotor si attende per il prossimo anno immatricolazioni sui livelli del 2020, mentre gli altri concessionari si dividono equamente tra ottimisti e pessimisti. Il fatturato delle immatricolazioni di auto in Italia, secondo le stime del Csp, ha subito una contrazione di 12,17 miliardi rispetto al 2019, mentre il gettito Iva è calato di 9,97 miliardi. «Un altro anno come il 2020 avrebbe effetti catastrofici. Per evitarlo sarebbe necessario rifinanziare gli incentivi varati per il 2021, che se la pandemia non imporrà nuovi lockdown potrebbero rimanere senza fondi nel primo semestre dell’anno, ma soprattutto - secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor - bisognerebbe adottare provvedimenti di carattere strutturale, come il grande piano varato con il Superbonus 110% per la riqualificazione del patrimonio immobiliare.

“Archiviamo il 2020 come l’anno più difficile del dopoguerra per il nostro settore – ha dichiarato il Presidente di ANFIA Paolo Scudieri – ma guardiamo al 2021 con fiducia, grazie alle misure entrate in vigore con l’inizio del nuovo anno, su cui c’è stata intesa tra tutte le forze politiche, e che, oltre a sostenere la domanda, favoriranno la ripartenza della produzione industriale di autoveicoli e componenti a beneficio dell’intera filiera automotive, con ricadute positive sui livelli occupazionali e sugli investimenti per la transizione green e digitale. Per la prima volta dall’inizio della pandemia e dopo ripetute richieste, la manovra ha finalmente incluso anche un intervento a supporto della ripresa del mercato dei veicoli commerciali leggeri, introducendo contributi all’acquisto di nuovi mezzi differenziati in base alla massa totale a terra, all’alimentazione e all’eventuale rottamazione del vecchio veicolo. Si tratta di un segnale importante per un comparto che rappresenta una parte considerevole della nostra filiera produttiva e che nel 2020 ha confermato la sua strategicità per una logistica delle merci efficiente fino all’ultimo miglio, anche nelle condizioni eccezionali che abbiamo vissuto e che hanno dato un’ulteriore spinta al commercio elettronico”.

Secondo Adolfo De Stefani Cosentino, Presidente di FEDERAUTO “I dati di dicembre mostrano la realtà del mercato auto in epoca Covid-19: senza incentivi la propensione agli acquisti si riduce drasticamente, mettendo in crisi una intera filiera, la filiera che più incide sulla crescita economica del Paese. L’Automotive italiano chiude il 2020 con tutti i numeri in rosso: mercato, fatturato, profitti sono tutti espressione di un anno disastroso che, purtroppo ricorderemo a lungo. Fintanto che non saremo certi di essere usciti dalla pandemia, la sopravvivenza delle aziende e dei posti di lavoro resteranno sospese nell’incertezza. Grazie alla volontà bipartisan del Parlamento il 2021 parte sulla spinta delle nuove misure della Legge di Bilancio, recependo in larga misura le richieste delle nostre Associazioni, ma il lavoro da fare non è certamente esaurito perché il Recovery fund sarà la sfida in cui il nostro impegno comune sarà ancora determinante per trasformare l’incertezza in nuove opportunità di crescita del mercato”.

Il Presidente di UNRAE Michele Crisci ha commentato: “Il Parlamento recepisce, in larga parte, quanto da noi auspicato e riconosce l’importanza degli incentivi pubblici per l’acquisto di autovetture nuove in sostituzione di mezzi fortemente inquinanti. Si tratta di un investimento i cui benefici vanno a vantaggio dell’occupazione, dell’ambiente e di uno dei settori industriali che più contribuisce al PIL del Paese. È un grande risultato per il quale abbiamo lavorato con convinzione in questi mesi, ottenendo l’approvazione unanime del Parlamento che ha compreso la rilevanza economica del settore. Per noi è un passo avanti, dal quale bisogna partire per lavorare insieme ai decisori politici a una nuova stagione della mobilità. Il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) non potrà prescindere dall’auto e dalle innovazioni alle quali da tempo lavorano i costruttori, senza dimenticare le necessarie infrastrutture pubbliche idonee ad agevolare la diffusione di nuove tipologie di vetture. Inoltre, al fine di non perdere competitività con le concorrenti imprese europee, che godono di particolari agevolazioni fiscali, auspichiamo che in Italia possa finalmente essere rivisto il sistema di detraibilità e deducibilità per i veicoli aziendali.”

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Lunedì 4 Gennaio 2021 - Ultimo aggiornamento: 08-01-2021 10:32 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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