La Fiat Panda resta l'auto più venduta nel nostro paese

Mercato dell'auto in picchiata
A giugno nuovo crollo: -24%

di Nicola Desiderio
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ROMA - L’auto chiude il primo semestre con 128.388 immatricolazioni a giugno, pari a quelle registrate nel 1979, che vogliono dire un calo del 24,4% portando il risultato complessivo dei primi sei mesi a -19,7%. Un quadro che non fa presagire niente di migliore per la seconda metà dell’anno, visto che gli ordini hanno registrato un calo del 32% solo a giugno e del 22% dall’inizio del 2012. Certo hanno pesato ulteriormente le scadenze fiscali come l’Imu, il caro benzina pur se alleggerito, ma il quadro che si profila è ancora più fosco visto che all’orizzonte ci sono altre due rate e la minaccia dell’aumento dell’IVA e il mercato appare totalmente insensibile alle enormi e costose campagne messe in campo dalle case. Tutto insomma lascia pensare che il mercato complessivo si attesterà alla fine dell’anno a 1,4 milioni.

B come baricentro. Giugno conferma le tendenze emerse nei primi sei mesi: diminuzione netta dell’acquisto da parte delle famiglie che raggiungono il 63% in totale – ma anche noleggio e società calano in termini assoluti – e ritorno al gas con una percentuale dell’11% delle immatricolazioni. Le auto a benzina flettono del 29,5% attestandosi al 34,7% del totale e il diesel è al 53,9%. Netto anche il calo dei segmenti E ed F, rispettivamente del 28,6% e del 38% a fronte invece di una crescita del segmento D dell’1,2%. Il segmento A vede la sua penetrazione crescere di quasi un punto, mentre quasi di altrettanto scende il segmento B che con il 38% si conferma di gran lunga quello baricentrico del mercato.

Vincono crossover e coreane.
Andando a vedere le carrozzerie, calano tutte a favore dei piccoli e grandi monovolume, ma soprattutto dei crossover che passano dal 6,3% all’8,3% del totale. I fuoristrada rimangono invece pressoché costanti. La Fiat Panda con 65.317 unità è il modello più venduto, seguito da Punto, Lancia Ypsilon e Fiat 500. La Ford Fiesta al quinto posto è il modello straniero più gettonato. Il gruppo Fiat rimane a un soffio dal 30% mantenendo in sostanza la propria quota, l’accrescono leggermente i raggruppamento sotto gli ombrelli Volkswagen, PSA Peugeot-Citroen e Renault. Perdono in maniera lieve General Motors, Toyota e Nissan mentre lo fanno più massicciamente, ma non troppo, Daimler e BMW. Chi invece va come un treno sono i coreani: Hyundai cresce del 6,4%, Kia addirittura del 47,2% portando le rispettive quote a 3,1% e 1,7%.

Il fisco ci guadagna? No! In tutto questo pesano ovviamente quei fattori fiscali che avrebbero dovuto succhiare dall’auto 8,7 miliardi di gettito e invece hanno causato l’effetto opposto. Secondo l’Unrae infatti il gettito IVA è stato di 1,25 miliardi di euro inferiore che diventeranno 2,3 a fine anno, 65 sono i milioni di IPT in meno che diventeranno 100 in totale a dicembre. Lo stato prevedeva invece di incassarne 400 in più. Questo è il risultato di un mercato che con 814.179 unità ne ha perse 200mila rispetto allo scorso anno. E anche l’usato, fonte di gettito per le casse statali, langue: 2.121.377 trasferimenti di proprietà con un calo dell’11,7%. Unrae insieme al Centro Studi Promotor non possono che sottolineare l’effetto delle manovre messe in atto dal governo Monti che non deprimono solo il mondo dell’automobile, ma anche le casse dello stato proprio in virtù della grande importanza che l’automobile ha per il settore manifatturiero e quello dei servizi nel nostro paese. L’unico potenziale fattore positivo che potrebbe riportare fiducia nei consumatori – secondo la Promotor – potrebbe essere costituito dal calo degli interessi frutto dei recenti risultati politici del governo Monti presso i partner europei, ma poco accadrà se non ci saranno misure di reale sostegno ai consumi.

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Lunedì 2 Luglio 2012 - Ultimo aggiornamento: 04-07-2012 13:09 | © RIPRODUZIONE RISERVATA