La Land Rover Evoque. La casa britannica è quella che ha venduto meglio nell'ultimo mese: più 61,4% rispetto al 2011

Mercato europeo dell'auto, frena il crollo
1,7% a giugno, l'Italia resta maglia nera

di Sergio Troise
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NAPOLI - Stati Uniti +22,1%, Brasile +18,7%, Cina +9,9%, India +9,8%, Giappone + 40%. Sono i dati entusiasmanti del mercato auto registrati a giugno nel resto del mondo, in netto contrasto con quelli dell’Europa, dove le vendite continuano a diminuire a ritmo costante, soprattutto nell’area Euro. Nubi sempre più scure si addensano dunque sulle fabbriche, il rischio chiusura di stabilimenti produttivi in Italia e in Francia si fa sempre più forte, con grave pregiudizio per l’occupazione e la pace sociale.

Sei mesi da brivido.
L’allarme, l’ennesimo, è arrivato con i dati diffusi dall’Acea sulle vendite di giugno e sul consuntivo dei primi sei mesi: un disastro. Con 1.254.052 immatricolazioni nell’Unione Europea e nei tre Paesi dell’Efta (Irlanda, Norvegia e Svizzera) il mercato continentale ha registrato un calo dell’1,7%, mentre il consunitivo dei primi sei mesi dell’anno, con 6.896.348 immatricolazioni, registra una perdita complessiva del 6,3%, circa 500.000 targhe in meno. Attenzione, dall’esame di questi numeri emergono particolari significativi su ciò che sta accadendo all’interno dell’Europa. Ormai si viaggia a due velocità: nell’insieme dei paesi che adottano l’Euro le immatricolazioni in giugno sono calate del 3,9%, nel semestre del 9,3%, mentre negli altri paesi dell’area UE27+EFTA si è registrata una crescita del 4,7% su giugno e del 3% nel semestre. Esempi eclatanti di distinzione all’interno dell’Europa, gli exploit dei Paesi orientali, come la Russia, che ha guadagnato il 10,2%, dell’Ungheria (+19,9), della Polonia (+7,6). A Ovest, si salvano invece la Gran Bretagna, che ha chiuso il semestre con un incremento del mercato del 2,7%, e la Germania, con un risicato +0,7%.

Le cause del crac.
Secondo gli analisti del Centro Studi Promotor GL Events, la causa prima che affossa il mercato dell’auto nell’area Euro «è essenzialmente il forte effetto depressivo sull’economia delle politiche imposte per il contenimento del debito pubblico». Tra l’altro i mercati più in difficoltà dell’area Euro sono quelli dei paesi nel mirino della speculazione finanziaria, come Italia, Grecia e Spagna, dove nel primo semestre le immatricolazioni sono calate rispettivamente del 19,7%, del 41,3% e dell’8,2%. Non va bene, comunque, neanche in Francia, dove si lamenta un calo del 14,4%, mentre il mercato tedesco - come detto - ha fatto registrare nel semestre una crescita contenuta (+0,7%) e nel mese di giugno un altrettanto risicato +1%, dopo un maggio in passivo. Come dire: anche i grandi soffrono.

Panzer in difesa.
Anche il colosso Volkswagen, titolare di sei marchi e indiscusso leader europeo, al giro di boa dei sei mesi ha dovuto subire in Europa un calo dell’1,5%, nonostante il grande dinamismo progettuale e produttivo e la capacità di presidiare praticamente tutti i settori del mercato, dalle piccole utilitarie alle supercar. Ciò detto, le perdite di VW Group appaiono davvero poca cosa a confronto con quelle dei più qualificati concorrenti: PSA ha perso in sei mesi il 13,9%, Renault Group il 17,1%, Ford il 10,4%, Fiat il 17,1%. E poi, al suo interno il gruppo tedesco può vantare un +4,5% con il marchio Audi e un +2,3% con Skoda.

Italia-Usa.
All’interno delle perdite del Lingotto il dato più allarmante riguarda Alfa Romeo, che nonostante il successo della Giulietta (leader del segmento in Italia) in sei mesi ha venduto in Europa soltanto 75.901 auto, con un calo del 31,2% rispetto al corrispondente periodo del 2011. All’interno del gruppo si è difesa a denti stretti Lancia-Chrysler (+0,5%), mentre il marchio Fiat con meno di 400mila immatricolazioni al traguardo di metà anno ha dovuto cedere un allarmante 17,9%. Unico marchio tranquillo, sull’asse Torino-Detroit, è Jeep, che guadagna il 35,9%, ma parliamo di diecimila macchine: una goccia nel mare della grande crisi.
In casa Fiat attribuiscono al grave rallentamento del mercato italiano (-24,4% a giugno, -19,7% nei sei mesi) le maggiori responsabilità per i risultati non del tutto soddisfacenti. E tuttavia si consolano con le buone performance ottenute a giugno da Panda e 500 e con gli exploit registrati da Lancia-Chrysler su alcuni mercati esteri, come la Spagna (+30,2%), il Regno Unito (+478%), la Francia (+51,4%), la Germania (+1%). Il problema è che non si individuano prospettive di crescita duratura, vista la gravità della situazione economica, il rallentamento delle attività di ricerca e sviluppo e la decisione di Marchionne di rinviare lanci importanti come quello della nuova Punto. «In un momento come questo sarebbe un errore» ha detto l’amministratore delegato, suscitando reazioni contrastanti. A ben guardare, infatti, sono proprio i modelli di ultima generazione, come 500, nuova Panda, Lancia Ypsilon e Giulietta a tener su la domanda. E allora?

Unrae e Anfia.
Romano Valente, direttore dell’associazione degli importatori di auto estere in Italia (Unrae), ha manifestato la preoccupazione dell’intero settore, sottolineando due aspetti che aggravano la situazione: la mancanza di adeguate novità di prodotto e il disinteresse del governo italiano a sostenere il mercato con incentivi. «In Inghilterra – ha dichiarato il rappresentante delle Case straniere - l’arrivo di nuovi modelli sul mercato ha risvegliato la domanda di auto nuove, soprattutto nel target privati, in Francia si parla concretamente di incentivi governativi, segno di una reattività alla crisi che in Italia ancora non si vede».
Secondo Roberto Vavassori, presidente dei costruttori italiani (l’Anfia, di cui però non fa parte la Fiat), «per alleviare le sofferenze delle imprese e della rete distributiva e far gradualmente ripartire le vendite nel nostro Paese nel breve termine si dovrebbe puntare ad alleggerire il carico fiscale sulle vetture, incominciando da comparti specifici, come la auto a basse emissioni e le auto aziendali, in grado di dare i primi segnali di inversione di tendenza».
Tutto giusto e condivisibile. Ma sembra che giri un disco rotto.

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Martedì 17 Luglio 2012 - Ultimo aggiornamento: 18-07-2012 11:11 | © RIPRODUZIONE RISERVATA