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Il futuro di Mercedes è elettrico ma con uno spazio, anche oltre il 2030, riservato ai motori a combustione interna 'virtuosi' e innovativi. A parlare è Ola Källenius , numero uno di Mercedes che, intervistato dal Frankfurter Allgemeine Zeitung, spiega la vision strategica del brand della Stella, anche alla luce delle vendite delle vetture a zero emissioni che, purtroppo, almeno in Europa, stentano a decollare. Nonostante le immatricolazioni 'stagnanti' per il comparto elettrico, ''la nostra vision resta la stessa. Siamo impegnati nell'obiettivo di offrire una flotta totalmente a zero: la neutralità carbonica riguarderà anche la produzione e la fornitura. Come obiettivo intermedio, intendiamo fornire ai clienti, laddove il mercato lo consenta, una flotta di veicoli elettrici entro il 2030''.
''Oggi - ha aggiunto Källenius - possiamo constatare che la curva di accelerazione nel mercato dei veicoli a zero emissioni non è così ripida come molti pensavano tre o quattro anni fa. In termini relativi, le cose stanno andando abbastanza bene. In totale, l'anno scorso abbiamo venduto poco più di 200.000 auto elettriche, anche se il nostro portafoglio prodotti è tutt'altro che completo''. Ma, come fa notare il numero uno del marchio della Stella ''nel segmento superiore, i nostri clienti - compresi quelli cinesi -, sono ancora più propensi a scegliere un motore a combustione elettrificato, ad alta tecnologia. Il mercato dei veicoli elettrici non è ancora così grande come molti, compresi noi, si aspettavano''.
Nel lungo periodo, aggiunge ancora Källenius, i mercati mondiale si muoveranno verso le emissioni zero, ma ''ad oggi è probabile che i motori a combustione avranno una quota di mercato significativa, anche nel 2030. Pertanto, faremo in modo che clienti possano scegliere tra motori completamente elettrificati e motori a combustione parzialmente elettrificati anche dopo il 2030''. Mercedes, quindi, continuerà nello sviluppo di motori a combustione efficienti e innovativi: in particolare, il focus si concentrerà sui motori a quattro, sei e otto cilindri e sul quattro cilindri high-tech che alimenterà la nuova CLA, sviluppato assieme al partner Geely. Proseguirà lo sviluppo anche nel settore diesel con i motori quattro e sei cilindri.
''Questo - aggiunge Källenius - ci permette di avere un portafoglio di motori a combustione che sarà in grado di funzionare anche nel 2030''. Per esempio, a partire da Classe S, che sarà presentata al pubblico in due versioni, ''elettrica e con motore a combustione, anche perché la versione a zero emissioni coprirà solo il 50% della domanda di mercato''. Insomma, ''attraverso una modularizzazione intelligente, le auto elettriche e i veicoli a combustione potranno condividere le tecnologie di elettronica e software e questo consentirà di sviluppare i modelli in parallelo: stiamo fondamentalmente modernizzando la piattaforma del motore a combustione e, se lo si fa in modo intelligente, si possono produrre entrambi i modelli su un'unica linea''. Questo grazie a un bilancio molto sano e a circa 30 miliardi di euro di liquidità netta.
La priorità resta, comunque, sempre l'elettrico anche se, come sottolinea Källenius, per raggiungere la neutralità carbonica sarà necessario anche puntare sull'idrogeno, ad esempio per la produzione di acciaio a zero emissioni di CO2. Questo sarà molto probabilmente anche la strada che intraprenderanno i veicoli che percorrono 1.000 chilometri o più al giorno e dove la densità di potenza delle batterie non è sufficiente. Per questo motivo, aggiunge ''i nostri colleghi di Daimler Truck stanno continuando a lavorare su questo aspetto''.
Per quanto riguarda, infine, i carburanti sintetici, Källenius vede attualmente una buona possibilità di utilizzo nel trasporto aereo o marittimo. Infine, sulla questione dei dazi: ''In una situazione come questa, non credo abbia senso innescare un conflitto commerciale. Noi, per esempio, produciamo la Smart in Cina con il nostro partner Geely importandole in Europa e questo ci pone in una posizione difficile sulla tematica dei dazi, soprattutto alla luce del fatto che ci sono molte case europee che stanno espandendo la produzione globale in diversi Paesi inclusa, ovviamente, la Cina.