
Nissan in difficoltà: perdita annuale di 4,08 mld euro. Conferma taglio di 20mila posti e chiusura di 7 fabbriche

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Nissan conferma il taglio di 20.000 posti di lavoro a livello globale e una riduzione dei propri stabilimenti nei prossimi due anni, mentre aumenta in maniera preoccupante il rosso del gruppo, in una situazione di continua incertezza per l'intero comparto auto. Nell'anno fiscale 2024 terminato a fine marzo il terzo costruttore nipponico ha registrato una perdita di 671 miliardi di yen, equivalenti a 4,08 miliardi di euro, penalizzata dal rallentamento delle vendite negli Stati Uniti e in Cina. Il numero degli stabilimenti, avverte Nissan, subirà una ridimensionamento, da 17 a 10, entro l'esercizio fiscale 2027.
I tagli dei posti di lavoro previsti dal nuovo piano rappresentano circa il 15% della forza lavoro totale di Nissan, e superano di oltre 10.000 unità la stima annunciata lo scorso autunno, a fronte di un'azione radicale per tentare risollevare le sorti dell'azienda. «L'attuale incertezza sui dazi statunitensi che riguardano il comparto non ci consentono di fare previsioni sugli utili», ha detto nuovo amministratore delegato, Ivan Espinosa, che per uno strano gioco del destino ha assunto la guida del gruppo il primo aprile. In febbraio Nissan aveva dichiarato di voler chiudere un impianto in Tailandia e altre due fabbriche, nell'ambito degli sforzi per ottimizzare la capacità produttiva, in un contesto che vede il progressivo calo delle vendite e l'assenza di un partner di riferimento. La scorsa settimana l'azienda ha deciso di abbandonare il progetto di costruire una fabbrica di batterie per veicoli elettrici nella prefettura di Fukuoka, nel Giappone occidentale, solo pochi mesi dopo aver firmato un patto con i governi locali.
Nissan attualmente gestisce cinque fabbriche di assemblaggio di veicoli nel Paese del Sol Levante, e l'ex Ceo Makoto Uchida si era pubblicamente impegnato a mantenere in funzione le fabbriche sul territorio nazionale, fa notare la stampa locale. Secondo gli analisti, il piano di chiusura susciterà un'ampia opposizione da parte dei sindacati e di altre parti interessate, rendendo probabilmente difficile il coordinamento. Le nuove misure arrivano a pochi mesi dalla chiusura definitiva delle trattative per la aggregazione contemplata con Honda - che avrebbe creato il terzo gruppo automobilistico al mondo. Secondo il piano iniziale presentato a dicembre, le due case automobilistiche avrebbero dovuto fondersi sotto una holding entro il 2026, con l'obiettivo di ridurre i costi per lo sviluppo e la ricerca sui veicoli elettrici e del software, a fronte dell'ascesa delle principali rivali cinesi e statunitensi, tra cui BYD e Tesla. L'accordo è andato in fumo quando è emerso che Honda aveva imposto a Nissan concessioni considerate 'irricevibili' sulla propria autonomia di gestione, una premessa fondamentale per l'integrazione prevista.