Sondaggio Uiga: perchè l'Italia non è ancora pronta per l'auto elettrica
UIGA, l’Unione Italiana dei Giornalisti dell’Automotive, a partire dal Salone dell’Auto di Torino, dal 26 al 29 settembre 2025, organizza una raccolta di dati intitolata “Il Motore del Futuro 2025”, che prevede la partecipazione a un sondaggio da parte di visitatori e addetti ai lavori. Per aderire a questo sondaggio, nato con la collaborazione tecnica di Bosch e con Point S, Drivalia e Asi a offrire supporto, basterà cliccare sul QRcode che si trova sui roll-up ospitati in alcuni stand del Salone auto torinese o collegarsi all’indirizzo: www.ilmotoredelfuturo.it
Ecco ora, i dati emersi dal sondaggio "Il Motore del Futuro" dello scorso anno, che UIGA divulga oggi, che offrono uno spaccato profondo e inaspettato sulle reali preferenze degli automobilisti italiani. L'analisi, che ha coinvolto un campione eterogeneo di oltre 4.352 tra giornalisti, opinion leader e pubblico, rivela una resistenza al cambiamento più marcata di quanto si possa immaginare. Al di là del clamore mediatico e delle spinte politiche verso l'elettrico, i numeri raccontano una storia di pragmatismo, tradizione e, forse, di diffidenza. Il motore a benzina e diesel, infatti, non è morto. Anzi, domina la classifica, con le soluzioni ibride a fare da ponte verso un futuro ancora incerto.
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Il risultato più sorprendente del sondaggio è il primo posto conquistato dai motori a Benzina/Gasolio, che con un punteggio di 16,9 si posizionano saldamente in testa. Questo dato non è un semplice omaggio al passato, ma un voto di fiducia verso la tecnologia termica. I motivi sono molteplici e radicati nelle abitudini di guida e nelle necessità quotidiane.
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In primo luogo, l'affidabilità. Il motore a combustione è una tecnologia matura, collaudata da oltre un secolo. Le sue dinamiche sono note a tutti: tempi di rifornimento rapidi, autonomia elevata e una rete di stazioni di servizio capillare e onnipresente. Non c'è ansia da autonomia, non c'è la paura di non trovare una colonnina di ricarica in autostrada o in una zona remota. Per chi usa l'auto per lavoro, per lunghe tratte o semplicemente per non pensarci, il motore termico resta la scelta più sicura e priva di rischi.
In secondo luogo, il costo. Nonostante gli incentivi, il prezzo di acquisto di un'auto elettrica rimane spesso proibitivo per la maggioranza degli italiani. I veicoli a benzina e diesel, ma anche quelli a GPL e metano, sono accessibili a una fascia di mercato molto più ampia. Questo si riflette anche nei costi di gestione e manutenzione, che, pur con le fluttuazioni dei prezzi dei carburanti, sono percepiti come più prevedibili rispetto a quelli di un'auto elettrica, legati anche al costo dell'energia e all'usura delle batterie.
L'Ibrido: il ponte verso il futuro prossimo. Il sondaggio conferma che il vero "motore del presente" è l'Ibrido. Sia nella sua versione tradizionale (15,8 punti) che in quella ricaricabile (13,2 punti), questa tecnologia si posiziona subito dietro il termico, rappresentando la soluzione di transizione preferita dagli italiani.
L'ibrido è visto come il compromesso ideale. Offre i benefici della mobilità elettrica, come la riduzione dei consumi e delle emissioni nel traffico urbano e la guida silenziosa, senza imporre le limitazioni che ancora caratterizzano le auto 100% elettriche. L'ibrido ricaricabile, in particolare, permette di muoversi in modalità elettrica per i tragitti brevi, e di contare sul motore termico per i viaggi più lunghi, risolvendo il problema dell'autonomia con la stessa facilità di un pieno di carburante. Questo approccio graduale e "a misura d'uomo" è percepito come la scelta più sensata in un'epoca di grandi incertezze tecnologiche e infrastrutturali.
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Il dato più significativo e rivelatore del sondaggio è, senza dubbio, il piazzamento dell'auto Elettrica pura. Con un punteggio di appena 9,9, si ferma al penultimo posto, superando solo il Trifuel GPL appena lanciato.
Questo risultato non è casuale. Smaschera una profonda discrepanza tra il dibattito mediatico e la percezione del pubblico. I votanti, che includono anche giornalisti e analisti del settore, hanno espresso un giudizio di cautela. Le ragioni sono evidenti. L'infrastruttura di ricarica. Nonostante i progressi, la rete di colonnine di ricarica in Italia è ancora insufficiente, mal distribuita e spesso inefficiente. La paura di rimanere "a secco" è una preoccupazione reale e concreta, che frena l'entusiasmo. I costi. Il prezzo d'acquisto, la manutenzione delle batterie e i costi dell'energia elettrica sono ancora percepiti come un ostacolo insormontabile per la maggior parte delle famiglie italiane. L'ansia da autonomia. Anche se le autonomie dei modelli più recenti sono notevolmente aumentate, la percezione rimane negativa. L'idea di un viaggio lungo, con la necessità di pianificare soste per la ricarica, è vista come un fardello, non un vantaggio.
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Il fatto che soluzioni come l'e-Power/Range Extender (10,5) e persino l'Idrogeno (11,4) abbiano superato l'elettrico puro dimostra che i consumatori cercano alternative pratiche. Il Range Extender, con il suo piccolo motore a benzina che produce elettricità per ricaricare le batterie, elimina l'ansia da autonomia, offrendo il meglio dei due mondi. L'Idrogeno, pur essendo una tecnologia ancora di nicchia, è visto come un'opzione futuristica e a emissioni zero che potrebbe risolvere in futuro i problemi di autonomia e tempi di rifornimento.
Un parco auto che racconta il futuro

L'analisi dell'età del parco auto dei votanti aggiunge un ulteriore tassello a questo quadro. Con il 43,30% di auto con oltre cinque anni di età, il campione è composto da una vasta schiera di proprietari di veicoli datati. Questo dato è cruciale: queste persone sono i potenziali acquirenti del futuro, e le loro preferenze indicano che non si orienteranno necessariamente verso un'auto elettrica. Il loro voto è una richiesta di soluzioni pratiche, affidabili ed economicamente sostenibili, non un'adesione incondizionata a una singola tecnologia.

In conclusione, il sondaggio "Il Motore del Futuro" ci restituisce un'immagine di un'Italia pragmatica e realista. La rivoluzione elettrica, che molti danno per scontata, è in realtà un processo lento, costellato di sfide concrete. Gli italiani non sono contrari al cambiamento, ma lo approcciano con cautela, scegliendo il compromesso dell'ibrido come ponte verso un futuro che, per il momento, non è ancora totalmente elettrico.




