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Stellantis, occhi puntati su Tavares: atteso il piano. La fusione perfezionata il 16, sbarco in borsa il 18 a Milano e Parigi il 19 a NY

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TORINO - Dopo il via libera delle assemblee degli azionisti di Fca e Psa, il nuovo gruppo Stellantis si prepara a muovere i primi passi nello scacchiere internazionale dell’ auto. Gli occhi sono puntati sulle mosse dell’amministratore delegato, Carlos Tavares, al lavoro per mettere a punto l’organizzazione e la strategia della nuova società nata dalla fusione. In agenda ci sono già alcune date. L’aggregazione sarà perfezionata il 16 gennaio. Le azioni Stellantis saranno negoziate dal 18 gennaio a Milano - dove resterà quota nell’indice principale Ftse Mib - e a Parigi, dal 19 a New York.

Sulla presentazione del nuovo piano industriale non c’è ancora un’indicazione: secondo indiscrezioni, che circolano negli ambienti finanziari, dovrebbe arrivare in estate, al più tardi a settembre. Si dovrebbe, invece, conoscere prima la squadra di manager che affiancherà Tavares nella guida del nuovo gruppo, presieduto da John Elkann. Una sola casella finora è stata occupata ed è quella della regione Americans affidata a Mike Manley, che è stato braccio destro di Sergio Marchionne e lo ha sostituito alla guida operativa di Fca dopo la scomparsa.

La prima priorità, come Tavares ha detto agli azionisti, sarà quella di raggiungere le sinergie di 5 miliardi di euro l’anno. Il matrimonio tra Fca e Psa mette sotto un unico tetto 15 brand iconici e apre ampie possibilità per la condivisione di piattaforme che permettono di costruire vetture in ogni segmento. Il portafoglio di prodotti e tecnologie è ricco. Per diventare leader della mobilità sostenibile l’obiettivo è l’elettrificazione con modelli 100% elettrici, ibridi e plug-in.

Una strada su cui Psa si è mossa sicuramente in anticipo, anche se Fca ha recuperato, almeno in parte, il gap con il lancio della Nuova 500 elettrica realizzata su un planale che potrà essere utilizzato anche per nuovi modelli del gruppo. Stellantis, che riporta l’Europa al centro del risiko dell’ auto, dovrà sfidare i grandi gruppi che la precedono nella classifica mondiale, Toyota, Volkswagen e l’alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi. I benefici potenziali dell’alleanza per l’Italia, dove è ancora da completare il piano industriale da 5 miliardi, sono evidenti anche per i sindacati.

Nessuno però sottovaluta i rischi e i possibili contraccolpi della fusione sull’occupazione e sugli stabilimenti e per questo la richiesta di un incontro a Tavares è partita subito. «Il confronto con Stellantis - ha detto Ferdinando Uliano, segretario nazionale della Fim Cisl - partirà dai nuovi piani industriali. Per noi è importante il ruolo che verrà assegnato all’Italia a partire dalla ricerca, al rilancio dei marchi italiani come Alfa Romeo, Maserati, Fiat e 500 e all’ulteriore sviluppo delle produzioni Jeep con l’obiettivo di mettere in sicurezza stabilimenti e occupazione».

Uliano ha posto l’accento sulla difesa degli enti centrali di Torino, cuore pensante di Fca. «Non accetteremo un ridimensionamento. Con il lancio della 500 elettrica e gli investimenti sull’elettrico nel polo produttivo di Torino si è recuperato anche il tempo perso in passato, si sono acquisite nuove competenze tecnologiche e professionali, che mettono in maggior sicurezza l’occupazione degli oltre 7.850 lavoratori degli enti centrali».

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Domenica 17 Gennaio 2021 - Ultimo aggiornamento: 13:25 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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