
Unrae: in marzo invertito trend, ma preoccupano dazi Usa. Federauto, noleggio è stampella del mercato
A marzo il mercato italiano delle autovetture "inverte il trend dei mesi precedenti", segnando una crescita del 6,2%, con 172.223 immatricolazioni, ma "il primo trimestre si chiude con una flessione dell’1,6% e resta pesante il calo (-17,5%) rispetto al periodo pre-covid, ovvero al 2019". Così Unrae commenta i dati sulle immatricolazioni di marzo, sottolineando che la quota di mercato delle auto elettriche pure (Bev) a marzo sale al 5,4%, in aumento rispetto al 5% di febbraio e rispetto al 3,3% di marzo 2024, periodo però penalizzato dall’attesa per l’avvio degli incentivi. Le auto ibride plug-in (Phev) confermano la stessa quota di mercato di febbraio al 4,5%, in crescita rispetto al 3,5% di marzo 2024.
In questo contesto, "la decisione degli Stati Uniti di imporre dal 2 aprile dazi del 25% sulle importazioni di veicoli prodotti all’estero desta grande preoccupazione nel settore" e l'Unione europea si prepara a rispondere, ma "una guerra commerciale penalizzerà tutti: le case automobilistiche globali e i consumatori sia americani che europei”, ha detto Michele Crisci, presidente di Unrae. Come già richiesto anche dall’Acea, l’Unrae "auspica che si trovino rapidamente soluzioni negoziali, anche alla luce degli ingenti investimenti delle case automobilistiche europee negli Stati Uniti, che contribuiscono alla creazione di posti di lavoro, alla crescita economica e al gettito fiscale di quel Paese". Inoltre, aggiunge Crisci, "settore automotive ha bisogno con urgenza di un quadro normativo chiaro da parte dell’Unione europea, indispensabile per definire le strategie di investimento e garantire la competitività delle aziende".
In marzo le immatricolazioni di auto in Italia sono aumentate del 6,2%, ma "con un contributo del 40% al totale dell’immatricolato di marzo, il noleggio tiene su il mercato delle autovetture nuove e spinge la crescita numerica delle vetture elettriche in attesa di chi vorrà utilizzarle". Così Federauto commenta i dati sulle immatricolazioni di marzo. "Continuano a destare preoccupazione il comportamento di acquisto da parte delle famiglie - probabilmente le più toccate dagli alti prezzi - il basso clima di fiducia e la notevole confusione generata dal dibattito europeo sulla transizione, ancora fortemente incentrato sulla elettrificazione forzata e poco propenso ad affrontare il futuro nei termini di una vera decarbonizzazione e neutralità tecnologica. Molto preoccupante è il trend negativo delle immatricolazioni aziendali, innescato dopo la finanziaria 2024 come purtroppo pronosticato, per la penalizzazione dell’auto quale benefit", ha detto Massimo Artusi, presidente di Federauto.
Secondo Federauto i segnali che provengono da Bruxelles sono, infatti, tutt’altro che rassicuranti. "È slittata nuovamente l’adozione da parte della Commissione Ue della proposta di modifica al regolamento sulle emissioni di Co2 di auto e furgoni, che mira a dare ai costruttori più flessibilità sui target di taglio alle emissioni per evitare di incappare nelle multe al via dal 2025 per chi non si adegua. È questo un tema a cui siamo molto sensibili, anche per l’evidente esposizione dei dealer alle pressioni provenienti dai costruttori", ha detto Artusi, sottolineando che in marzo "il mercato ha beneficiato, insieme alle auto-immatricolazioni, della stampella del noleggio a lungo termine, ma non sempre potrà essere così".