Una decina di Paesi Ue, inclusa l'Italia, sono d'accordo nel chiedere alla Commissione Europea di anticipare la revisione, prevista per il 2026, del regolamento sulle emissioni inquinanti dei veicoli. Lo ha spiegato il ministro delle Imprese Adolfo Urso, al termine del Consiglio Competitività a Bruxelles. «Per quanto riguarda la nostra proposta - ha detto il ministro - alcuni si sono già espressi già in sede di Consiglio e altri in bilaterali che ho avuto: mi riferisco in modo specifico a Romania, Slovacchia, Lettonia, Malta, Cipro, Polonia, Repubblica Ceca. E ho parlato anche con Spagna e Germania. Penso che ci sia una sufficiente maggioranza di Paesi che si predispone a chiedere, con il rapporto che stiamo preparando, che ci sia un anticipo della clausola di revisione, prevista per la fine del 2026, affinché si possa decidere prima, in un tempo congruo e noi proporremo la prima metà del 2025, su quello che è necessario fare, insieme, per raggiungere i target che ci siamo prefissi, al 2035 e al 2050». I Paesi che ha citato Urso, anche includendo l'Italia, tecnicamente non bastano per avere la maggioranza qualificata in Consiglio, ma politicamente costituiscono comunque un blocco importante.
A margine dei lavori del Consiglio, spiega il Mise in una nota, Urso ha tenuto una serie di bilaterali per discutere della proposta italiana di politica industriale per il settore dell’automotive Ue. In particolare, Urso ha incontrato il ministro della Spagna per Industria e Turismo, Jordi Hereu; il ministro dell’Austria del Lavoro e l’Economia, Martin Kocher; il ministro dei Paesi Bassi per l’Economia, Dirk Beljaarts; il ministro dell’Industria della Romania, Ștefan-Radu Oprea; il ministro dell’Industria di Malta, Silvio Schembri; il viceministro della Polonia per lo Sviluppo Economico e la Tecnologia, Ignacy Nemczycki. In tutti i bilaterali «si è segnata una convergenza sulla necessità di un intervento, raccogliendo anche le indicazioni del report Draghi, e si è registrato un largo consenso sulla opportunità di anticipare l'esercizio della clausola di revisione del regolamento Co2 ai primi mesi del 2025, passaggio necessario per rivedere e rafforzare per tempo il percorso per il raggiungimento dei target del regolamento.
Proposta che sarà uno dei pilastri del ‘non paper’ che l’Italia condividerà con altri Paesi nelle prossime settimane». La posizione italiana, continua il Ministero, ha «trovato riscontro nel corso della discussione del Consiglio, anche dai rappresentanti di Slovacchia, Repubblica Ceca e Lettonia, che hanno anch'essi rilevato la necessità di dotarsi di strumenti adeguati a sostenere l’industria europea, così come avvenuto ieri nel corso del colloquio con il vicecancelliere tedesco Robert Habeck». La medesima convergenza si è registrata, con diversi Paesi, anche sulla revisione delle regole del Cbam, con un focus sul settore siderurgico.