Urso: «Su emissioni serve pragmatismo e responsabilità». Per il ministro l'Ue deve tutelare il settore auto
L'Europa va liberata dall'ideologia del Green deal. E' il messaggio che il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, porta a Bruxelles, dove e volato per una serie di incontri con commissari e vicepresidenti della Commissione europea su vari temi - dalla competitività all'automotive passando per i chip e l'intelligenza artificiale. E rivendica che se la scorsa settimana «nel Consiglio europeo è emersa finalmente la volontà di cambiare, di agire subito, con determinazione, responsabilità, visione strategica», e «l'Italia di Giorgia Meloni con la Germania a guidare il fronte delle riforme che devono essere radicali per rimuovere l'ideologia del Green deal che ha soffocato l'industria e il lavoro europeo». Le richieste che Urso porta ai cinque commissari europei è di «agire subito» perchè «è necessario rimuovere lacci e lacciuoli, coniugare sostenibilità ambientale con la sostenibilità economica e sociale». Il ministro è lapidario: «L'Europa è assediata, noi siamo qui per liberarla». Come? Per Urso sono necessari «realismo, quindi flessibilità, pragmatismo», e «la piena neutralità tecnologica, che significa libertà, per la scienza, per la tecnologia, per le imprese, per i cittadini». In sostanza, «serve un cambio di rotta radicale».
Una metamorfosi che è gia avviata e visibile. Ad esempio sui biocarburanti rispetto ai quali il ministro sottolinea con soddisfazione l'apertura di Bruxelles, definendola «un punto di svolta» verso prodotti che rappresentano «una frontiera avanzata proprio per il sistema produttivo italiano». Ma non basta: ora «è necessario che ci sia adeguato riscontro in ogni documento che verrà realizzato in queste settimane, perchè non voglio che la montagna partorisca il topolino». Anche qui, «l'Italia è la punta avanzata, insieme con la Germania, finalmente del processo di riforma in Europa e non faremo sconti a nessuno», ribadisce Urso ai cronisti. Il problema per il ministro non sta tanto nei target fissati dall'Unione europea, quanto nelle modalità per arrivarci perchè «non possiamo passare dalla subordinazione drammatica al carbon fossile della Russia ad un'altra piu grave subordinazione alle materie prime critiche, alle tecnologie che oggi sono monopolio di un altro continente». Ma i target «cosi come sono stati enucleati con delle modalità che sono sostanzialmente dei vincoli, dei divieti, talvolta delle multe, delle sanzioni per le imprese, per il lavoro europeo, certamente fanno parte dell'ideologia», mentre «noi dobbiamo essere pragmatici, realistici, renderci conto che il mondo e cambiato».
La soluzione per Urso è il principio di neutralità tecnologica perchè «quello che deve essere sempre calcolato è tutto il ciclo produttivo, non solo quello che viene emesso dal tubo di scappamento». Cioe «come quella batteria elettrica e stata realizzata, in quali miniere, con quale processo produttivo». E «proprio mentre ovunque prevalgono le autocrazie, oggi più che mai è necessario tornare ai padri fondatori» e cioe al concetto di libertà anche «nel decidere quale strumento è il migliore per raggiungere lo stesso obiettivo: la sostenibilità ambientale. Non ce lo deve imporre un burocrate di Bruxelles». Questi i messaggi consegnati a Palazzo Berlaymont. Con la vicepresidente esecutiva a Sovranità tecnologica, Henna Virkkunen, Urso ha discusso di intelligenza artificiale, semiconduttori, tecnologie quantum e materie prime strategiche, «decisive per garantire l'autonomia industriale e la sicurezza economica dell'Europa», e ha «condiviso la necessità di un approccio realista, flessibile e competitivo che liberi l'innovazione europea da vincoli ideologici e rafforzi la sicurezza degli approvvigionamenti di materie prime critiche».
Con Virkkunen e con i vicepresidenti a Prosperità e Strategia industriale, Stephane Sejourne, e a Coesione e Riforme, Raffaele Fitto, ha affrontato «l'urgenza di agire per garantire l'approvvigionamento di chip all'industria automobilistica europea». In particolare, con Sejourne, ha discusso «della neutralità tecnologica nel settore automotive, con l'apertura a tutte le soluzioni di carburante, inclusi i biocarburanti», e dell'importanza «di rafforzare la sicurezza degli approvvigionamenti di materie prime critiche, rilanciando la candidatura italiana a ospitare il primo deposito europeo delle riserve strategiche». Con Fitto, ha approfondito lo stato di attuazione del Pnrr nelle misure di competenza del suo Ministero e ha discusso delle prossime programmazioni europee «per garantire continuita agli investimenti e valorizzare i risultati raggiunti dal sistema produttivo italiano». Infine, con il commissario europeo per l'Azione per il Clima, Wopke Hoekstra, ha avuto un confronto sulla revisione dei regolamenti sulle emissioni di Co2 per auto e veicoli leggeri «con l'obiettivo di adottare un approccio realista e tecnologicamente neutrale, capace di tutelare la filiera automotive e l'occupazione» europea.




