Herbert Diess, numero uno del Volkswagen Group

Volkswagen Group, nel 2018 in crescita vendite (10,83 ml, +1%) e fatturato (236 mld +2,7%)

di Mattia Eccheli
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WOLFSBURG - «Ci siamo battuti degnamente, nonostante un forte vento contrario», parola di Herbert Diess, il manager austriaco che per la prima volta annuncia i dati di bilancio del gruppo Volkswagen e che per l'ultimo esercizio ha percepito 8,2 milioni di euro (2,6 in più a rispetto ad un anno fa quando era “solo” capo del marchio VW). Nel corso del 2018 il colosso tedesco che controlla una dozzina di marchi ha commercializzato 10,83 milioni di veicoli (+0,9%), tra auto, mezzi industriali e autobus. Il fatturato complessivo ha sfiorato i 236 miliardi di euro (235,849) con un incremento di oltre 6 miliardi rispetto all'esercizio precedente (+2,7%).
 

 

Anche la produzione è cresciuta (+1,3% a quota 11,018 milioni di unità), anche se a spingerla sono stati modelli nuovi e “diversi”. La Golf, che nel 2017 era stato il modello più fabbricato con oltre 968.000 unità, nel 2018 è scivolata in terza posizione con poco meno di 806.000 dietro alla Tiguan ed alla Polo. In casa Skoda la Ocatvia è rimasta l'auto più prodotta, ma con 20.000 unità in meno, mentre i nuovi suv Karoq e Kodiaq (e Kamiq, già venduto in Cina) nel 2017 valevano meno di 200.000 unità e lo scorso anno circa 330.000. La crescita di Seat è stata trascinata dalla Arona e dalla Ateca che hanno inciso con oltre 200.000 esemplari sul risultato di 528.000 consegne (+10,5%). Come Porsche, il costruttore ceco e quello spagnolo hanno contabilizzato un nuovo massimo storico di immatricolazioni.

Gli addetti sono aumentati del 3,5% ed hanno raggiunto quota 664.500, anche se nei piani di Diess c'è un piano di risparmi per quasi 6 miliardi di euro che potrebbe comportare il “sacrificio” di non meno di 5.000 posti di lavoro. Il margine operativo è stato di 17,104 miliardi in crescita dello 0,4%. L'Ebit è stato del 5,9% in leggero calo rispetto al 6% dell'esercizio 2017. Il ritorno sul fatturato dopo le imposte è stato di 12,153 miliardi (+6%). Il cash flow è stato riportato a livelli tranquillizzanti per il gruppo: nel 2018 ha raggiunto i 18,5 miliardi di euro, con un aumento di quasi il 60%.
 

Il dividendo gratificherà gli azionisti, che riceveranno 4,8 euro per le ordinarie e 4,86 per le privilegiate. Si tratta di 90 centesimi in più per titolo a confronto con il 2017. Il gruppo, che pianifica anche il debutto in borsa della Traton, la controllata in cui sono confluite Scania e Man e che si occupa di veicoli industriali, stima per il 2019 un Ebit tra il 6,5 ed il 7,5%. Su un punto Il numero uno del colosso di Wolfsburg è stato chiaro: «Il nostro futuro si decide in Cina», ha garantito. Perché nel Celeste Impero il gruppo vende il 40% dei propri veicoli: 4,2 milioni lo scorso anno.

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Martedì 12 Marzo 2019 - Ultimo aggiornamento: 20:22 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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