Il quartiere generale della Volkswagen in America

Volkswagen, l’ira di Berlino per la truffa:
in bilico i vertici del grande gruppo tedesco

di Giorgio Ursicino
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Più un problema finanziario o un danno d’immagine? Anche se le cifre sul tappeto sono enormi l’aspetto più delicato pare proprio il secondo perché potrebbe scatenare un effetto domino che va oltre il più grande gruppo industriale europeo, coinvolgendo la credibilità dell’intera industria tedesca e il futuro del diesel, un propulsore sul quale i costruttori del vecchio continente hanno sempre puntato in contrapposizione con i rivali e le autorità americane e giapponesi. Ecco perché il caso è rapidamente uscito da Wolfsburg planando sui piani alti dell’esecutivo a Berlino.

La vicenda coinvolge personalmente l’ad del Gruppo Martin Winterkorn, che ha anche la responsabilità della progettazione nel board, a cui da poco era stato prorogato il mandato per altri due anni dopo aver ricevuto l’appoggio di tutti i “poteri forti” nel recente braccio di ferro con l’ex numero del consiglio di sorveglianza e tuttora principale azionista Ferdinand Piech. Assume infatti valore un aspetto: quando il “patriarca” ha improvvisamente cercato di togliere la fiducia a quello che era stato il suo delfino il problema delle emissioni delle auto diesel in America e le relative mosse per superarlo erano già in atto.

Winterkorn non ha ammesso la truffa (altrimenti difficilmente sarebbe potuto rimanere al suo posto), ma ha avuto grande rispetto per le accuse e gli accusatori: «Il nostro board prende le violazioni accertate molto seriamente, io personalmente sono profondamente dispiaciuto di aver deluso la fiducia dei clienti e del pubblico. Collaboriamo con le autorità per chiarire la cosa completamente e il più presto possibile». È stata affidata un’inchiesta ad un’agenzia esterna ed immediatamente bloccate le vendite delle vetture incriminate, sia quelle nuove che quelle usate presso la rete.

Le spiegazioni non hanno soddisfatto la borsa, ma anche politici e analisti hanno utilizzato toni molto accesi. «Il governo tedesco ha ordinato test approfonditi su tutti i modelli a gasolio della Volkswagen», ha dichiarato il ministro dei Trasporti Alexander Dobrindt. Più duro il segretario di Stato all’Ambiente Jochen Flasbarth: «Siamo davanti ad un caso di truffa nei confronti dei consumatori e di danni per l’ambiente, la Volkswagen deve chiarire subito come avvenivano queste manipolazioni».

Sull’argomento si è espresso anche il vice cancelliere Sigmar Gabriel: «Si tratta di una vicenda molto grave, bisogna fare chiarezza rapidamente, il made in Germany è sinonimo di qualità a livello mondiale». La paura è infatti che il caso possa coinvolgere anche altri due brand di grande prestigio come Bmw e Daimler. Non è stato tenero nemmeno il governatore della Bassa Sassonia che è uno dei principali azionisti di Volkswagen e alleato di Winterkorn nel braccio di ferro: «Manipolazioni ingistificabili, prima la verità poi prenderemo le decisioni sulle conseguenze». Non dà scampo a Winterkorn il guru dell’auto tedesca Dudenhoeffer: «Se sapeva deve dimettersi, ancora di più se non sapeva. L’azienda sarebbe fuori controllo...».


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Martedì 22 Settembre 2015 - Ultimo aggiornamento: 10:24 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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