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BRUXELLES - La mobilità europea del futuro necessita di una maggiore concertazione tra industria e politica, affinché l'Europa possa portare avanti la sfida tecnologica nell'industria automobilistica come attrice protagonista e non come comprimaria. E' questo il pensiero di Matthias Muller, CEO del Gruppo Volkswagen che lo ha spiegato a Bruxelles durante la tradizionale conferenza di apertura di inizio anno del Gruppo tedesco. ''Non dobbiamo lasciare che la Silicon Valley si impossessi del futuro dell'auto'' ha detto Muller riferendosi alla guida autonoma e alla mancanza di una regolamentazione europea che permetta la sperimentazione.
E poi c'è il tema dell'elettrico, che ha bisogno di una infrastruttura di ricarica rapida - le colonnine da 150 kW che fanno il 'pieno' in meno di mezz'ora - che formi una rete comune tra i diversi paesi europei ''altrimenti i clienti non compreranno mai le auto elettriche'' ha spiegato Muller, per cui l'unica soluzione è la stretta cooperazione tra la politica e l'industria dell'auto. ''La forza delle Case automobilistiche europee non è sufficiente - ha proseguito Muller - dobbiamo lavorare a fianco della politica per assicurarci che l'Europa resti competitiva e che continui a essere capace di fare innovazione all'interno di uno scenario che cambia rapidamente''.
Muller ha anche parlato del Gruppo Volkswagen, assicurando che lo sforzo sulla sostenibilità non è mai stato così alto e che comprenderà sia i prodotti, che la strategia e i processi gestionali. Tutto questo sarà illustrato nel nuovo piano industriale del Gruppo Strategy 2025 che verrà presentato durante la prossima estate. ''Stiamo utilizzando la crisi che ci ha travolto per riallinearci - ha spiegato Muller - e credo che possiamo costruire una Volkswagen ancora migliore'' le emissioni e i consumi delle auto del Gruppo, infatti, saranno certificati da un ente indipendente che effettuerà anche il controllo casuale su alcuni veicoli testati in condizioni di guida reale. ''In questo modo speriamo di riguadagnare la fiducia dei clienti - ha concluso Muller - questa differenza tra consumi omologati e reali non è più accettabile''.