“No Smog Mobility”, una certezza sul futuro della mobilità: accelera la rivoluzione dell'auto elettrica, connessa e autonoma

“No Smog Mobility”, una certezza sul futuro della mobilità: accelera la rivoluzione dell'auto elettrica, connessa e autonoma

di Sergio Troise
  • condividi l'articolo

PALERMO - I motori termici sono ormai quasi al limite estremo dell’evoluzione; si svilupperanno i carburanti alternativi alla benzina e al gasolio come Gpl e metano, ma la rivoluzione che ci porterà al monopolio dei motori ibridi ed elettrici è ormai in atto e il futuro è segnato: ancora difficile stabilire scadenze di tempo precise, ma prima o persone e cose si sposteranno con veicoli a emissioni zero, connessi e autonomi.

Corso di laurea in E-Mobility. Sono queste le conclusioni emerse al termine della ottava edizione di No Smog Mobility, evento dedicato alla mobilità sostenibile organizzato dalla rivista Sicilia Motori e dall’agenzia di stampa Italpress con la collaborazione della Scuola Politecnica di Palermo, ovvero la Facoltà di ingegneria meccanica dell’Università siciliana: un ateneo molto attento all’evoluzione della tecnologia, tanto che dal 2019 – come è stato annunciato dal rettore Fabrizio Micari – avvierà un corso di laurea in E-Mobility.

Tra fughe in avanti e ritardi. Per fare il punto sullo stato dell’arte e sulle prospettive future della mobilità si sono ritrovati a Palermo rappresentanti di alcune case automobilistiche, docenti, studenti ed esperti del settore. Ne è venuto fuori un quadro ampio ed esauriente, che mette in risalto una volta di più l’impegno dell’industria nelle attività di ricerca e sviluppo, mentre permangono gravi i ritardi delle pubbliche amministrazioni nell’adeguarsi al “nuovo che avanza” (mancanza di infrastrutture e di incentivi fiscali a sostegno della mobilità sostenibile).

Obiettivo comune. Certo, non tutti gli attori della mobilità seguono il medesimo percorso, ma tutti mirano a un obiettivo comune: ridurre consumi ed emissioni nocive e realizzare un progetto di mobilità in linea con il nuovo che avanza. Questo è emerso a conclusione del convegno intitolato “Motori: tra carburanti tradizionali e alimentazioni alternative”.

Le forze in campo. Sull’argomento si sono espressi Romano Valente di UNRAE, Davide D’Amico di FCA, Marco Freschi di PSA, Rosario Argento di Nissan. E ancora: Gianfranco Pizzuto per Jaguar, Carlo Mannu per Bosch, e Fabrizio Corsi, unico rappresentante del mondo delle due ruote (Yamaha). I lavori si sono poi conclusi con il forum sull’argomento di maggiore prospettiva per l’automotive: “La guida autonoma”. Bob Lonardi, Alessandro Toffanin e Marco Alù hanno illustrato progetti e iniziative di Volvo, BMW e Ford, mentre Arianna Ungher (assogomma) ha illustrato i progressi fatti dai pneumatici (e dai componenti in gomma in generale). Qui di seguito, in rapida sintesi, le posizioni dei vari attori impegnati sulla scena dell’ecocompatibilità.

Road Map e cabina di regia. Secondo l’UNRAE, che rappresenta tutte le case estere in Italia, dal 1992 ad oggi le emissioni di CO2 sono calate del 96% e fare meglio degli attuali motori Euro 6 d-Temp è quasi impossibile. Siamo dunque all’alba di una trasformazione epocale che ci porterà verso l’auto elettrica, condivisa e autonoma. Ma perché ciò avvenga va incentivato il rinnovo del parco circolante con misure fiscali; si deve investire su infrastrutture, ovvero sull’installazione di stazioni di ricarica pubbliche e sul sostegno alle iniziative private. «Servono una road map e una cabina di regia perché vengano varati e armonizzati tutti gli interventi regolatori della mobilità» ha concluso Valente.

Multi energia per PSA. La strategia di PSA (Peugeot, Citroen, Ds, Opel) è incentrata sul concetto di “multi energia intelligente”. Nelle gamme del secondo gruppo europeo dell’automotive dovranno convivere ancora per un po’ di tempo motori termici, elettrici, ibridi e ibridi ricaricabili, ma in casa PSA sono consapevoli di vivere un periodo di transizione e che entro 10 anni circolerà in Europa un numero di auto ecologiche 13 volte superiore a quello attuale. «Entro il 2025 – ha detto Freschi - avremo una versione elettrificata per ogni modello della gamma e già nel 2021 ne avremo 15, di cui 7 elettrici e 8 ibridi. Nel frattempo facciamo esperienza ai massimi livelli partecipando al campionato di Formula E, che ci aiuta a programmare il futuro delle auto stradali». E infatti dall’anno prossimo PSA disporrà di nuove batterie e di nuovi sistemi di ricarica di cui si gioveranno sia le auto dei segmenti C e D, realizzate sulla piattaforma EMP2, sia le citycar realizzate su una specifica piattaforma.

La svolta secondo Nissan. Secondo gli esperti della Nissan «nei prossimi 4 anni si registreranno cambiamenti epocali, paragonabili a quelli degli ultimi venti anni». Nel mondo dell’auto potrebbe dunque succedere ciò che è accaduto per i telefonini? In casa Nissan ne sono sicuri. E sostengono, infatti, che «la crescita dell’elettrico sarà tumultuosa, come dimostra il successo della Leaf, l’auto a emissioni zero più venduta nel mondo, che già oggi si distingue dalla massa anche per l’esclusiva soluzione del pedale unico (sollevando il piede dall’acceleratore l’auto frena da sola). Presto, inoltre, la Leaf raggiungerà l’autonomia record di 500 km». Se non bastasse, è stato ricordato che Nissan Italia partecipa al tavolo di lavoro con il Governo per studiare il modo di sostenere il rinnovo del parco auto con incentivi fiscali.

Rimonta italiana con Jeep e Alfa. FCA, come è noto, ha invertito da poco la rotta sulla strada dell’ecocompatibilità, affiancando all’impegno sul gas (soprattutto il metano, il più “pulito” tra i carburanti alternativi) quello sull’elettrificazione. E infatti nel convegno palermitano il responsabile della comunicazione del Gruppo italo-americano, Davide D’amico, ha tenuto a ricordare che dal 2020 sarà disponibile la Jeep Renegade con motorizzazione ibrida. “Sarà la prima ibrida prodotta da noi in Italia e ci fa piacere sottolineare, con un certo orgoglio, che ciò avverrà in uno stabilimento del Sud, a Melfi”. Rispondendo alle domande degli studenti sul ritardo con cui il Made in Italy si affaccia all’ibrido, il rappresentante di FCA ha puntualizzato: “In realtà i sistemi di mobilità alternativa soltanto ora stanno crescendo, noi dunque arriviamo al momento giusto e con piani di crescita che prevedono l’arrivo di una versione ibrida anche per le Alfa Romeo Giulia e Stelvio, il cui pianale è stato progettato per ospitare anche la variante ecologica”. Ciò detto, il rappresentante di FCA ha tenuto a sottolineare che «il Diesel non va demonizzato in quanto è tuttora un motore all’avanguardia, espressione di alta tecnologia».

Il Diesel da salvare. Sulle qualità e sull’efficienza dei motori a gasolio si è speso anche Carlo Mannu, in rappresentaza di Bosch, primo fornitore al mondo di componentistica e di apparati elettronici per auto. In particolare sono stati illustrati gli strabilianti contenuti di una Golf-laboratorio con motore diesel in grado di abbattere le emissioni di NOx. «Abbiamo raggiunto valori straordinari e per di più non sono state registrate variazioni apprezzabili cambiando lo stile di guida. Tutto ciò – è stato spiegato – servirà per affrontare le limitazioni sempre più stringenti, tuttavia siamo ancora alla pura sperimentazione ed è presto per cantare vittoria».

La fuga in avanti di Jaguar. E’ invece realtà, ovvero un prodotto di serie già in vendita, la Jaguar I-Pace, Suv a emissioni zero che ha aperto la strada dell’elettrificazione al gruppo Jaguar-Land Rover. Ne ha parlato Gianfranco Pizzuto, di Jaguar Italia, autodefinitosi “pioniere dell’elettrico” e convinto sostenitori della tesi secondo la quale la gran parte degli scetticismi legati allo sviluppo delle emissioni zero «sarà smentita dai fatti, così come avvenne all’inizio del 900 quando c’era chi sosteneva che l’automobile non avrebbe mai sostituito il cavallo». A sostegno dell’avanzata elettrica giocano - secondo Jaguar – l’evoluzione delle batterie, l’aumento dell’autonomia, l’oggettiva efficienza (“tre volte superiore a quella di un motore termico”) e la riduzione dei costi, che – è stato dichiarato – «entro 5 anni non si differenzieranno da quelli delle auto con motore termico». Ciò detto, anche in casa Jaguar-Land Rover ammettono che «servirebbe una forte lobby, capace di sostenere lo sviluppo della rete di distribuzione e anche l’aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili».

L’automazione secondo Ford. L’innovazione non passa soltanto per l’abolizione dei motori termici: connettività e automazione sono le altre parole chiave del “nuovo che avanza”. E, in certi casi, è un “nuovo” che sbalordisce, e ci fa credere che il futuro sia già oggi. E' il caso del programma sperimentale della Ford chiamato Delivery Van: avviato in collaborazione con la società di consegne a domicilio Postmates, consiste in un sistema autonomo di trasporto, già in fase di sperimentazione a Miami, in base al quale un veicolo commerciale elettrico e a guida autonoma può effettuare una consegna anche al 30° piano di un grattacielo (grazie a un drone). Qualcosa di simile Ford sta sperimentando anche in Michigan, per la consegna di pizze a domicilio. Un video proiettato nella Facoltà d’ingegneria dell’Università di Palermo ha fugato ogni dubbio sulla concretezza del progetto. E ad eventuali scettici è stato ricordato che «quando il digitale e i telefonini hanno rivoluzionato il modo di fare fotografie in casa Kodak nessuno credeva nella crisi della pellicola. Ma oggi la Kodak è fallita e la Apple naviga nell’oro».

BMW: la sicurezza prima di tutto. Secondo BMW, dubbi e scetticismi sulla guida autonoma vanno sconfitti facendo passare un messaggio molto chiaro: l’auto che guida da sola è finalizzata alla sicurezza. «Già oggi – ha detto Alessandro Toffanin, in rappresentanza della Casa tedesca – la guida assistita provoca spesso reazioni legate a una certa mancanza di fiducia, e invece bisogna fidarsi delle auto moderne, tenute sotto controllo da sensori in crescita costante, radar, telecamere… l’auto vedrà molto più di noi e la sua intelligenza artificiale le consentirà di reagire meglio di quanto possa fare un comune mortale al volante».

Il progetto Drive me di Volvo. E il piacere di guida? L’emozione della guida sportiva? Il rombo del motore cancellato per sempre? Su questo tema gli esperti convenuti al “No smog Mobility” di Palermo si sono detti tutti d’accordo: sono valori legati a una generazione di automobilisti in via d’estinzione, i millennials li considerano poco, i loro figli neanche sapranno di che cosa si tratti. Ciò detto, in casa Volvo hanno avviato l’approfondimento della questione avviando un programma denominato “Drive me”: consiste nell’affidare auto sperimentali a guida autonoma a un certo numero di famiglie svedesi, allo scopo di testare le reazioni personali alla guida autonoma.

Il concept 360c. Intanto è stato realizzato il concept 360c, che prefigura l’auto del futuro secondo Volvo: un’auto in grado non solo di abbattere le emissioni nocive e valorizzare connettività e autonomia, ma anche di perseguire l’ambizioso obiettivo di ridurre a zero il numero di morti in incidenti stradali a bordo di vetture costruite dalla Casa svedese. Se non bastasse, la visione futura di Volvo prefigura anche la possibilità di trasformare gli interni dell’auto in un ufficio, in una lounge o addirittura in una camera da letto, con le coperte che fanno da cinture di sicurezza. “Sarà l’alternativa all’aereo” dicono gli autori del progetto. E non chiamateli visionari!

 

  • condividi l'articolo
Lunedì 22 Ottobre 2018 - Ultimo aggiornamento: 23-10-2018 04:10 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
COMMENTA LA NOTIZIA
0 di 0 commenti presenti