BYD Atto 2

Salone di Bruxelles 2025, i cinesi sotto i riflettori: BYD e Leapmotor al top

di Nicola Desiderio
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Tutti li additano come i mostri dai quali difendersi, tutti però vorrebbero che venissero da loro con le loro fabbriche per produrre automobili dando ossigeno a PIL e occupazione. E così, mentre l’Unione Europea ha già alzato la barriera de dazi per arginare i cinesi, ogni singolo stato ha mandato in tintoria il tappeto rosso nel caso qualche casa del Dragone chiedesse di costruire un nuovo stabilimento. Fatto sta che, secondo S&P Global Mobility, nel 2023 i cinesi hanno già raggiunto il 2,5% delle vendite sul Vecchio Continente ed è logico attendersi che lo scorso anno abbiano fatti ulteriori passi avanti. Secondo l’ACEA, l’8% di tutte le elettriche immatricolate dai noi avrebbero già passaporto cinese e il 20% se consideriamo anche quelle prodotte da altre case sotto la Grande Muraglia.

Secondo Dataforce tuttavia in novembre le elettriche cinesi hanno subito una flessione del 12%. Peccato che i figli del Dragone abbiano già preparato le contromosse. La prima è l’arrivo di modelli sempre più numerosi dotati di motore a combustione interna, la seconda è negli stabilimenti che essi costruiranno sul suolo europeo. Al Salone di Bruxelles si sono viste due importanti pedine di questa partita fatta di veti, ricatti e persino ritorsioni. La prima è la BYD Atto 2, il Suv compatto del marchio che oramai è ad un’incollatura da Tesla per le vendite di auto elettriche nel mondo, ma soprattutto è una potente realtà industriale che incorpora al proprio interno un asset fondamentale: l’intera filiera produttiva delle batterie tanto da detenere il 17% del mercato mondiale e da servire con la propria tecnologia molti altri costruttori. L’Atto 2 è lunga 4,31 metri e sarà costruita nel nuovo stabilimento ungherese di Szeged, come previsto dal protocollo d’intesa siglato con il governo di Budapest lo scorso febbraio, dunque questo le permetterà di non passare sotto le forche caudine dei dazi. La nuova BYD è basata sull’architettura e-platform 3.0 con batterie a celle LFP del tipo “cell-to-body” ovvero con l’involucro che fa parte integrante della scocca. Al debutto la capacità sarà di 42,4 kWh con un motore da 130 kW per un’autonomia di 312 km, poi dovrebbero arrivare una versione più capiente e un’altra con motore a scoppio capace di estendere il raggio d’azione della vettura, ma per capire il livello tecnologico raggiunto, basti dire che la Atto 2 pesa solo 1.590 kg e ha già superato le prove di Green NCAP con 5 stelle e il 96% dei voti.

L’altra novità di rilievo che ha scelto Bruxelles per debuttare è la C10 REEV (Range Extender Electric Vehicle), versione ad autonomia estesa del Suv elettrico che è già in listino da qualche mese in Italia insieme alla piccola T03, anche lei esentata dal pagare pegno alla dogana per il fatto che Stellantis ne ha già iniziato l’assemblaggio presso il suo stabilimento polacco di Tichy. La C10 è un Suv lungo 4,74 metri che nella versione ad emissioni zero ha un motore da 160 kW e una batteria da 69,9 kWh per 420 km di autonomia con una sicurezza certificata a 5 stelle EuroNCAP. La versione REEV ha invece una batteria da 28,4 kWh che basta per 145 km dopodiché entra in azione un motore a benzina 1.5 che porta l’autonomia totale a 950 km con un consumo medio dichiarato di 0,4 l/100 km pari a 10 g/km di CO2. Il prezzo annunciato è di 37.400 euro, ovvero mille euro in più rispetto alla versione senza pistoni.


I prossimi arrivi
sono la B10 e la C16 che sarà l’ammiraglia della gamma con l’abitacolo a tre file di sedili 2+2+2 e tecnologie come l’architettura a 800 Volt e l’inverter al carburo di silicio. Nel frattempo anche per la B10 si parla di assemblaggio su territorio comunitario, ma l’iniziale ipotesi polacca pare sia tramontata proprio a causa dei dazi. Il governo di Varsavia infatti ha votato a favore dei dazi e Pechino ha fatto scattare la rappresaglia imponendo a tutti i propri costruttori di sospendere ogni investimento programmato nei paesi “ostili”. E tra questi c’è l’Italia. Per la seconda Leapmotor prodotta in Europa ora si fa l’ipotesi degli impianti slovacco di Trnava o tedesco di Eisenach.

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Giovedì 23 Gennaio 2025 - Ultimo aggiornamento: 12:06 | © RIPRODUZIONE RISERVATA