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ROMA - Pronta al decollo, anzi al debutto. La McLaren P1 sarà presentata in forma ufficiale al prossimo Salone di Ginevra (7-17 marzo) e, dopo essersi mostrata per la prima volta in forma di concept a Parigi lo scorso autunno, è pronta a scoprire tutte le sue prestazioni, che si annunciano incredibili, e a sfidare la nuova Ferrari erede della Enzo, anche lei attesa al debutto alla kermesse svizzera.
Strumentazione da corsa. In attesa di vederla scoprire tutti i dati ufficiali, la casa di Woking ha dato un antipasto della strumentazione su schermo Lcd della nuova hypercar britannica. Oltre alla classica visualizzazione con contagiri a cifre, tachimetro e cambio – con marcia innestata e modalità selezionata – ce ne sarà una da vera auto da corsa denominata Race con la parte superiore costituita da una fila di Led di tre colori che, così come accade sulle monoposto, si accendono progressivamente per avvisare il pilota che deve cambiare la marcia, visualizzata al centro. Poco sotto c’è la temperatura del motore mentre il tachimetro rimane piccolo sulla destra.
Come lei solo la Ferrari. La McLaren P1 sarà insomma la vera erede della F1 e sarà anche la prima ibrida stradale. A supportare infatti il V8 biturbo capace di girare oltre gli 8.000 giri/min, ci sarà anche un elettrico, integrato nel cambio a doppia frizione a 7 rapporti, sfruttando le tecnologie derivate direttamente dal Kers di Formula 1. Si parla di una potenza di oltre 900 cv. Del resto, il punto di forza sul quale il costruttore inglese punta è il travaso delle soluzioni sperimentate in gara sulle auto stradali, proprio come ha sempre fatto la Ferrari. Non esistono infatti altre case al mondo per le quali il legame tra le vetture stradali e quelle da pista è così stretto e, dunque, la garanzie di avere il meglio per raggiungere le prestazioni più elevate.
Una sfida a tre. Il doppio filo pista-strada non riguarda tuttavia solo il sistema di propulsione e la strumentazione, ma inizia dal telaio in fibra di carbonio, cavallo di battaglia della McLaren. Progettato dall’italiano Claudio Santoni, deriva dal sistema Monocell, una vasca centrale alla quale sono collegate le altre parti. Estremamente raffinata l’aerodinamica, dotata di spoiler e deviatori mobili per ottimizzare al massimo la resistenza aerodinamica e la deportanza. A questo proposito, quando il pilota chiederà le massime prestazioni, l’ala posteriore assumerà la posizione di massima deportanza e le barre di torsione limiteranno la corsa delle sospensioni. La P1 assicurerà una deportanza di ben 600 kg a 250 km/h e un rapporto peso potenza di 600 cv per tonnellata. Il prezzo? Si parla di 800mila euro, quindi come la Porsche 918 Spyder, l’altra supersportiva ibrida attesa a Ginevra, e la metà della Ferrari. Inutile dire, che la sfida di annuncia elettrizzante.
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