Una Rolls Royce Phantom V della casa reale inglese

Rolls Royce Phantom, a Londra una mostra dedicata alle otto migliori della storia

di Sergio Troise
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LONDRA - Rolls Royce, come tutti sanno, è il simbolo del lusso su quattro ruote. Ma se si parla di RR Phantom, il concetto di lusso assume contorni particolari: da sempre le Phantom sono le Rolls più eleganti, ricche, ricercate. Sono auto speciali, che fanno sfoggio di equipaggiamenti fuori del comune, in passato persino stravaganti, sempre estremamente costosi.

Per celebrare degnamente la storia di queste Rolls “da mille e una notte” si svolgerà a fine luglio, a Myfair (Londra) una mostra dedicata alle più grandi Phantom di tutti i tempi: otto capolavori prodotti a partire dal 1925 e finiti nelle mani di facoltosi collezionisti sparsi per il mondo: gelosi custodi di queste auto fuori del comune appartenute in passato a celebrità del mondo dello spettacolo, industriali, finanzieri, influenti autorità della politica.

The Great Eight Phantoms, le otto Phantom più grandi, questo il titolo dato alla mostra, nel corso della quale verrà esposta anche la prossima generazione del modello di punta della gamma attuale, affidata com’è noto alla gestione di BMW Group, proprietario del prestigioso marchio britannico dal 1998.

Da un secolo all’altro, Phantom è stata la testimone tutt’altro che discreta di momenti storici significativi, avendo ospitato nei suoi abitacoli/salotto personaggi del calibro del feldmaresciallo Montgomery, con Churchill e Eisenhower; i Betales diretti a Buckingham Palace per ricevere il titolo di baronetti dalla regina Elisabetta; per non dire di Fred Astaire, dei divi di Hollywood e di tante rockstar ignare del concetto di sobrietà.

Finora non è stata ancora rivelata, nel dettaglio, la lista completa delle Phantom famose che si recheranno nella capitale del Regno Unito per la mostra. E’ certo però che ognuno di questi capolavori del miglior made in England ha qualcosa da raccontare. E tra questi c’è sicuramente la Phantom I appartenuta a Fred Astaire, che verrà ceduta in prestito alla mostra dal Museo Petersen di Los Angeles.

Da verificare se ci sarà anche la Phantom I del 1926 recentemente esposta al concorso d’eleganza di Villa d’Este, dove ha stupito tutti per l’originalità e l’opulenza degli interni: il primo proprietario, il finanziere francese Clarence Gasque, pretese infatti che venissero allestiti in stile roccocò, e per ottenere ciò che voleva spiegò alla carrozzeria Charles Clark & Son che gli arredatori avrebbero dovuto ispirarsi a una portantina esposta al Victoria & Albert Museum di Londra con la quale era stata portata in giro Maria Antonietta, regina di Francia nota per il suo sfarzoso stile di vita. Non mancano dunque arazzi, tendine ricamate, legni pregiati, argenti, ottoni, cristalli.

Se all’opulenza di certi equipaggiamenti si aggiunge la tecnica sopraffina del motore 6 cilindri di 7668 cc da 96 cv, si comprenderà perché quella Rolls venne a costare al suo primo proprietario 6.500 sterline, la somma più alta mai pagata per acquistare una Rolls. D’altra parte monsieur Gasque, che era direttore finanziario del Woorwold Group di Londra, si disse da subito pronto a spendere qualsiasi cifra pur di fare un regalo speciale a sua moglie. E proprio per questo quella Rolls è stata soprannominata “Phantom of love”, la Phantom dell’amore.

Ma come si sviluppa il mito della Rolls Royce Phantom? La vettura nasce nel 1925. Viene sviluppata in gran segreto, con il progetto dal nome in codice Eastern Armoured Car. Ciò fa pensare che l’azienda fosse orientata a produrre veicoli militari utilizzati nella prima guerra mondiale, il più famoso quello di Lawrence d’Arabia. Sezioni di lamiera sono state lasciate in giro nella fabbrica in modo da confondere i concorrenti curiosi, desiderosi di raccogliere il segreto per costruire le “migliori automobili nel mondo”.

La Phantom I fu un successo immediato. Il nuovo sei cilindri in linea da 7.668 litri si comportò bene sin dall’inizio, rivelandosi in grado di far viaggiare l’auto ad alto numero di giri senza trasmettere vibrazioni né rumorosità. Gli storici più accreditati raccontano che “la Phantom I era in grado di lunghissime percorrenze alla velocità costante di 80 miglia, senza incorrere in alcun guasto”. Un dettaglio, quest’ultimo, di grande importanza, visto che parliamo degli anni venti, quando le avarie erano all’ordine del giorno sulle poche auto dei comuni mortali.

L’ambizione di Sir Henry Royce, di “prendere il meglio che esiste e renderlo migliore” rapidamente portò alla creazione della Phantom II del 1929. Questa volta con telaio completamente nuovo e motore riprogettato ex novo. La Phantom successiva, la terza della serie, fu l’ultimo progetto del fondatore: Henry Royce morì nel 1933, all’età di 70 anni, dopo aver dedicato circa 12 mesi allo sviluppo di questa nuova Phantom. Il modello finito, con l’impareggiabile motore 12 cilindri, sarebbe stato presentato due anni dopo (1935), mentre la produzione sarebbe stata ostacolata dallo scoppio della seconda guerra mondiale. Solo nel 1947 la nuova carrozzeria venne montata sul telaio approntato nel ’41.

Nel 1950 arrivò la Phantom IV. La vettura doveva essere, originariamente, un esemplare unico per il principe Filippo e l’allora principessa Elisabetta. Tuttavia, una volta vista, ne furono commissionate altre 17, esclusivamente su richiesta di altre famiglie reali e capi di stato di tutto il mondo. Dotata di motore a otto cilindri, si comportava superbamente a bassa velocità (essenziale per la partecipazione alle sfilate). Altro dettaglio importante: la Phantom IV mostra la versione inginocchiata del famoso Spirit of Ecstasy sul cofano.

Phantom V è stata prodotta tra il 1959 e il 1968 e 516 di questi modelli di grande successo sono stati realizzati per clienti speciali, tra cui la Regina Madre, governatori di Hong Kong, il re Olav di Norvegia, John Lennon. Phantom VI è stata la più longeva, essendo rimasta in produzione dal 1968 al 1990. E’ stata anche la meglio introdotta alla corte reale inglese, in particolare con la versione Silver Jubilee, una Phantom col tetto rialzato presentato alla Regina Elisabetta II nel 1977 per celebrare i suoi 25 anni sul trono, e poi utilizzata in occasione delle nozze del Duca e della Duchessa di Cambridge.

Il 2003 è stato l’anno di Phantom VII, accolta come la prima della “nuova vita” della Rolls Royce, approdata nella nuova casa di Goodwood, nel West Sussex. Una linea senza tempo, capace di coniugare al meglio stilemi classici e design contemporaneo, ne ha fatto un capolavoro in grado di rispettare tradizione e innovazione. Il motore è un V12 6,75 litri da 453 cv che assicura prestazioni brillanti, nonostante le imponenti dimensioni. Quanto al comfort, è al top, come tradizione del modello, e non mancano dettagli unici, come gli interassi delle ruote autoraddrizzanti o gli ombrelli rivestiti in teflon e sistemati in una custodia all’interno dell’abitacolo.

La produzione della Phantom VII è cessata tredici anni più tardi, alla fine del 2016. Ma in arrivo c’è ora la Phantom VIII, di cui già circolano alcuni prototipi camuffati. Secondo le prime indiscrezioni (e qualche immagine rubata) l’auto sarà realizzata su un telaio in alluminio e presenterà un design legato alla tradizione ma anche innovativo, con una silhouette più slanciata, fari sottili sul frontale e un nuovo motore sotto al cofano: con ogni probabilità un BMW 12 cilindri biturbo. In seguito potrebbero arrivare anche una versione coupé e una cabrio.
 

 

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Venerdì 2 Giugno 2017 - Ultimo aggiornamento: 04-06-2017 10:08 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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