La Audi Aicon

Audi Aicon, la tecnica al volante del futuro. La casa di Ingolstadt mostra come sarà
la sua ammiraglia fra pochi anni

di Cesare Cappa
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FRANCOFORTE - Quanto vale la guida autonoma per Audi. Da uno a cinque vale proprio quest’ultimo numero. Perché nella classificazione delle vetture dotate di sistemi di assistenza alla guida, è il cinque a rappresentare il livello più “autonomo”. Basta accomodarsi a bordo e il resto è letteralmente nelle mani dell’auto. Le tempistiche circa il futuro della guida autonoma dovranno però fare i conti con i tempi morti della politica che dovrà legiferare a riguardo. In attesa che il futuro diventi realtà, Audi si porta un passo avanti, proponendo al pubblico – rigorosamente in formato concept car – la nuova Aicon. Difficile classificarla come berlina oppure coupé, sta di fatto che pare meglio correlarsi con la fantascienza piuttosto che con la scienza vera e propria. Da qualsiasi punto la si osservi, l’Audi Aicon si posiziona a buon diritto nel segmento F. Le dimensioni sono importanti (lunghezza esterna 5.444, larghezza 2.100 e altezza 1.506 mm) ed il passo da 3.470 mm supera di 240 mm quello della nuova Audi A8 versione lunga.

La cultura del Led arriva a livelli inimmaginabili sino a qualche tempo fa. Tanto che parlare di gruppi ottici potrebbe risultare anacronistico. Perché non si tratta solamente di illuminazione, bensì di informazione. Due realtà agli antipodi allo stato attuale se si parla di autovetture, ma che invece definiscono il lavoro d’ingegneria che distingue la Aicon. Così, raggruppati attorno al single frame, si trovano dei campi luminosi, nei quali sono posizionati oltre 600 pixel tridimensionali configurati in 3D, che si ritrovano pure al posteriore. Le ampie superfici e l’elevato numero di pixel consentono di realizzare grafiche in tutti i colori e animazioni informative. Perché la relazione con Aicon non si limita a coloro che stanno bordo, ma potenzialmente coinvolge chiunque si trovi nelle vicinanze: dai pedoni ai ciclisti. Come? Alcune delle superfici della concept Audi sono in realtà dei display. Ecco perché è possibile creare un contatto visivo con chi si muove attorno ad Aicon, informandolo eventualmente di un potenziale pericolo. E se il pedone è distratto, il celebre elemento di design meglio noto come single frame, lancia una sorta di sguardo, illuminando a dovere il passante. Con i suoi moduli di proiezione, oltre a illuminare con estrema nitidezza strada e zone limitrofe Audi Aicon proietta segnali sulla carreggiata. Così un elemento come l’abbagliante oltre a risultare fuori tempo, non è nemmeno da prendere in considerazione quando un sistema laser provvede a scrutare l’orizzonte.

È però a bordo che si respira il livello 5 di automazione. Per un motivo molto semplice poi, e probabilmente ovvio: l’assenza di volante e pedaliera. Non necessari se a prendere le redini del gioco è soltanto la Aicon. Quindi parlare di minimalismo in abitacolo è dire poco. Tanto più che le sedute, ma sarebbe meglio chiamarle poltrone, sono solamente quattro. Così su Aicon il vero pezzo forte della connettività, è quello delle relazioni che si creano tra i passeggeri, non più distratti dalla guida. Il tradizionale cruscotto diventa un’ampia superficie di appoggio arricchita di display centrale sotto il parabrezza. Le interfacce di comando sono posizionabili in modo variabile nell’area al di sotto dei finestrini. I pannelli di controllo touch, che gestiscono gli elementi di comando e visualizzazione, sono sempre disponibili nel punto più ergonomico, a seconda della posizione dei sedili. L’innovativo “Eye Tracking”, consente il rilevamento dello sguardo tramite sensori collocati nella parte anteriore dell’abitacolo, così che i comandi possano essere impartiti usando soltanto gli occhi. È possibile variare il grado di trasparenza del tetto, mentre la luminosità in abitacolo è regolata da elementi del tipo Oled.

Non si tratta solo di forme o di luci o di livello di guida autonoma, perché il prototipo di Ingolstadt muterà profondamente le regole circa l’autonomia dei veicoli elettrici. E se Tesla ha aperto la strada a distanze “da viaggio”, la Aicon vuole assicurare 700/800 chilometri di percorrenza con una sola carica. Numeri che farebbero impallidire i migliori motori diesel di categoria. Carica per la quale basteranno circa 30 minuti per raggiungere l’80% della capacità disponibile. Questo grazie ad un particolare sistema ad alta tensione da 800 volt. La Aicon sarà però anche equipaggiata con un dispositivo di carica induttiva. Di fatto la batteria dovrà alimentare ben quattro motori elettrici, ciascuno per ruota, che realizzano il complesso del modello quattro di Ingolstadt. La trazione integrale tedesca è supportata da una potenza complessiva di 260 kW e 550 Nm di coppia. Numeri coadiuvati da un sistema di sospensioni pneumatiche che fa il pari con le quattro ruote sterzanti. Perché al di là di tutto è il confort il vero elemento distintivo. Al fine di migliorare l’aerodinamicità in corrispondenza delle ruote, gli ingegneri hanno spostato i freni a disco vicino al motore, sebbene la Aicon si affidi principalmente alla frenata rigenerativa.
 

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Mercoledì 22 Novembre 2017 - Ultimo aggiornamento: 19:58 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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