BMW, l'auto multienergia guida la transizione. Con un margine dell’11% la casa bavarese cavalca il cambiamento
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Il marchio bavarese ha una storia poco più che centenaria perché fu fondato nel 1916, ma entrò nelle competizioni soltanto nel 1938, vincendo la Mille Miglia con il modello 328. Nel dopoguerra corse brevemente in F1 ma senza successo. All’inizio degli anni ‘70 nasce la divisione sportiva Motorsport, che anni dopo verrà ribattezzata M. Questo accresce l’impegno BMW nelle corse e arrivano i primi successi fra gli Anni ‘60 e ‘80 che culminano nel 1987 nella conquista del titolo mondiale Turismo con la M3 guidata dall’italiano Roberto Ravaglia. Nel 1982 la BMW decide di tornare in F1 come fornitore di motori per la Brabham.
L’anno dopo, grazie a Nelson Piquet, diventa la prima marca a vincere il mondiale con un propulsore turbo. Nel 1999 arriva anche il successo alla 24 Ore di Le Mans con la sport prototipo BMW V12 guidata dall’italiano Piero Martini. Negli anni Duemila la BMW torna in F1 sempre come motorista del team Williams, contrastando la Ferrari ma senza riuscire a batterla. Nel 2006 la BMW rileva il team svizzero Sauber e diventa Costruttore F1 a tutti gli effetti: ottiene una sola vittoria in 5 anni. Abbandonata la F1, continua a correre nel mondiale Turismo WTCC e nel DTM.
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