Una panoramica del salone nautico di Genova dello scorso anno

Ucina-5 Stelle: dialogo aperto sui problemi della nautica. Risolto il caso dei fuoribordo senza patente 2 tempi 40 hp

di Sergio Troise
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ROMA - Via libera ai diportisti “senza patente”, ovvero ai proprietari di piccole imbarcazioni motorizzate con fuoribordo a 2 tempi con potenza dichiarata di 40 hp. Dopo una serie di incontri chiarificatori tra Ucina/Confindustria nautica, funzionari ministeriali ed esponenti del governo, è stato risolto il problema dell’esenzione dall’obbligo di patente, privilegio previsto dalla legge ma rimesso inopinatamente in discussione dal Codice della Nautica per effetto di una svista nella stesura del testo all’articolo 39: lì dove si fa riferimento ai motori a 2 tempi a iniezione diretta si parla infatti di obbligo di patente per le cilindrate superiori a 750 cc ancorché di potenza inferiore ai 40 cavalli.

Per non compromettere la stagione estiva 2018 dei diportisti e delle aziende coinvolte (in testa Evinrude), Ucina si è affrettata a chiedere un rimedio al legislatore. E dopo una serie di incontri, culminati in un tavolo di confronto svoltosi il 25 luglio a Roma, negli uffici della Camera dei deputati, il problema è stato risolto con piena soddisfazione di tutti. Per i fuoribordo a 2 tempi è stato ottenuto infatti il differimento della norma che introduceva la patente per le cilindrate superiori a 750 cc. Sul piano tecnico-procedurale la richiesta di modifica dell’art. 39 del Codice accolta dal Governo è stata inserita nel cosiddetto decreto Milleproroghe, con efficacia dal 26 luglio 2018. Per un Paese come il nostro, finora dominato da una burocrazia ossessiva, un’autentica svolta!

«Ringrazio il sottosegretario Edoardo Rixi e tutta la struttura dei Trasporti per il grande lavoro svolto» ha dichiarato con soddisfazione la presidente di Ucina, Carla Demaria. In perfetta sintonia Maurizio Selva, responsabile della sezione Motori dell’organizzazione confindustriale: «La stagione è in salvo – ha sospirato - e questo è un bene non solo per migliaia di diportisti ma anche per centinaia di aziende di locazione di piccoli natanti».

Ciò detto, vale la pena aggiungere che il provvedimento ha valore provvisorio, fino a gennaio 2019. Dopodiché sarà necessario trovare una soluzione definitiva al problema, che rimane di stretta attualità vista la disparità di vedute tra sostenitori dell’esenzione di patente per le piccole imbarcazioni con motori fuoribordo di potenza inferiore a 40 cavalli e coloro che invece spingono per introdurre l’obbligo per tutti, in nome della sicurezza in mare.

Ma il caso patenti non è l’unico al centro dell’attenzione. Se è vero che la ripresa della nautica è un dato di fatto certo e incontrovertibile, è anche vero che gli operatori del settore e gli stessi diportisti mantengono un atteggiamento vigile su tutti i temi all’ordine del giorno: sono numerose infatti le questioni avviate a soluzione con il precedente Governo e sarebbe delittuoso dover ricominciare tutto ex novo con le nuove controparti. In questa ottica si è svolto mercoledì 25 luglio, a Roma, presso gli uffici della Camera dei deputati, l’incontro tra la Demaria e due esponenti di spicco del Movimento 5 Stelle: il presidente del gruppo, Francesco D’Uva, e il presidente dei deputati in Commissione Industria, Andrea Vallascas.

Durante l’incontro sono stati presentati i numeri del settore e le sue potenzialità di sviluppo, specialmente con riguardo all’occupazione. «Pochi nel nostro Paese sanno che l’industria nautica occupa circa 20.000 addetti diretti, ma con la filiera, che è la sua vera forza, grazie a servizi, rimessaggio e turismo nautico, raggiungiamo i 180.000 addetti», ha spiegato la presidente di Ucina, che ha poi illustrato i principali nodi da sciogliere per sostenere lo sviluppo del settore.

Fra i punti toccati, figura la necessità di creare un contratto di lavoro per il comparto nautico: problema antico, che da sempre penalizza le aziende e il personale, ignorando le esigenze anche stagionali degli operatori, costretti a utilizzare contestualmente i contratti di metalmeccanico, del settore gomma, plastica e chimico.

Altra questione sul tappeto da tempo è la necessaria riforma del demanio, con il tanto atteso ripristino di un sistema specifico di evidenza pubblica per i porti (diverso dalla Bolkestein, che non è applicata con reciprocità dagli altri stati dell’Unione europea) e la cessazione del contenzioso sui canoni, che sta portando al fallimento diverse strutture del diporto.

All’attenzione dei politici sono state riportate, inoltre, altre tre questioni rimaste in sospeso: la necessità di varare i decreti attuativi per alcune delle riforme previste dal nuovo Codice della nautica; l’implementazione del Registro telematico delle unità da diporto (il cosiddetto PRA del mare) e lo studio di fattibilità del trattamento di fine vita delle unità in disarmo.

 

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Lunedì 30 Luglio 2018 - Ultimo aggiornamento: 31-07-2018 10:48 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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