Il porto di Rapallo distrutto dalla mareggiata

Lettera degli operatori al premier Conte: «Nautica in ginocchio, misure urgenti per il comparto colpito dalle mareggiate»

di Sergio Troise
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ROMA - L’ondata di maltempo senza precedenti che ha investito l’Italia ha provocato vittime e danni tra la popolazione, ma non solo. Le mareggiate che hanno imperversato lungo le coste hanno provocato danni gravissimi anche ai porti turistici e ai cantieri nautici disseminati tra Liguria, Toscana, Lazio, Campania, Calabria, Puglia, Marche, Emilia Romagna, per non dire delle isole. Impossibile, per ora, quantificare nel dettaglio l’entità dei danni, ma non si contano le barche affondate e i capannoni allagati o addirittura distrutti.

Per questo motivo gli operatori del settore che si riconoscono in Nautica Italiana (oltre 100 aziende rappresentative del miglior Made in Italy) si sono rivolti al presidente del Consiglio Giuseppe Conte con una lettera-appello in cui si chiede di intraprendere «iniziative straordinarie a sostegno dell’intero comparto». In calce la firma del presidente dell’associazione, Lamberto Tacoli, che è anche il numero 1 di Perini Navi, e di personalità di spicco del settore come Michele Gavino, di Baglietto; Giovanna Vitelli, di Azimut-Benetti; Claudio Galbo, di Fincantieri; Matteo Italo Ratti, di Marina Cala de’ Medici; Daniele Guidi, vice presidente dell’associazione con delega ad accessoristica e sostenibilità.

Nella lettera al premier viene precisato che l’appello a difesa degli operatori nautici non viene fatto esclusivamente a nome di Nautica Italiana «ma di tutte le aziende colpite e dell’intero comparto, a prescindere dalle diverse realtà associative di riferimento». Una puntualizzazione che coinvolge dunque anche gli operatori del settore aderenti a Ucina e, soprattutto, i concessionari di marine e porti turistici, a proposito dei quali si fa notare nella missiva che «sono penalizzati dall’aver effettuato rilevanti investimenti non ammortizzati e si trovano ora a contare decine di milioni di euro di danni».

Ricordando la posizione strategica dell’Italia, distesa come un pontile nel Mediterraneo, con 7500 chilometri di coste e uno straordinario potenziale legato allo sviluppo dell’economia costiera e dell’entroterra collegato, gli operatori di Nautica Italiana ricordano al capo del Governo come la nautica da diporto possa rappresentare per il Paese «un importante polmone produttivo, occupazionale, dei trasporti e ricettivo». E dunque scrivono: «Non possiamo non sottolineare come non risolvere oggi questa complessiva problematica implicherebbe non solo l’irreversibile crisi nelle località colpite… ma sfiducerebbe l’intero settore che, da decenni, con i propri investimenti e il proprio lavoro quotidiano concorre significativamente allo sviluppo economico del Paese».

«Intervenire con tutti i mezzi necessari a favore di questa importante filiera della nostra economia” è dunque la richiesta avanzata al Governo. In particolare, tra le specifiche misure sollecitate, spiccano «l’adozione urgente di incentivi per il recupero e lo smaltimento delle infrastrutture e delle imbarcazioni andate distrutte» e la presentazione di «un piano di governo del territorio su vasta scala mediante un master plan dell’intero perimetro costiero, la cui attuazione e gestione sia demandata alle amministrazioni locali».

Altre richieste riguardano agevolazioni fiscali per le aziende colpite, con la sospensione temporanea dei canoni demaniali, della Tari e dell’IMU; lo snellimento di certe procedure burocratiche e la semplificazione di tutti i procedimenti per le autorizzazioni, in modo da consentire la tempestività degli interventi di messa in sicurezza delle strutture portuali, di contenimento o risoluzione dei rischi idrogeologici».

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Mercoledì 7 Novembre 2018 - Ultimo aggiornamento: 15:24 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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