Mike Manley, ceo di Fca

Fca, 5 miliardi di investimenti in Italia. Il piano di Manley e Gorlier prevede la piena occupazione

di Giorgio Ursicino
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TORINO - Cinque miliardi per l’Italia. Per lanciare nuovi modelli, avviare la svolta verso una corposa elettrificazione e riportare tutti gli impianti di Fiat Chrysler nella Penisola a completa occupazione, come sempre sostenuto dall’azionista di riferimento e dai vertici dell’azienda. L’importante investimento collocato nell’ambito del triennio 2019-2021 è stato annunciato da Michael Manley e Pietro Gorlier (rispettivamente ceo e capo della “region” Emea del gigante italo-americano) nell’incontro con i sindacati ieri a Mirafiori. I rappresentanti dei lavoratori hanno esternato soddisfazione, così come il governatore del Piemonte, Sergio Chiamparino. La Borsa ha gradito e il titolo si è rafforzato dello 0,9% chiudendo a 14,73 euro.

Molti degli annunci erano attesi, ma sono tutti di notevole portata. Ad aprire la riunione è stato il top manager britannico che per essere presente ha rinunciato al salone in corso a Los Angeles dove la Jeep ha svelato il pick-up Gladiator: «Mirafiori rappresenterà la prima installazione della piattaforma totalmente elettrica che sarà applicata sulla nuova Fiat 500 e che potrà essere utilizzata per altri modelli a livello globale. Ulteriori investimenti su Jeep, Alfa Romeo e Fiat porteranno benefici derivanti dall’utilizzo della capacità produttiva esistente, dalle economie di scala e dalle efficienze sugli acquisti conseguenti all’utilizzo di un’architettura comune e dello stesso sistema Plug-in Hybrid Electric. Il tutto preservando i tratti caratteristici dei diversi brand».

Ad entrare nel dettaglio è stato il dirigente piemontese che conserva la guida della strategica Mopar. Nel biennio arriveranno sul mercato 13 novità fra modelli completamente nuovi e importanti restlyling. Il focus è sui motori elettrici e sulla tecnologia dei veicoli a batterie, ma Gorlier ha ribadito l’impegno anche sui propulsori a benzina di ultimissima generazione, mostrando cautela sull’uscita dal gasolio. L’impianto di Termoli produrrà i propulsori FireFly 1.0 e 1.3 turbo, aspirati e ibridi.

«Non so quanti diesel venderemo nel 2022, la domanda è in calo, ma è ancora importante, soprattutto sui veicoli da lavoro. Prima o poi la produzione di questo motore verrà interrotta, ma la tempistica annunciata a Balocco era una data un po’ troppo aggressiva». Mirafiori, quindi, tornerà ad essere uno stabilimento griffato Fiat e potrà fregiarsi dell’avanguardia tecnologica visto che produrrà la 500 elettrica in vendita fra poco più di un anno, all’inizio del 2020. A Torino anche le versioni elettriche ed ibride della Maserati. «Si rafforza il polo del lusso piemontese, la 500 elettrica è un modello premium», ha spiegato Gorlier. Melfi sarà sempre più Jeep poiché assemblerà la versione europea del Suv di grande successo Compass e la Renegade ibrida plug-in, con spina per la ricarica e la capacità di percorrere una distanza significativa ad emissioni zero.

L’impianto Alfa di Cassino accoglierà la nascita di un Suv Maserati più compatto di Levante che probabilmente condividerà parte dell’architettura con Giulia e Stelvio. Uscirà da Pomigliano, invece, il Suv compatto Alfa Romeo e l’impianto sarà in grado anche di gestire le motorizzazioni ibride plug-in. Gorlier ha invece frenato sull’uscita della Panda: «Non è il momento di parlare di questo tema, non sarà lei il modello per la Polonia. Ora ci siamo concentrati sugli impianti italiani, ma stiamo lavorando sul piano per resto d’Europa ed a breve ci saranno novità. La fabbrica polacca per noi è molto importante, produce la 500 e la Lancia Ypsilon».
Non è esclusa a Thychy una versione mild-hybrid della 500, la stessa tecnologia che utilizzerà Pomigliano per la Panda.

Gorlier ha ricordato il compianto Sergio Marchionne ideatore del piano industriale che ora Fca sta attuando: «La perdita di Sergio è stato un evento molto traumatico, per me anche personale». Poi ha raffreddato le voci sulla cessione della Comau: «Non rientra nel perimetro delle mie responsabilità, ma non ne ho sentito parlare, credo si tratti più che altro di speculazioni». Molto positivi i commenti dei sindacati firmatari del contratto: «Ci sono aziende che scappano dal nostro paese e GM ha annunciato la chiusura di stabilimenti in America. Noi abbiamo sempre creduto e collaborato con questa azienda che ora investe 5 miliardi». Una cifra che Gorlier ha specificato è solo l’inizio.
 

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Venerdì 30 Novembre 2018 - Ultimo aggiornamento: 02-12-2018 04:56 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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