Incidenti auto, ogni anno nel mondo un milione 350mila morti sulle strade

Incidenti auto, ogni anno nel mondo un milione 350mila morti sulle strade

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ROMA - Le strade uccidono più del virus Hiv o della tubercolosi, e tra le persone tra 5 e 29 anni sono ormai la prima causa di morte al mondo mentre in generale sono l’ottava. Il bollettino annuale dell’Oms, pubblicato oggi, sottolinea che la strage è costante negli ultimi anni, nonostante esistano politiche e dispositivi già ben sperimentati che potrebbero far scendere il conto dei morti, che è di 1,35 milioni, la popolazione di una città come Milano che sparisce ogni anno. Il tasso di mortalità per incidenti stradali, che è rimasto globalmente costante negli ultimi 15 anni, è tre volte più alto nei paesi a basso reddito, che hanno il 90% dei morti pur detenendo poco più del 60% del parco auto.

In Africa è di 26,6 ogni 100mila abitanti, mentre in Europa è 9,9 ogni 100mila. La regione europea, insieme ad America e Pacifico Occidentale, è tra quelle in cui la cifra è in diminuzione. Per quanto riguarda la tipologia di vittime il 26% sono pedoni o ciclisti, mentre il 28% piloti o passeggeri di veicoli a due ruote a motore, e ai morti si aggiungono 20-50 milioni di feriti, che spesso riportano disabilità. L’Italia nel documento figura tra i paesi con meno morti sulle strade, 5,5 ogni 100mila abitanti, lo stesso della Francia, e in generale le politiche sul tema sono promosse, anche se la scheda relativa al nostro paese lamenta una bassa percentuale di bambini che adottano i sistemi di sicurezza, il 38%, e anche di persone che usano le cinture, il 62% nei sedili anteriori e appena il 15% in quelli posteriori.

«Le morti sulla strada sono un prezzo inaccettabile per la mobilità - afferma il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus -. Non ci sono scuse per l’inazione, questo è un problema con soluzioni provate». Ad essere più colpiti sono i maschi, che sotto i 25 anni hanno un rischio tre volte maggiore delle coetanee di morire in un incidente. «La sicurezza stradale è un problema che non riceve da nessuna parte l’attenzione che merita - sottolinea Michael Bloomberg, ambasciatore dell’Oms per le malattie non trasmissibili -, ed è realmente una delle maggiori opportunità che abbiamo di salvare vite nel mondo. Sappiamo quali interventi funzionano. Politiche forti e controlli serrati, progettazione intelligente delle strade e campagne efficaci per il pubblico possono risparmiare milioni di vite nei prossimi decenni». Tra i fattori che aumentano i rischi, sottolinea l’Oms, c’è la velocità. Se un pedone viene colpito da un’ auto a 60 all’ora, ricorda il documento, il rischio di morte cresce di 4,5 volte rispetto a un impatto a 45 chilometri all’ora.

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Sabato 8 Dicembre 2018 - Ultimo aggiornamento: 03:56 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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