Lucio De Sanctis con il pilota Geki Russo

Addio a Lucio De Sanctis, pietra miliare dell'automobilisto e del giornalismo romano

di Franco Carmignani
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Ricordare Lucio De Sanctis, scomparso a 83 anni, non è facile sia per il rapporto di amicizia che aveva con tutti sia per lo spessore del personaggio, dotato tra l’altro di un’educazione e di una gentilezza fuori dal comune. L’avevamo sentito pochi giorni fa. Un collezionista che sta restaurando una sua F3 voleva incontrarlo per verificare dei dettagli della sospensione. “Scusami, non sto bene, non me la sento”, però si è adoperato per recuperare il numero di un suo vecchio meccanico per aiutarci comunque.

Nato nel 1935, Lucio è cresciuto tra i motori. Il padre, il “Sor Gino” dopo essersi trasferito da Manoppello, in provincia di Pescara, a Roma dove ha impiantato una società di noleggio autocorriere che gli garantisce una solida posizione economica, prende la strada delle Mille Miglia. Nel dopo guerra Gino De Sanctis è un pilota vincente nella categoria turismo. E’ campione italiano e campione della montagna con vetture che si prepara in casa. In breve l’officina di Via Arno si trasforma in un punto di riferimento degli sportivi romani.

Lucio che frequenta la facoltà d’ingegneria comincia a correre a sua volta. Vince il Campionato Universitario, frequentato anche da Umberto Agnelli. Siamo nella seconda metà degli anni cinquanta ed è un momento importante per l’automobilismo italiano. Nasce la Formula Junior, con componenti derivati da Fiat 1100 o Fiat 600. Gino e Lucio accettano la sfida, anzi in controcorrente con gli altri costruttori sono i primi a schierare una monoposto con il motore posteriore.

“Noi come De Sanctis, nel 1958, abbiamo presentato la nostra prima “macchinetta”, una Formula Junior 750, un “gingilletto” che è ancora in circolazione, è a Milano, tenuta molto bene” è Lucio che parla. “Vallelunga fu importante per noi per lo sviluppo della macchina, ma anche con un risvolto negativo, perché alla fine ci siamo accorti che ci aveva un po’ ghettizzato. A Vallelunga, per quanto ci riguarda – sto parlando della De Sanctis - eravamo un po’ i dominatori. Era ben difficile venirci a battere a Roma. Mentre, quando ci siamo “allargati” a Monza, e in un primo tempo siamo stati costretti a farlo, abbiamo avuto un duplice risultato negativo, uno di natura economica, perché spostarci al nord sia per le gare sia per i collaudi comportava delle spese aggiuntive”.

E ‘uno dei periodi più vivaci dell’automobilismo e della De Sanctis. Nonostante l’arrivo delle più sofisticate macchine inglesi, la casa di Via Arno, che sfoggia il nuovo logo dei tre diamanti ispirato da Gianni Bulgari, sforna le migliori monoposto della formula cadetta, con le quali corrono e vincono Antonio Maglione, “Geki” Russo, Massimo Natili. Il trend vincente, che abbraccia anche le vetture turismo, gran turismo e sport, preparate dal “Sor Gino” e da Lucio, prosegue fino a fine anni sessanta. Via Arno, che è a due passi dal “Piper” è sempre più un ritrovo di appassionati, ora che i De Sanctis hanno un fantino inglese, Jonathan Williams, che si meriterà la chiamata di Ferrari, che assieme all’Ing. Forghieri ha stima del costruttore romano.

Intanto nasce la Formula 850, è un’altra occasione di successo per De Sanctis. Ma i tempi stanno cambiando, la dimensione artigianale sta cedendo il passo a un format industriale.

“Avevamo un grande nome ma eravamo piccoli! e il grosso movimento degli sponsor è iniziato solo qualche anno dopo…Mio padre più che i conti economici privilegiava lo sviluppo, a differenza di altri costruttori che guardavano maggiormente l’aspetto commerciale, e non solo le corse”.

Dopo aver tentato la carta della nuova e moderna sede in Via delle Cave di Pietralata, Lucio lascia l’impresa e d’ora in poi si dedicherà al giornalismo fino a diventare capo ufficio stampa ACI, e animatore di popolari rubriche radiofoniche.

Rimane l’amarezza non sopita di quello strappo con il “Sor Gino”.

Tre anni fa il “De Sanctis Day” organizzato a Formello dal “Club Amici di Vallelunga” è stato il grande giorno. Lucio non solo ha voluto celebrare il “Sor Gino” assieme al fratello Raimondo e a tanti amici, ma ha ritrovato di colpo quell’entusiasmo genuino che era alla base dei tanti successi e della fama della piccola grande De Sanctis.

Ciao Lucio.

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Giovedì 31 Gennaio 2019 - Ultimo aggiornamento: 17:48 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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