Pietro Innocenti, direttore generale di Porsche Italia

Innocenti (Porsche Italia): «Molto interesse per l'arrivo della Taycan, e la Macan sarà solo elettrica»

di Mattia Eccheli
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GINEVRA – «Nel 2018 abbiamo venduto 5.300 macchine e non mi sorprenderei se chiudessimo quest'anno con una crescita significativa, potenzialmente anche in doppia cifra». Pietro Innocenti, direttore generale di Porsche Italia, sorride. Il numero non lo dice, ma è evidente che l'obiettivo si attesta a quota seimila. Per un costruttore blasonato, ma pur sempre di nicchia, si tratterebbe di un risultato importante. Al quale contribuirà solo in minima parte la nuova Taycan, la sportiva elettrica che debutta in autunno ed il cui peso inciderà sui volumi del 2020. E poi c'è la nuova 911 cabrio.
 

«È sempre più un'auto senza tempo – spiega il manager - È un modello che rimane fedele al progetto iniziale. Viene costantemente aggiornata, ma sempre nel rispetto di quello che era. La cura certosina nei dettagli che si richiamo alle prime 911 è evidente, ad esempio con il ricorso al legno».

La 911 è destinata a non diventare elettrica...

«...Ma è predisposta per un'eventuale soluzione ibrida».

E agli italiani continua a piacere molto.

«Lo scorso anno ne abbiamo venduti poco meno di mille esemplari, cioè quasi un quinto dei nostri volumi. È una macchina dalle linee pulite e razionali».

Il modello più venduto è un Suv, la Macan, che diventerà solo a zero emissioni.

«La scelta è stata presa, ma ci vorrà ancora qualche anno. Quando arriverà garantirà prestazioni che ne faranno un modello interessante. Ma intanto pensiamo all'arrivo della Taycan».

Si parla di ventimila prenotazioni a livello globale: e in Italia?

«A livello di paesi è stato deciso di non dare questo dato. Ma anche in Italia c'è interesse. Soprattutto a nord, posso aggiungere».

I clienti si chiedono come faranno a ricaricarla.

«Come costruttore cerchiamo di rispondere direttamente a questa domanda, anche se non tutto è sotto il nostro controllo».

Parliamo di ciò che dipende da voi, allora.

«Tanto per cominciare il consorzio Ionity, partecipato dal nostro gruppo, dovrebbe completare entro l'anno una rete di una quarantina di punti di ricarica in tutto il paese, lungo le autostrade. Poi, presso ciascuno dei nostri concessionari verranno installate delle stazioni con almeno due 'prese'. Con l'operazione 'destination charging' stiamo coinvolgendo quegli esercizi che hanno clienti Porsche ed ai quali forniremmo l'hardware per la gestione di una stazione di ricarica: diciamo che potrebbero essere altri duecento punti per il...rifornimento».

I clienti italiani di Porsche sono soprattutto uomini.

«È vero, diciamo attorno all'85%. Ma per un modello come la Macan le donne sono quasi un quarto».

Avevate lanciato la formula “flex drive”, per disporre di una Porsche nei giorni lavorativi e di un'altra nel fine settimana. Com'è andata?

«Era un esperimento e non è c'è stata un'esplosione a livello numerico: non ce l'aspettavamo nemmeno. Ma l'esperienza ci è servita per capire il tipo di domanda, anche perché la rata è di quelle per automobilisti con una certa capacità di spesa. Così adesso stiamo valutando anche un noleggio mirato per determinate località turistiche. E anche una formula dedicata all'usato».

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Mercoledì 24 Aprile 2019 - Ultimo aggiornamento: 19:52 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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