La Mazda CX-30

Mazda, al volante della CX-30. Elegante ed innovativa ha motori brillanti ed ecologici

di Sergio Troise
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GIRONA - Sono in corso grandi manovre sull’asse Hiroshima-Francoforte, lì dove si sviluppano i progetti di Mazda, piccola ma ambiziosa Casa giapponese da sempre in prima linea nell’innovazione, anche a costo di sacrificare qualche quota di mercato, come avvenne negli anni 90 con il sofisticato motore rotativo, rimasto incompreso nonostante lo straordinario potenziale e l’indimenticabile vittoria a Le Mans (1991).

Il piano Sustenible Zoom Zoom 2030 prevede lo sviluppo di nuove tecnologie, con l’introduzione di motori ibridi ed elettrici accanto a versioni sempre più aggiornate di motori benzina e diesel; la conferma di trazioni anteriori e integrali, di cambi manuali e automatici; la disponibilità di sistemi di assistenza alla guida sempre più sofisticati, il miglioramento della sicurezza attiva e passiva.

Alla base di tutto ci sarà sempre l’attenzione estrema al rispetto di regole consolidate, di matrice tipicamente giapponese, come l’applicazione della filosofia Kodo, ovvero “la capacità di far trasparire la vita dalle nostre auto”, come è stato ricordato in occasione del lancio della CX-30, terzo crossover della gamma Mazda in arrivo sul mercato italiano il 21 settembre (previsti due weekend porte aperte, il 21-22 e il 28-29), ma già ordinabile dall’inizio del mese.

La nuova Mazda CX-30 è disponibile con tre diverse motorizzazioni, D, G e X, tutte omologate Euro 6d. La prima adotta un brillante diesel 1.8 con potenza di 116 cv/270 Nm; la seconda un tranquillo 2.0 litri benzina mild hybrid da 122 cv; la terza un potente e sofisticato benzina mild hybrid da 180 cv/224Nm in grado di assicurare buone prestazioni senza incidere su consumi ed emissioni. Più in là arriveranno, già entro il 2020, la prima Mazda totalmente elettrica e, nel 2021, la prima ibrida plug-in.

La CX-30 – sia chiaro - non è un’auto rivoluzionaria, ma rappresenta una sorta di sintesi perfetta di quanto fatto finora da Mazda nei segmenti inferiori e superiori di questo comparto del mercato che non conosce crisi. “Per il nostro nuovo crossover non ci siamo limitati a un copia e incolla delle migliori soluzioni stilistiche sperimentate su altre auto della nostra gamma, ma abbiamo lavorato con la tradizionale attenzione alla definizione di un design capace di innovare senza allontanarsi troppo da ciò che finora è piaciuto ai nostri clienti” ha spiegato Claudio Di Benedetto, di Mazda Italia, aggiungendo che “la ricerca spasmodica di elementi di novità ha comportato la riprogettazione di dettagli tutti da scoprire come le cerniere delle porte o la leva del cambio che sembra una scultura prodotta artigianalmente, pur essendo un componente modernissimo”.

La formula adottata è semplice: in casa Mazda hanno attribuito un valore a tutto ciò che ha incontrato il favore della clientela finora rivoltasi ai prodotti dei segmenti C e D (CX-3 e CX-5). E sono giunti alla conclusione che andava proposto un crossover di dimensioni intermedie (4,395 metri “contro” i 4,28 della CX-3 e i 4,455 della CX-5), dal design sofisticato; che fosse “molto vicino” alla classe premium; in grado di assicurare versatilità, comfort, dotazioni ricche, tecnologia evoluta e prezzo interessante.

Su quest’ultimo aspetto è stato necessario guardare non solo in casa ma anche alla concorrenza, che tra i tanti competitors include pezzi da 90 come VW T-Roc, Nissan Qashqai e Toyota CH-R Hybrid. “Tutti concorrenti di primissimo livello e con prodotti di qualità riconosciuta” dicono in Mazda Italia. “Però – aggiungono – loro vendono non solo ottime auto, ma anche gli sconti. E’ una politica diffusissima nel nostro Paese, che noi non condividiamo. Pertanto la nuova Mazda CX-30 viene da noi proposta con prezzi di listino che partono da 24.750 euro e arrivano a 33.950, differenziandosi in base alle motorizzazioni e agli allestimenti prescelti” (Evolve, Executive e Exceed, ndr).

Il listino – vale la pena ricordarlo - prevede incrementi fissi di 2.200 euro per la trazione integrale AWD e di 2.000 euro per il cambio automatico (in alternativa al manuale 6 marce). Ciò detto, nella fase iniziale della commercializzazione Mazda Italia offre agli acquirenti 5 anni e 200.000 km di garanzia (invece di 3 anni e 100.000 km), i primi cinque tagliandi gratuiti e sconto del 30% sugli accessori.

Vista e provata in anteprima sulle strade della Catalogna, la nuova Mazda CX-30 ha dimostrato di avere le carte in regola per soddisfare le aspettative della Casa giapponese, dichiaratasi “talmente sicura della bontà del prodotto da prevedere vendite record in tutta Europa”. Tanta fiducia è legata, come detto, alla consapevolezza di aver lavorato al meglio su aspetti chiave come lo stile, il comfort, la fruibilità dello spazio a bordo, la versatilità, tutti valori primari per chi acquista un crossover di dimensioni medie, in questo caso capace di affacciarsi senza impacci nella classe premium, vista la cura messa nella scelta dei materiali e nell’abbondanza delle dotazioni. “Ci siamo affidati al MA, concetto giapponese che vuol dire accoglienza e ampiezza” dicono ancora in casa Mazda, aggiungendo che “l’obiettivo dell’azienda è fare in modo che guidare sia facile e naturale come camminare”.

In questa ottica è stata concepita la progettazione del posto di guida, con sedili studiati per ottimizzare le posizioni del bacino, della schiena e della testa (non mancano le regolazioni elettriche, con tanto di supporto lombare). La strumentazione, che si avvale di uno schermo da 8,8 pollici integrato dall’head-up display (non di serie su tutte le versioni), è semplice quanto ricca, chiara e ben leggibile, con tre strumenti circolari (su alcune versioni uno è digitale).

Lo spazio per i passeggeri (l’auto è omologata per 5 posti, ma si sta meglio in 4) offre margini adeguati per le ginocchia, ancora meglio per le spalle; il vano bagagli misura 430 litri, si apre e chiude con un sistema automatico ed è configurabile in vari modi, in base alle esigenze di carico, fino a totalizzare 1406 litri (qualcosina in meno le versioni con trazione integrale AWD). La qualità dei materiali è degna di una vettura di classe premium e, ovviamente, non manca un adeguato sistema di climatizzazione. Ma il top, in materia di dotazioni di qualità, viene dall’impianto audio Bose (optional) con 12 altoparlanti.

Al volante ci si sente subito a proprio agio, vista la facilità con cui si può scegliere la posizione di guida ideale. Come fan tutti, anche Mazda parla di “comandi intuitivi e facili da usare”; in realtà bisogna studiare con calma il funzionamento prima di mettersi in viaggio, essendoci ben 10 pulsanti solo sul volante e richiedendo il navigatore (peraltro precisissimo) una impostazione piuttosto laboriosa, tramite una manopola sistemata al centro della console, tra i due sedili, dalla quale si governano anche i sistemi Android e Apple.

La visibilità è molto buona, grazie anche ai montanti piuttosto sottili, che non condizionano l’ingresso nelle curve o l’avvicinamento agli incroci. Ma a supporto della sicurezza di marcia ci sono, ovviamente, anche tutti i dispositivi di assistenza alla guida di ultima generazione, tra i quali spicca l’inedita telecamera a raggi infrarossi che sorveglia l’attenzione del guidatore rilevandone la stanchezza attraverso il monitoraggio delle palpebre. Particolare interessante, il sistema è in grado di sorvegliare gli occhi di chi sta al volante anche attraverso le lenti da sole: è accertato, infatti, che la maggioranza degli incidenti provocati dalla sonnolenza avviene non di notte ma di giorno.

Dei tre motori, il più equilibrato ci è sembrato il Diesel, tipologia sulla quale Mazda promette di insistere ancora, nonostante il cataclisma provocato in Italia dai divieti imposti in città come Milano, Torino e Roma, dove i concessionari ora vogliono solo motori a benzina di cui una volta vendevano sì e no una unità al mese. “Anche se il nostro diesel Euro 6 dTemp è all’avanguardia per contenimento di consumi ed emissioni, sia di CO2 che di Nox, siamo arrivati al punto che alcuni concessionari non richiedono più auto con motorizzazioni a gasolio” informa la filiazione italiana della Casa di Hiroshima. “Ma per fortuna – viene aggiunto – vendiamo in 130 Paesi del mondo e la casa madre non ci impone quote diesel”.

Ciò detto, vale la pena sottolineare che la nuova CX-30 D ha un comportamento dinamico di prim’ordine, dimostrandosi probabilmente la più riuscita tra le tre versioni disponibili: coppia adeguata, prontezza di risposta a tutti i regimi, brillantezza e silenziosità ne fanno un prodotto di qualità indiscutibile e la segnalano come un crossover ideale sia per l’uso quotidiano su percorsi urbani sia come ottima stradista.

Meno stimolante è la guida della CX-30 G con motore benzina mild hybrid 2.0 litri da 122 cv: una potenza a nostro avviso inadeguata alla mole e alla classe stessa dell’auto. Probabilmente tutto ciò si spiega con la necessità di contenere consumi ed emissioni (la Casa dichiara percorrenze fino a 19,6 km/litro) e con l’obiettivo di intercettare un pubblico che privilegia valori diversi dal piacere di una guida brillante. Ciò detto, abbiamo verificato che su tratti in pendenza è puntualmente richiesto di utilizzare marce basse e tenere giù il pedale dell’acceleratore, a tutto svantaggio di quell’efficienza ricercata con l’introduzione del Mild Hybrid, ovvero attraverso l’impiego di un motorino elettrico da 7,9 cv alimentato da una batteria agli ioni di litio e collegato al motore termico attraverso una cinghia, al quale è assegnato il compito di “dare una spintarella” in accelerazione (oltre che fare da motorino d’avviamento).

Tutt’altro discorso per la CX-30 X, che adotta il nuovo motore SkyActiv X, un 2.0 litri benzina da 180 cv/132 Nm, che pure si avvale del sistema “ibrido leggero”, ma su livelli di potenza e prestazioni ben diversi: pur non sconfinando negli eccessi della vera e propria sportività, questo propulsore top di gamma regala un comportamento più stimolante, grazie a valori di coppia migliori e a “risposte” più dirette, grazie anche alla innovativa trovata dell’avvio della combustione per compressione (come sui motori diesel) assicurata dalla tecnologia SPCCI (Spark Plug Controlled Compression Ignition). Christian Schultze, l’ingegnere tedesco responsabile del progetto, dice che questo motore “unisce i vantaggi del diesel a quelli del benzina”. E ha ragione, vista l’elasticità di marcia, la fluidità dell’erogazione e la capacità di guadagnare giri senza strappi.

Se a tutto ciò aggiungiamo un comportamento dinamico per nulla condizionato dalla semplicità delle sospensioni (MacPherson all’anteriore e barra di torsione al posteriore) e dall’”aspetto fisico” dell’auto (pur sempre un crossover da 1300/1400 kg circa), si avrà chiara l’immagine di un’auto in grado di regalare il meglio in termini di guidabilità e prestazioni, capace di controllare il rollio e di destreggiarsi bene sia su percorsi autostradali sia su strade più guidate, come abbiamo riscontrato in un breve test drive (con cambio manuale). Il tutto senza incidere su consumi ed emissioni, grazie alla succitata tecnologia Mild Hybrid.

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Mercoledì 4 Settembre 2019 - Ultimo aggiornamento: 05-09-2019 19:52 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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