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Mobilità, Aniasa: Covid ha frenato noleggio e sharing mobility. In 90 giorni perse 155mila nuove immatricolazioni

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MILANO - L’impatto del Covid-19 sulla mobilità a noleggio e in sharing è stato significativo. La crisi economica innescata dalla pandemia, il telelavoro e la sospensione dei flussi turistici in ingresso nel nostro Paese hanno bloccato la spinta innovativa della new mobility pay-per-use. Noleggio a breve termine e car sharing, dopo due mesi di fermo quasi totale, a maggio hanno avviato una timida ripresa, ma su numeri ben lontani da quelli pre-Covid. Il noleggio a lungo termine ha incassato il colpo, arrestando le nuove immatricolazioni e prolungando i contratti in essere.

 Lo scenario emerge dalla presentazione della 19esima edizione del Rapporto Aniasa, l’associazione che all’interno di Confindustria rappresenta il settore dei servizi di mobilità (noleggio veicoli a lungo termine, rent-a-car, car sharing, fleet management, servizi di digital automotive e assistenza nell’automotive). Nel 2019 il settore del noleggio e del vehicle sharing ha complessivamente registrato una significativa crescita della flotta, raggiungendo 1,2 milioni di veicoli in circolazione (+100mila unità rispetto all’anno precedente) e un fatturato di oltre 7 miliardi di euro (+8% sul 2018). Sul fronte delle immatricolazioni il comparto ha superato quota 500.000 veicoli, attestandosi ormai stabilmente al 25% del mercato nazionale, per un valore record di 11 miliardi di euro di acquisti di nuovi veicoli. Poi l’emergenza Covid, dopo un inizio del 2020 positivo, ha travolto anche il settore della mobilità a noleggio.

Aniasa indica che nel trimestre marzo-aprile-maggio le immatricolazioni del settore si sono bloccate: in soli 90 giorni si sono perse 155.000 nuove auto e veicoli commerciali, per un valore di 3,1 miliardi di euro e quasi 1 miliardo di entrate per l’Erario in meno tra Iva e tasse varie. Per quanto riguarda il noleggio a breve termine, ad aprile sono state solo 12 le nuove vetture immesse in flotta contro le 27.000 dell’anno precedente. Il crollo è testimoniato da tutti i principali indicatori: numero di noleggi -82%, fatturato -70%, immatricolazioni -98%. Una parziale ripresa è iniziata nella seconda metà di maggio, ma su numeri totalmente diversi da quelli che di consueto si registrano in questa stagione. Il carsharing è stato frenato dal lockdown e dal ricorso al lavoro da remoto. Il comparto, che nel 2019 ha fatto segnare un deciso consolidamento del proprio business (oltre 2 milioni e 100mila iscritti e 12 milioni di noleggi), ha registrato una significativa contrazione del 73% dei noleggi e del 75% del fatturato. Il mese di maggio ha fornito primi segnali parzialmente incoraggianti con il business ritornato al 50% della propria attività pre-Covid nelle principali città.

Il segmento del noleggio a lungo termine ha retto meglio all’impatto del coronavirus, anche in considerazione delle caratteristiche del business (contratti aziendali con durata media di 3 anni). Il comparto è in crescita costante, lo scorso anno ha raggiunto una flotta di quasi 1 milione di veicoli (+13%) e 282mila immatricolazioni, mentre da quando si sono palesati i primi casi di Covid nel nostro Paese si è fermato: -73% di immatricolazioni nel cumulato di marzo-aprile-maggio con flotta e fatturato in leggera contrazione, rispettivamente -0,5% e -1%, rispetto al periodo pre-Covid. «Sconcerta, a quasi quattro mesi dall’inizio della pandemia la totale assenza di attenzione da parte del Governo per due filiere strategiche per l’Italia: l’automotive (11% del Pil) e il turismo (16% del Pil)», commenta il presidente Aniasa, Massimiliano Archiapatti. «Senza interventi concreti, la crisi economica fermerà gli acquisti di nuove auto, provocando il collasso del mercato e rallentando il rinnovo del nostro parco circolante nazionale (38 milioni di veicoli), il secondo più anziano del Continente, con oltre il 30% del circolante ante Euro 4 (oltre 14 anni di anzianità)», continua Archiapatti.

 «È ora di abbandonare un approccio ideologico alla mobilità. Per questo ribadiamo al Governo la nostra proposta che produrrebbe immediati benefici sulla domanda di mobilità, sull’ambiente e, non ultimo, sul fronte delle Entrate per l’Erario», aggiunge il presidente Aniasa, illustrando le richieste avanzate, ovvero «estensione dell’ecobonus, oggi previsto solo per limitate fasce di veicoli, alle vetture usate con standard di emissioni Euro 6 a seguito di rottamazione di veicoli Euro 0, 1, 2, 3 e 4. Per venire incontro alle esigenze di cassa del Governo, l’ecobonus potrebbe essere erogato tramite credito d’imposta o mediante esenzione dal pagamento delle tasse automobilistiche (IPT e tassa automobilistica regionale) e avrebbe il pregio di raggiungere classi sociali con meno capacità di spesa (quelle spesso in possesso di veicoli più inquinanti e che senza supporto non cambierebbero la propria auto)’.

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Mercoledì 24 Giugno 2020 - Ultimo aggiornamento: 26-06-2020 10:40 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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