I test di Assogomma al Sestriere

Bertolotti (Assogomma): «Sotto i sette gradi gli pneumatici estivi in difficoltà»

di Sergio Troise
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SESTRIERE - Fabio Bortolotti è il direttore di Assogomma, l’associazione che rappresenta i produttori di pneumatici. Gli abbiamo posto le domande che molti si fanno.

Perché è così importante sostituire le gomme al cambio di stagione?
«Perché con l’arrivo del freddo le gomme estive non assicurano prestazioni adeguate in funzione della sicurezza. È provato che un pneumatico estivo sotto i 7 gradi perde grip. Non ne parliamo in caso di neve e ghiaccio!».

E se si ha una trazione integrale?
«Credere che la trazione integrale risolva i problemi di trazione anche su fondi difficili, come la neve, senza gomme adeguate, è pia illusione».

Perché?
«Perché la gomma è l’unico punto di contatto tra l’auto e il fondo, e se non “lavora” alla temperatura giusta non riesce ad assicurare la presa necessaria».

Ma che cosa distingue una gomma estiva da una invernale?
«La mescola e la tassellatura. Ma bisogna fare attenzione anche alla marcatura».

Si spieghi meglio.
«Le gomme invernali sono di due tipi: uno presenta la scritta M+S, che sta per Mud&Snow, fango e neve, e consente, in caso di ordinanze, di soddisfare gli obblighi di legge; l’altra presenta, oltre alla marcatura M+S, anche un pittogramma alpino, il simbolo di una montagna a tre punte con un fiocco di neve al centro. Quest’ultima è quella da preferire e infatti noi di Assogomma la consigliamo».

Perché viene consigliata la seconda?
«Perché è una gomma che ha superato i test di omologazione specifici, mentre l’altra viene dichiarata invernale con un’auto certificazione del produttore»

E le gomme all season?
«Possono rappresentare un buon compromesso, ma da un punto di vista normativo non esistono».

I soliti maligni sostengono che incoraggiate l’uso del doppio treno di gomme per incrementare vendite e fatturati.
«Falso. Dall’inizio delle nostre campagne, circa 15 anni fa, la vendita di pneumatici invernali è passata da un milione di pezzi a dieci milioni, rimanendo però a trenta milioni la quota totale del mercato. Ciò dimostra che il doppio treno di gomme non ha prodotto un incremento delle vendite. Quando si utilizza un treno, infatti, l’altro è a riposo e non si consuma».
 

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Mercoledì 4 Aprile 2018 - Ultimo aggiornamento: 16:46 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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