Tony Cairoli in azione sul tracciato da motocross

Cairoli: «Fullback perfetto per lavoro e tempo libero, c'ho fatto anche un salto da motocross»

di Mattia Eccheli
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WINCHESTER – L'Italia che vince in pista ha il volto di Tony Cairoli. L'azzurro di motocross ha vinto nove titoli mondiali della specialità: solo il belga Stefan Everts ha fatto meglio di lui. Però Cairoli, che ha 32 anni, corre ancora. E a quanto pare non ha intenzione di smettere. Con lui, Fiat Professional ha lanciato un accoppiata nel nome della fatica e dell'agilità. Da due anni il brand dei veicoli commerciali del costruttore nazionale ha siglato un accordo con la Federazione Internazionale di Motociclismo per far diventare il pick-up Fullback l'auto del campionato del mondo di motocross.

Allo stesso tempo ha anche deciso di supportare Cairoli, confermando la sponsorizzazione per il 2018. Nel 2016 il centauro siciliano è arrivato secondo e quest'anno si è appena laureato campione del mondo per la nona volta. Nell'ultima gara, il Motocross delle Nazioni che si è corso sull'affollatissimo tracciato di Matterley Basin, nello Hampshire, a 110 chilometri a sud ovest di Londra, ha chiuso settimo con l'Italia.

Per chi fa motocross il pick-up è indispensabile?
«Sicuramente – sorride - Le strade che arrivano alle piste di solito sono belle toste da percorrere. Quindi col pick-up sei avvantaggiato. È perfetto. Carichi la moto dietro e arrivi dove vuoi».

Hai già vinto più di Micheale Schumacher: è un miracolo del motocross?
«No, nessun miracolo, ma tanto allenamento e tanti sacrifici. Serve molta dedizione verso questo sport che è duro fisicamente ed è facile farsi male. Il segreto è rimanere integri il più possibile: è così che si riesce a gareggiare ed ad vincere».

Ci avevano promesso un giro in pista a fine gara col Fullback, ma le condizioni meteo non l'hanno permesso: ci racconti tu come sarebbe stato?
«Mi dispiace, ma con questo clima, in ottobre ed in Inghilterra, un po' lo dovevate mettere in preventivo... - sorride - È una pista molto difficile e molto bella. Purtroppo la pioggia ha rovinato tutto. È uno dei tracciati più belli che abbiamo: ha tantissimi salti ed è fantastico. Nonostante il tempo, la gente era moltissima. È stato un bell'evento: un bel week end, anche se non tanto per l'Italia, purtroppo».

La vittoria più bella in carriera?
«Sicuramente la prima: quando vinci la prima gara della tua carriera nel campionato del mondo la soddisfazione è ineguagliabile».

Un segreto per vincere?
«Cominciare presto, direi. Adesso ci sono dei ragazzini in pista, mentre quando ho iniziato io era diverso. Ci vogliono passione e determinazione Occorre saper fare sacrifici, però».

Hai deciso quando appenderai la motocicletta al chiodo?
«Per un paio di anni è una cosa che non abbiamo in programma. Ma quando vedremo che non si riesce più a migliorare e si fa solo fatica senza avere più soddisfazioni, allora sarà giunto il momento di smettere».

La cosa più bella che hai fatto con il Fullback?
«Completare un salto nella mia pista di allenamento... E ha anche resistito bene: le sospensioni sono state veramente toste».

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Domenica 29 Ottobre 2017 - Ultimo aggiornamento: 04:57 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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