Sylvain Filippi, il Team Principal della Envision racing

Filippi (Envision): «La FE è meritocrazia pura. E quando ci saranno abbastanza ragazze pilota avremo donne in gara»

di Mattia Eccelli
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MADRID – Sylvain Filippi, il Team Principal della Envision racing, la prima scuderia cliente a vincere il titolo a squadre (nella stagione 9, con il powertrain Jaguar), ha confermato i suoi piloti: Sébastien Buemi e Robin Frijns. A Madrid, come tutti i suoi colleghi, ringrazia la Formula E per essere riuscita a spostare i test ufficiali che aprono il campionato numero 11: «Anche solo riuscire a metterli in piedi è stato un grande successo», dice.

Malgrado nessuna preparazione specifica per il circuito di Jarama?

«Per noi sarebbe andato bene qualsiasi posto, nonostante né Buemi né Frijns avessero mai guidato qui: non dimentichiamo che stavano praticamente partendo».

Questo tracciato non assomiglia a nessuno di quelli in cui gareggerete.

«Se avessimo potuto fare simulazioni sarebbe stato meglio, chiaro. Ma ci siamo trovati tutti nelle stesse condizioni e quindi non ha fatto differenza. Con queste novità è importante macinare chilometri con la monoposto e pertanto il tipo di tracciato non è decisivo. Dobbiamo provare le gomme, verificare il software e avanti così».

Soddisfatto dell'andamento dei test?

«Mi piacerebbe poter rispondere, ma non è possibile in questo momento. Stiamo ancora cercando di capire e facendo confronti per interpretare la trazione integrale e le reazioni degli pneumatici. Contiamo di avere un buon powertrain da Jaguar, ma abbiamo ancora molto da imparare».

Come cambieranno le gare?

«Prima nessuno aveva previsto quelle in plotone, però adesso ci possiamo aspettare attack mode veri. Fino all'anno scorso quando lo attivavi perdevi tempo e posizioni: qualche volta recuperavi, atre no. Adesso la speranza è che con l'Attack Mode ci sia una reale differenza e che si possa superare quando lo hai. Immagino che le gare possano essere più dinamiche».

Fin dall'inizio o dovremo aspettare metà gara?

«Ci sarà più variabilità».

E la ricarica veloce?

«Se funziona è davvero interessante. È un'opzione per le auto elettriche, che tutti vogliamo con una grande autonomia e che quindi necessitano della ricarica veloce. Quella a 600 kW è una grande tecnologia. Diverso è capire come funzionerà nelle competizioni, ma è ovvio che deve aggiungere qualcosa per renderle più piacevoli. Questo non lo sappiamo ancora: per il momento vediamo di farla funzionare».

I giovani piloti, quest'anno appena un esordiente, trovano sbocchi in Formula E?

«Fa parte di un normale ciclo. Quando abbiamo ingaggiato Nick Cassidy, tre anni fa, era un debuttante in Formula E: abbiamo rischiato ed ha fatto un lavoro fantastico. Adesso è la volta di Zane Maloney (Lola Yamaha Abt, ndr) e di Taylor Barnard (Neom McLaren, che per la verità ha già corso 3 ePrix, ndr), vedremo. Alcuni dei piloti che sono nel circuito da quando ci sono io, ossia da dieci anni, non resteranno per sempre: ripeto, è un ciclo naturale nel quale in alcune stagioni ce ne sono un paio e in altri nemmeno uno».

Insomma, è un mondiale aperto, anche alle donne?

«Quello che registriamo è che i debuttanti ottengono buoni risultati: sono competitivi e imparano molto in fretta. È interessante per il futuro, anche perché ci sono un mucchio di ottimi piloti in circolazione».

E le ragazze?

«Quella dei test riservati alle donne è un'ottima iniziativa della Formula E. Noi ne abbiamo portate qui due e sono anche un po' geloso perché vorrei guidare io la macchina ed è una grande opportunità per loro. La Formula E è meritocrazia pura e una volta che avremo un numero sufficiente di ragazze pilota, una o anche più otterrà un abitacolo».

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Domenica 10 Novembre 2024 - Ultimo aggiornamento: 22:43 | © RIPRODUZIONE RISERVATA