Marc Marquez in sella alla Ducati Motogp 2025

Marc Marquez (Ducati): «Ho le farfalle nello stomaco vedendomi con la tuta rossa, per la squadra entrambi i piloti sono importanti»

di Michele Montesano
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MADONNA DI CAMPIGLIO – Il giorno tanto atteso è finalmente arrivato. In occasione dell’evento “Campioni in pista” Marc Marquez ha fatto la sua prima uscita da pilota ufficiale Ducati. Dopo il lungo e vincente sodalizio con la Honda, lo spagnolo lo scorso anno è salito in sella alla Ducati del Team Gresini conquistando tre vittorie che gli hanno permesso di chiudere la stagione al terzo posto nella classifica piloti.

Ora la grande opportunità di entrare nel team ufficiale di Borgo Panigale. Per Marquez l’obiettivo è centrare il nono iride nel Motomondiale, nonché il settimo in MotoGP. Prossimo a compiere trentadue anni, lo spagnolo dovrà però vedersela innanzitutto con un compagno di squadra scomodo quale Francesco Bagnaia. Da cinque anni in Ducati, “Pecco” ha firmato gli ultimi due mondiali piloti del team italiano. Dopo la presentazione della squadra, Marquez si è quindi concesso ai giornalisti per raccontare prospettive e sogni della nuova stagione.

Cosa si prova a vestire la tuta Ducati?

«Ho le farfalle nello stomaco, ma sono molto realista su ciò che comporta indossare questi colori. Significa lottare per il titolo. Far parte della Ducati comporta una pressione che devi gestire e portare a casa il maggior numero di punti possibile».

I problemi fisici sono finalmente un brutto ricordo?

«Fisicamente sto bene, mi sento in forma. Logicamente non si può paragonare come ero a 20 anni e come sono ora. Ma, dopo tutto ciò che ho passato, sto molto bene e mi sento in forma. L'anno scorso sono riuscito a dimenticare certe gare e ciò che era successo in passato. Com’è normale, col passare del tempo bisogna lavorare di più, il lavoro aumenta anche dopo tutto ciò che mi è successo: più fisioterapia, più sessioni di palestra specifiche per correre al massimo livello, tutto questo è fondamentale».

Come arrivi in Ducati e quale sarà il tuo atteggiamento con la squadra?

«Ho sicuramente più esperienza e so in quale team arrivo, sono nella squadra di riferimento della MotoGP. All’interno del box troverò un pilota affermato e che ha già tanta esperienza e ha contribuito tanto alle vittorie di Ducati: è logico che abbia la prima parola. Ma per Ducati entrambi i piloti sono importanti, bisogna vincere per la squadra. Sono già stato in contatto per tutto l'inverno con il mio nuovo tecnico Marco Rigamonti, tutto il team si abituerà gradualmente l'uno all'altro. Ho portato una delle mie persone di fiducia perché hai bisogno di qualcuno di cui ti fidi all'interno per sentirti più a tuo agio e rendere più facile la transizione, ma parliamo la stessa lingua il che è importante». 

L'anno scorso la Ducati ha vinto il titolo piloti ma con un team satellite: quest'anno pensi che controlleranno di più la situazione?

«No, perché, come è stato dimostrato l'anno scorso, Luigi Dall’Igna è molto onesto al riguardo. La scorsa stagione Jorge Martin ha avuto le stesse armi di Bagnaia fino all'ultimo. Credo che questa sia anche la chiave del successo di Ducati».

Quindi cosa servirà per vincere il titolo? 

«Essere veloci, essere i più intelligenti, vincere le gare e non cadere. Scherzi a parte, sappiamo cosa bisogna fare per essere campioni, ma tutto dipende dalla velocità. Quando hai velocità puoi fare un passo in più. Si parla degli errori di Pecco dell'anno scorso, ma senza rischiare non avrebbe vinto undici gare. Anche io ci sono riuscito ma non so come. Quindi, c'è sempre un sottile equilibrio ma se sei prudente perdi». 

Quanta intelligenza artificiale c’è oggi nella MotoGP? 

«Più tecnologia c'è e meno importante è il pilota. Spetta sempre all'uomo dare l'ultima decisione, ma più la tecnologia avanza e meno può fare il pilota. Rispetto a vent’anni fa è sicuramente molta di più, così come l’aerodinamica, ma nelle moto è ancora il pilota a fare la differenza».

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Martedì 21 Gennaio 2025 - Ultimo aggiornamento: 18:42 | © RIPRODUZIONE RISERVATA