Giovanni Palazzo, numero uno di Elli

Palazzo (Elli): «Se la rete di ricarica c’è, l’auto elettrica ce la fa. Stiamo studiando una tariffa flat»

di Nicola Desiderio
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Il destino dell’auto elettrica si interseca fittamente con lo sviluppo di una rete di ricarica estesa, capillare e funzionale. Per questo il gruppo Volkswagen nel 2022 ha creato Elli, società incaricata di fornire energia e soluzioni di ricarica, pilastro fondamentale di un ecosistema di mobilità ad emissioni zero che è oramai presente in 28 paesi d’Europa con 900.000 punti di ricarica pubblici.

«Elli è l’azienda europea che consente un accesso facilitato alla mobilità elettrica» risponde a precisa domanda Giovanni Palazzo (in foto), numero uno di Elli dal 1 luglio 2023 e tornato in Europa dopo 6 anni al vertice di Electrify America, rete di ricarica ad alta velocità presente Oltreoceano con circa mille stazioni e oltre 4mila punti di ricarica.

Che cosa serve allora per rendere più facile la mobilità elettrica e che cosa vuole fare Elli?

«Intanto bisogna semplificare l’accesso all’infrastruttura di ricarica veloce. In tutti gli studi che sono statti effettuati, l’elemento bloccante è sempre lo stesso: l’accesso ad una struttura di ricarica efficace e capillare. Come prima cosa, aggreghiamo punti di ricarica veloci permettendo al cliente di gestire molteplici parametri: quale tipo di rete dalla quale servirsi, i livelli di prezzo e di potenza ed altro ancora».

Perché allora un automobilista oggi dovrebbe scegliere di fare l’esperienza dell’auto elettrica considerando quanto ricaricarla a casa e quanto invece attraverso la rete pubblica?

«Il tema è proprio questo: comprendere che ogni presa ha il potenziale per diventare come una stazione di benzina. I processi da seguire sono due. Il primo, come già detto, è la semplificazione della ricarica. Vediamo poi che il 95% dei nostri clienti carica la propria vettura elettrica a casa, ma stiamo verificando anche che dalla metà dello scorso anno tale incidenza si sta abbassando al 90%. Quindi dobbiamo puntare ai consumatori che non hanno la possibilità di ricaricare mettendo loro a disposizione un modo semplice per farlo attraverso la rete pubblica».

Chi si sta avvicinando all’auto elettrica si sta accorgendo del costo dell’energia e della ricarica pubblica. Che cosa si può fare per migliorare la situazione e che cosa pagheremo per muoverci considerando che la mobilità è finanziata principalmente tramite accise sui carburanti?

«Oggi chi ha un’auto elettrica da ricaricare paga l’energia che viene fornita attraverso un punto prestabilito e il margine dell’operatore che è basso. Nel futuro tale margine si abbasserà ulteriormente con l’aumento dei volumi e la scalabilità dei costi. Si stanno inoltre sviluppando con grande rapidità dei fenomeni di prezzo dinamico il quale consente all’operatore di spalmare i costi su più stazioni fermo restando il riferimento del prezzo nazionale dell’energia».

Lei è un pioniere dell’auto elettrica avendo lanciato uno dei primissimi modelli sul mercato con un altro costruttore. Allora proponeste una tariffa flat per la ricarica, come per la telefonia. Nel futuro ci potrà essere qualcosa del genere?

«Ricorda bene e dico di sì: arriveremo certamente ad una tariffa “tutto compreso”. Stiamo già lavorando ad una tariffa flat su alcune vetture che lanceremo su vetture del Gruppo a breve».

Che speranze avete sul mercato italiano che appare come quello più lento a recepire l’auto elettrica?

«Innanzitutto per riuscirci dobbiamo fare sistema. L’esperienza ci dice che l’auto elettrica ce l’ha fatta nei paesi in cui si è fatto sistema, ovvero l’amministrazione pubblica ha manifestato con i fatti la volontà di supportare l’industria e i clienti in un passaggio tecnologico storico. C’è bisogno di un pacchetto di provvedimenti e soluzioni intelligenti che non è necessariamente monetario, ma che deve essere invece coerente e offra vantaggi al cittadino».

I soldi dunque non sono tutto per promuovere l’elettrico, ma contano. Dove pensa che sia più importante metterli questi soldi: nell’industria, nell’infrastruttura di ricarica o sul prezzo di acquisto del veicolo?

«È una grande domanda. Si parla spesso dell’uovo e della gallina. Nella mia esperienza posso dire però una cosa: in America e in Germania, non appena abbiamo messo a terra un’infrastruttura di ricarica come si deve, le persone hanno iniziato ad acquistare l’auto elettrica».

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venerdì 4 luglio 2025 - Ultimo aggiornamento: 11:44 | © RIPRODUZIONE RISERVATA