Ralph Speth, ceo Jaguar Land Rover, con alle spalle la I-Pace

Ralph Speth (ceo Jaguar Land Rover): «L'elettrificazione è il futuro dell’auto»

di Giorgio Ursicino
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Dal 2010 Ralf Speth è ceo di Jaguar Land Rover. Sotto la sua guida l’azienda ha avuto una forte accelerazione ed ha cambiato volto pur rimanendo fedele ai valori dei due celebri marchi britannici. Gamma più ampia, crescita della produzione, forte incremento delle prestazioni e, soprattutto, della qualità. Il top manager bavarese ha sempre puntato i riflettori sull’innovazione.

Siete stati i primi del segmento premium a sfidare Tesla, avete battuto sul tempo anche i rivali tedeschi. Era un vostro obiettivo o è stata una sorta di casualità?
«Nella nostra azienda nulla avviene per caso. Abbiamo iniziato a lavorare sulla Jaguar I-PACE, il primo Suv elettrico ad alte prestazioni al mondo, molto prima che l’elettrificazione diventasse parte integrante del nostro lavoro quotidiano. L’obiettivo di Jaguar Land Rover era quello di creare la migliore auto elettrica possibile senza scendere a compromessi e credo che ci siamo riusciti».
 

 

Qual è stata la prima risposta del mercato alla I-PACE?
«Quando si è al volante della I-PACE, si percepisce immediatamente che è stata progettata per essere divertente e coinvolgente da guidare. Questa vettura incarna appieno la nostra filosofia “The Art of Performance” e i valori fondamentali del marchio Jaguar, “Grace, Pace and Space”, ovvero Eleganza, Velocità e Comfort. Sia per il suo stile che per la sua personalità, sulle strade non c’è nulla di paragonabile alla I-PACE che, nonostante il design compatto, offre un’eccellente abitabilità. Gli innovativi rivestimenti, l’elevato livello di connettività e la presenza di un’Intelligenza Artificiale che apprende le abitudini del guidatore, le consentono di essere tanto seducente quanto innovativa. Tutto questo ci rende molto soddisfatti della reazione dei nostri clienti».

Uno dei principali problemi delle auto elettriche è il costo. L’I-PACE risulta essere già competitiva rispetto ad alcune rivali con motore termico. La vostra è una strategia di mercato o semplicemente una compressione dei costi?
«La I-PACE ha un prezzo e un posizionamento competitivo. Da quando sono iniziate le vendite abbiamo avuto da parte dei clienti una risposta molto positiva e abbiamo un portfolio ordini che è davvero incoraggiante».

Lo sviluppo della gamma elettrica si baserà solo su questa piattaforma o prevedete di avere altre soluzioni?
«A partire dal 2020, Jaguar Land Rover offrirà una scelta completa di versioni elettriche che includerà veicoli PHEV, semi ibridi e a batteria, che affiancheranno i nostri efficienti e puliti motori diesel e benzina. Attualmente stiamo lavorando su più fronti. Stiamo sviluppando una strategia per un’architettura molto solida e leggera, in grado di soddisfare le mutevoli esigenze dei clienti. Tutto ciò ci consentirà di creare prodotti molto interessanti, abbinati ad innovativi motori a combustione e a sistemi di propulsione interamente elettrici o ibridi plug-in. L’impianto di Solihull, nel Regno Unito, è stato riassemblato per queste nuove tecnologie ed è pronto per la nuova generazione della Range Rover e della Range Rover Sport».

Nel 2025 quanti modelli avranno la versione elettrica e quale sarà la loro percentuale nelle vendite dell’azienda?
«Ragionare in termini di tempistiche è quasi impossibile, ma è chiaro che il futuro è sempre più orientato verso la mobilità elettrica. Attualmente, su circa 100 milioni di auto vendute ogni anno nel mondo, gli EV (Electric Vehicle) sono un milione. Entro il 2025 la Commissione Europea ha intenzione di fissare una quota del 15%, che rappresenta un grande passo in avanti e un segno tangibile di questo rivoluzionario cambiamento. Per quella data Jaguar Land Rover avrà una gamma di vetture elettriche molto allettante, anche se già oggi stiamo registrando l’ottimo successo delle nostre nuove Range Rover e Range Rover Sport PHEV, che uniscono la potenza dell’alimentazione elettrica a batteria con i 300 cv del motore 2,0 litri diesel Ingenium, offrendo in modo sostenibile tutto il lusso delle nostre auto. Sarà fondamentale però che i governi e le aziende produttrici di energia elettrica supportino i clienti con le adeguate infrastrutture, in modo da rendere la ricarica semplice come fare un rifornimento carburante. Questo è ciò che i clienti si aspettano».

Per le auto elettriche il mercato cinese potrebbe diventare il più importante al mondo, ma sta contemplando solo vetture prodotte nel Paese. Prevedete anche voi di produrre un modello a batterie in Cina?
«È indubbio che la Cina stia guidando questo cambio epocale. La direzione politica intrapresa sta portando a delle grandi riforme strutturali e degli enormi investimenti nel processo di elettrificazione. La Cina è anche il più grande mercato di Jaguar Land Rover e da tempo ormai abbiamo una proficua joint venture con la Chery. Naturalmente, visti i nostri progetti per il 2020, auto alimentate a batteria faranno parte del nostro futuro nel grande paese Orientale».

Quanto è importante dal punto di vista strategico la partecipazione alla Formula E per lo sviluppo della mobilità elettrica?
«La partecipazione di Jaguar al Campionato ABB FIA Formula E e la creazione del trofeo Jaguar I-PACE eTROPHY per noi rappresentano un banco di prova ideale, in quanto ci consentono di lavorare sui tempi di ricarica, sui cicli di vita delle batterie e sulle tecniche di riciclo. La possibilità di trasferire il know how dalle “corse alla strada” sta contribuendo notevolmente allo sviluppo delle nostre tecnologie per l’elettrificazione».

La crescente presenza dell’elettrificazione nei regolamenti degli sport motoristici potrebbe farvi tornare in altre competizioni?
«Jaguar ha una lunga e leggendaria tradizione negli sport motoristici e gran parte delle sue innovative tecnologie provengono proprio dalle competizioni sportive, di cui un esempio è l’invenzione dei freni a disco per la 24 Ore di Le Mans. Anche la Formula 1, ed ora la Formula E, dimostrano che le griglie di partenza sono il nostro banco di prova, ma il nostro futuro è sicuramente l’elettrificazione».

I grandi investimenti in questo settore comporteranno una rimodulazione di quelli previsti sui motori termici?
«Anche se il nostro futuro è orientato verso le motorizzazioni a batterie, i motori a combustione interna ricoprono un ruolo di fondamentale importanza per la nostra azienda. Le attuali auto benzina e diesel sono assolutamente determinanti per il processo di transizione verso la mobilità al 100% sostenibile, per questo continuiamo ad investire nella nostra gamma di propulsori Ingenium. Oggi, la tecnologia diesel è la più pulita di sempre e le motorizzazioni Jaguar Land Rover hanno emissioni di particolato e di NOx paragonabili a quelle delle versioni benzina, con il 20% in meno di emissioni di CO2 e il 20% in più per quanto riguarda il risparmio di carburante. Nell’ultimo decennio, i motori diesel hanno fornito all’Europa enormi vantaggi nella riduzione delle emissioni di CO2 e questo processo continuerà anche nell’immediato futuro. Sappiamo anche che rimane una scelta molto popolare tra i nostri clienti italiani».

Nel Regno Unito, nei primi 6 mesi del 2018 gli investimenti nel settore automobilistico si sono dimezzati. È una diretta conseguenza della Brexit?
«La strategia di crescita di Jaguar Land Rover resta incentrata in modo proporzionale sugli investimenti nei nuovi prodotti, nelle tecnologie e nella capacità produttiva, per garantire una crescita e una competitività costante. Tuttavia, l’industria automobilistica del Regno Unito si appresta ad affrontare un futuro incerto se i negoziati della Brexit non prevedranno scambi commerciali liberi e senza frizioni con l’Unione Europea e un accesso illimitato al mercato unico. Per noi è necessaria una maggiore chiarezza, non solo per continuare ad investire fortemente in UK come fatto finora ma anche per quanto riguarda i nostri fornitori, i nostri clienti e i nostri dipendenti».

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Lunedì 17 Settembre 2018 - Ultimo aggiornamento: 18-09-2018 21:51 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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