Jean-Dominique Senard, amministratore delegato di Michelin

Senard (Michelin): «Pneumatici al top anche a fine vita»

di Nicola Desiderio
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MONTREAL - «La mobilità va rivista in lungo e in largo e dobbiamo fare in modo che sia efficiente, sicura e amica dell’ambiente». Facile a dirsi, ma Jean-Dominique Senard ci crede e pensa che dentro ci sarà l’automobile, senza dubbio. «Sarà differente, anche nell’utilizzo – dice l’amministratore delegato di Michelin – e saranno differenti anche le competizioni sportive, ma l’automobile non scomparirà perché incarna i bisogni veri delle persone ed è ancora un simbolo di libertà».

Come sarà allora l’automobile del futuro?
«Sarà energizzata da altre fonti e vedremo sempre di più veicoli alimentati a batteria e ad idrogeno. Sicuramente dovrà vivere e convivere in modo diverso: penso al car sharing e alla intermodalità, da rendere sempre più fluida con la digitalizzazione. Dobbiamo farlo soprattutto nelle città dove tra pochi decenni vivrà il 70% della popolazione mondiale. Di sicuro, dobbiamo prevedere e anticipare i problemi o, almeno, fare in modo che nei paesi in via di sviluppo non vi siano gli stessi che abbiamo sperimentato noi».

Questo è un dovere di chi?
«Una volta al Bibendum vedevamo solo auto, oggi al Movin’On lo sguardo è molto più ampio: vediamo società di telecomunicazioni, treni e persino rappresentanti delle municipalità… tanti attori che sanno di dovere lavorare insieme. Per questo tra le chiavi per il futuro ci sono la cooperazione pubblico-privato e la formulazione di nuove regole nell’interesse di tutti, anche dell’industria. Movin’ On ha la missione di far incontrare tutti questi attori per prendersi cura delle città e della qualità di vita. È questo che deve fare la politica nel senso più alto».

Quale ruolo pensa che giocheranno gli pneumatici nella mobilità del futuro?
«Lo pneumatico sarà ancora importante e Michelin continua ad investire risorse e tecnologia per innovarlo. Se pensiamo ad un’auto elettrica, uno pneumatico più scorrevole può aumentarne l’autonomia del 6-7% e questo è un valore enorme. Lo stesso vale anche per la guida autonoma: lo pneumatico connesso diventa ancora più essenziale perché il software di controllo apprende anche attraverso il contatto della vettura con il terreno. Ecco perché secondo noi il ruolo dello pneumatico sarà ancora essenziale».

Il ruolo di Michelin nelle competizioni: continuerete nella Formula E, nel WRC e a Le Mans? Come vede la proposta di introdurre i cerchi da 18 pollici anche in Formula 1?
«Le competizioni sono nel nostro DNA e quello che testiamo nelle varie categorie come Formula E, WEC e WRC ha un impatto in termini di innovazione davvero straordinario. Per questo siamo ovviamente favorevoli all’introduzione dei cerchi da 18 pollici in F1: perché c’è un passaggio tecnologico diretto delle corse alla strada. La filosofia di Michelin è correre dove gli pneumatici hanno il proprio ruolo da giocare. Non ha senso partecipare a competizioni dove lo pneumatico è un semplice oggetto e per questo la F1 è l’unica dove non siamo presenti. Per la Formula E avviene l’esatto contrario e sono piacevolmente sorpreso di come questa nuova forma di motorsport stia prendendo piede».

Lo pneumatico del futuro di Michelin è il Vision?
«Sì, decisamente. Noi crediamo che questo nuovo concetto di pneumatico incarni davvero la nostra visione: è fatto di materiali naturali e biodegradabili, è riciclabile, ricaricabile attraverso la stampa 3D ed è connesso, ma soprattutto è realizzabile con tecnologie che già conosciamo. L’obiettivo è favorire l’economia circolare e lo sviluppo di prodotti capaci di prestazioni durevoli nel tempo. Per questo, stiamo chiedendo un’evoluzione sulle leggi europee circa i test di omologazione che sono basati su pneumatici nuovi, ma non valutano le loro prestazioni da usurati. L’obiettivo di Michelin è fornire prodotti che siano sicuri fino alla fine e pensiamo che in questo modo potremmo produrre 400 milioni di pneumatici in meno ogni anno mantenendo la stessa sicurezza, ma con un risparmio per i consumatori e per l’ambiente».

Immagina un’altra lettera sull’etichetta dello pneumatico per misurare questo nuovo parametro?
«Io penso che basterebbe mettere la stessa lettera misurando le prestazioni dello pneumatico a metà e alla fine della propria vita. Ci sono riviste specializzate che hanno già condotto test del genere e le lascio immaginare quali siano stati i risultati…»

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Mercoledì 18 Luglio 2018 - Ultimo aggiornamento: 19-07-2018 13:12 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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