Claudio Czeller, 70 anni: «Sono il Babbo Natale di Fiorello»

Fiorello con Claudio Czeller
di Valeria Arnaldi
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Giovedì 8 Giugno 2023, 15:31

Abbigliato da Babbo Natale a dicembre. In maschera settecentesca per il carnevale veneziano. Ma anche nei panni del Re Leone, con maschera felina a coprire il volto, e perfino vestito da "fuoco". Sono decine e decine i costumi che Claudio Czeller, 70 anni, custodisce nel suo guardaroba e poi sfoggia per le strade romane, in più eventi e anche nella trasmissione Viva Rai2!, il buongiorno ideato da Fiorello, che conduce ogni mattina con Biggio. E tanti ospiti, incluso Czeller, appunto, nelle sue svariate vesti.

Una questione – storica - di goliardia, perché, Czeller lo rimarca, non si tratta di un gioco, ma di uno studio attento, fatto, anzi ben fatto, sempre con il sorriso, che non a caso, lo ha portato anche sul piccolo schermo. «Ho conosciuto Fiorello, oltre quarant’anni fa, quando faceva l’animatore nei villaggi e io, nelle stesse realtà, mi occupavo di aspetti commerciali», racconta Czeller, che a tutt’oggi, costumi a parte, lavora in tale ambito, «a dicembre scorso, vestito da Babbo Natale, sono andato a trovarlo, ho fatto un blitz e mi ha detto: “Non devi andare via”. Dallo schermo si rivolgeva alle mamme e diceva: “Qui c’è il vero Babbo Natale”. Da quel momento, vado da Fiorello a fare più presenze, con vari costumi, da Casanova, da Leone e così via».

Proprio il leone qualche problema lo ha causato. «Il costume prevede una maschera da leone in lattice per il viso. Abito all’Eur, una mattina, mentre andavo in auto verso il glass del programma in via Asiago, sono stato fermato dai carabinieri. Volevano che mi togliessi la maschera ma non potevo, servivano prodotti ad hoc per levarla. Ho dato loro la patente e ho spiegato che stavo andando da Fiorello, a quel punto si è risolto tutto, mi hanno detto di salutarglielo  e abbiamo riso tutti insieme».

Affascinato dalla goliardia, sin da giovanissimo, nel tempo, Czeller ha disegnato e realizzato molti costumi: libero professionista di giorno e Babbo Natale, Casanova o altro appena ce ne è bisogno.

O soltanto desiderio. «Riesco a conciliare i due lavori, mi organizzo con gli appuntamenti, che a Natale diventano molto intensi, perché il mio Santa Claus sembra vero. Il costume è costruito con grande attenzione per ogni dettaglio, ma a fare la differenza è soprattutto il modo in cui lo impersono. Io divento davvero Babbo Natale: devo sentirmi lui, se voglio che i bambini ci credano. Una volta sono andato in costume al Comando Generale della Finanza e al generale, davanti a tutti, ho detto: “Come sei cresciuto, eri un bambino piccolo così…”». Una piccola magia, che ha incantato e strappato sorrisi.  

Czeller ha portato i suoi costumi anche in Vaticano, inviando a papa Giovanni Paolo II la nomina ufficiale a membro della goliardia. «Per me, era un mito. Ho ricevuto anche un telegramma di ringraziamento».

Quando è nata la passione per i travestimenti? «A Carnevale del 1989. Il primo costume è stato da fuoco, mia moglie era vestita da acqua. E da lì non mi sono più fermato. Molti costumi li ho disegnati da solo, so anche cucire. Quando vado a Venezia, mando prima il bagaglio, almeno sei/sette borse, solo per gli abiti».
E per l'ultima puntata con Fiorello? «Indosserò un costume settecentesco veneziano zebrato e non mancheranno sorprese». 

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