La bellissima Alfa 8C Competizione prodotta in soli 500 esemplari

Il fascino Alfa Romeo seduce i tedeschi:
Volkswagen attratta, ma ha tanti marchi

di Giorgio Ursicino
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ROMA - «Non è un segreto il fatto che riteniamo Alfa Romeo un marchio interessante, ma con 12 marchi abbiamo già abbastanza da fare». In un momento in cui l’atmosfera è rovente per la sovraccapacità produttiva della Fiat in Italia, il gruppo Volkswagen torna a parlare dell’Alfa Romeo. Una dichiarazione pacata, istituzionale. Fatta per bocca del portavoce Eric Felber che sintetizza una situazione che si protrae da tempo.

L'impero dei marchi. Per il momento i pezzi grossi Martin Winterkorn (numero uno operativo) e Ferdinand Piech (capo del Consiglio di Sorveglianza e autentico regista della grande crescita) restano al coperto. Più volte nel tempo, però, hanno esternato la loro ammirazione per l’Alfa e l’ambizione di portarla fra i gioielli di Wolfsburg. Il gigante tedesco, che quanto a numero e prestigio dei marchi in bacheca (fra gli altri Bugatti, Bentley, Porsche, oltre alle italiane Lamborghini e Ducati) ha scalzato la GM, vive un momento magico, in controtendenza rispetto a tutti gli altri costruttori europei. Sfrutta al meglio la scelta di essersi insediata nei mercati emergenti (è leader in Cina e molto forte in Brasile), si sta rafforzando in Nord America con la costruzione di nuove fabbriche e, soprattutto, continua a crescere anche in Europa in un mercato in forte contrazione: nei primi 8 mesi del 2012 ogni 4 vetture vendute 1 è del gruppo tedesco. Recentemente Wolfsburg ha annunciato l’apertura di stabilimenti in Russia e Cina (ne ha già 94 in tutto il mondo, con oltre mezzo milione di dipendenti) ed è proprio di ieri la notizia che l’impianto Porsche di Zaffenhausen non riesce a seguire le richieste della Boxster e una parte della produzione verrà spostata nella fabbrica Volkswagen di Osnabrueck.

Pattuglia tricolore in Germania. Anche Marchionne ha più volte parlato di un’eventuale trattativa, aggiustando di volta in volta il tiro: «L’Alfa non è in vendita», oppure «Non ho mai ricevuto nessuna offerta». Nei momenti di maggior frizione dal Lingotto hanno anche ribattuto: «Vogliono l’Alfa? L’Iveco è pronta a comprare i loro veicoli industriali..». A Wolfsburg, poi, c’è una pattuglia tricolore che si è fatta molto onore, che è vicina alle stanze dei bottoni e ha un grande amore per l’Alfa. È da poco entrato nel board di Audi (dopo aver guidato il marketing VW) con responsabilità per vendite e marketing Luca De Meo, il manager che insieme a Marchionne ha lanciato la 500 ed ha guidato anche l’Alfa. Il responsabile del design dell’intero Gruppo (e probabilmente il designer di auto più importante del mondo) è l’italiano Walter de’ Silva, già capo dello stile Alfa e padre della 156. Ultimo acquisto di Wolfsburg, insieme a tutta la sua azienda, è Giorgetto Giugiaro autore di pezzi pesanti come l’Alfasud, l’Alfetta Gt, la 159 e la Brera.

Un Gruppo molto attivo in Italia. Nei meandri di una trattativa mai uscita allo scoperto si dice che, a parte i soldi da mettere sul tavolo, non ci sia mai stato accordo perché i tedeschi vorrebbero solo il marchio, mentre gli italiani volevano accompagnarlo con una fabbrica. Nell’ultimo periodo gli uomini di Wolfsburg non hanno disdegnato di fare shopping nel Belpaese, anche mettendo le mani su impianti industriali. Con l’Audi controllano la Lamborghini attraverso la quale da qualche mese sono entrati in possesso anche della Ducati spendendo oltre 800 milioni. Wolfsburg in Piemonte ha anche la Italdesign di Giugiaro (ci lavorano quasi mille tecnici) e la Porsche ha recentemente acquisito il centro prove di Nardò in Puglia, una pista unica al mondo costruita proprio dalla Fiat nel 1975.

Il rilancio dell'Alfa Romeo. Marchionne da parte sua, e lo ha più volte ammesso pubblicamente, non è ancora riuscito a rilanciare l’Alfa, ma altrettanto pubblicamente non ha mai rinunciato a farlo. Il fascino e il prestigio dell’azienda fondata nel 1910, che prima della seconda Guerra Mondiale dominò le corse con Tazio Nuvolari battendo proprio i tedeschi e dopo vinse i primi due Mondiali di F1 (1950-51), resta grande ma la produzione e il mercato sono contenuti. L’Alfa avrebbe dovuto fare 300 mila vetture nel 2010, ma nei primi 8 mesi di quest’anno nei 30 paesi europei (27 UE più i 3 Efta) sono state vendute 65.300 Alfa Romeo (il 31% in meno rispetto allo stesso periodo del 2011).

Una produzione limitata. Il risultato è stato ottenuto con i soli due modelli rimasti in produzione, la Giulietta a Cassino (43.800 consegne, -22%) e la MiTo a Mirafiori (18.600 unità, -37,3%). L’Alfa è presente anche in importanti mercati fuori dall’Europa (Giappone, Australia, Brasile), ma con numeri contenuti, meno di 20 mila unità negli 8 mesi. In Italia l’Alfa ha incassato una perdita del 30,9%, consegnando a fine agosto 30.500 vetture (la Giulietta negli ultimi mesi è stata l’auto più venduta della sua classe). L’Alfa può vantare una tecnologia all’avanguardia poiché la Giulietta ha un pianale molto moderno (è stata l’auto più sicura della categoria), quello che ha consentito a Fiat di acquisire capitale.

Un'architettura tecnologica. Chrysler mettendo a disposizione progetti efficienti. Sull’architettura Giulietta i tecnici dell’azienda Usa hanno realizzato la Dodge Dart e quella stessa piattaforma evoluta è stata utilizzata per la Fiat Viaggio la cui produzione sta per iniziare in Cina. Su questo pianale nascerà la nuova Giulia che sarà prodotta in un impianto di Auburn Hill dall’altra parte dell’Atlantico e segnerà il ritorno dell’Alfa in Nord America. Il prossimo anno, intanto, lo stabilimento modenese della Maserati realizzerà la piccola sportiva 4C dopo il successo della più grande 8C i cui mille esemplari a tiratura limitata sono andati tutti venduti in un lampo.

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Giovedì 20 Settembre 2012 - Ultimo aggiornamento: 24-09-2012 18:52 | © RIPRODUZIONE RISERVATA