
24h Le Mans, Mauel (Bosch): «Prototipo da corsa a idrogeno quasi definitivo entro il 2030. In pista, ma non in gara»
LE MANS – Bosch, la multinazionale tedesca impegnata come fornitrice dell'industria automobilistica, è a Le Mans per supportare i costruttori e le singole scuderie che prendono parte alla 93/a edizione della 24h: «Chi più chi meno, ma sono tutti nostri clienti. Come per le auto di serie, anche qui possiamo dire che non c'è una macchina senza nemmeno un componente Bosch», assicura Ingo Mauel, direttore del Motorsport di Bosch.
«Siamo qui per far conoscere le nostre tecnologie – insiste il manager – Abbiamo motori a combustione, poi c'è il tema della mobilità elettrificata, anche con sistemi ibridi e poi c'è l'idrogeno. Con Ligier avevamo già fatto vedere un prototipo due anni fa, che nel frattempo è stato aggiornato. Lo scorso anno ha compiuto qualche giro di pista e quest'anno è stato ulteriormente sviluppato».
Si può guidare?
«Io no. Non ci sono salito nemmeno da passeggero».
Cosa è cambiato in un anno?
«Abbiamo sviluppato la tecnologia di iniezione e stiamo ulteriormente testando alcuni componenti. Prima erano sistemi derivati dai veicoli industriali e quindi piuttosto grandi e stiamo cercando di ridurli. Siamo anche intervenuti sul rifornimento e sui relativi dispositivi di controllo, che sono piuttosto complessi. E dal 2025 Bosch è partner ufficiale del progetto Mission H24: ci occupiamo proprio dell'aspetto della sicurezza».
Con quali potenziali impieghi?
«Puntiamo sempre al mercato dei veicoli industriali, ma guardiamo anche a quello dei veicoli commerciali leggeri. Per quanto riguarda le auto le cose dipendono dal quadro normativo. L'applicazione nel motorsport invece è “scontata”: la nostra strategia è quella di ampliare il portafoglio clienti».
In teoria la serie a idrogeno doveva cominciare nel 2027.
«Forse slitterà, non lo sappiamo».
Esiste una domanda?
«Sì, ma non posso dire da parte di chi».
C'è anche dall'Italia?
«Mi dispiace, ma non posso dire niente. Diciamo che l'interesse arriva dalle case che producono motori a combustione, che possono essere attente ai nostri componenti. Con alcune stiamo lavorando allo sviluppo di concept. Assieme a Ligier ci siamo concentrati molto sulla sicurezza e abbiamo cominciato a trasferire questo lavoro verso alcuni clienti».
Solo nel motorsport?
«Il mio ambito è quello, ma i colleghi che si occupano dello sviluppo lavorano all'applicazione sulle vetture sportive, tenendo in considerazione i valori delle emissioni».
Possiamo tradurre in numeri i miglioramenti delle tecnologie a idrogeno?
«Le prestazioni sono rimaste identiche, anche se su strada la potenza del motore arriva a 602 Cv contro i 650 dei banchi prova (680 e 830 i Nm di coppia, ndr)».
Che opzione sposa Bosch per l'idrogeno: celle a combustibile o combustione?
«Il progetto portato avanti con Ligier è solo a combustione, ma noi possiamo offrire ogni soluzione».
Quando vedremo un'auto da corsa a idrogeno in pista?
«La mia idea, ma è solo una mia idea, è che potremo disporre di un prototipo quasi definitivo prima del 2030. Lo potremmo vedere in pista, ma non in gara».