
24h Le Mans, scaramanzia e riti prima della corsa, dalla musica alle mutande portafortuna

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LE MANS – Per vincere la 24h di Le Mans occorre una “congiunzione astrale” estremamente favorevole: non solo essere bravi al volante, ma anche evitare incidenti, avere una macchina che non dia problemi e, fra le altre cose, beneficiare di un pizzico di fortuna. Ma i piloti hanno anche riti più o meno scaramantici, che indubbiamente non cambiano le sorti della corsa, ma che, in qualche modo, contribuiscono a liberare la mente.
Il neozelandese Brendon Hartley, come riporta la testata "Le Maine Libre" in una delle sue pagine speciali dedicate alla prova di endurance, ascolta da 10 anni lo stesso brano un'ora e mezzo prima della partenza: una volta con la Porsche e due con la Toyota, costruttore con il quale è in griglia anche quest'anno, questa abitudine gli ha portato bene visto che ha primeggiato in tre occasioni. Anche il pilota della Alpine Jules Gounon, tra l'albergo e il circuito, si lascia trasportare dalle note di una raccolta di canzoni degli anni '80 e '90.
Alexander Wurtz (due successi) era solito indossare calzini spaiati, di colori differenti, ma altri colleghi sono andati ben oltre. L'elvetico Neel Jani, al via con la Porsche 963 della Proton Competition, compie sempre gli stessi esercizi, nello stesso ordine (un po' come Valentino Rossi): «C'è stato anche un periodo in cui indossavo della biancheria intima che conservavo per le corse, ma poi ho smesso perché non funzionava», ha ammesso.
Tristan Vautier, in gara nella Lmp2 con la Oreca 07 della scuderia lituana Clx Pure Racing (che ha ingaggiato il bielorusso Aliaksandr Malykhin, al via con la licenza della nazione caraibica Saint Kitts e Nevis), aveva addirittura degli slip particolari che usava solo in gara: «Li ho conservati a lungo, ma poi erano semplicemente troppo usati, nonostante mia mamma li avesse anche rammendati», ha rivelato. In realtà, aveva mutande specifiche per le qualifiche e per la corsa: «Poi ho perso quelle da gara e allora le altre sono diventate polivalenti». Filipe Albuquerque, il portoghese al via con la Cadillac 101 nella classe regina, ha scherzato: «Continuo a cercare gli indumenti “fortunati”, che sono finiti per sbaglio nel bidone della spazzatura. Da allora è diventata dura per me». Scaramanzia e, naturalmente, autoironia.