Fernando Alonso festeggia la vittoria alla 24 Ore di Le Mans con la Toyota

Alonso come Mario Andretti, il “Triple Crown” resta un sogno. Per ora...

di Franco Carmignani
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ROMA - Al via di questa Le Mans settembrina manca il personaggio numero uno. Fernando Alonso, vincitore delle ultime due edizioni della 24 Ore e campione del mondo endurance, ha lasciato il suo posto sulla Toyota TS050 Hybrid numero 8 al neozelandese Brendon Hartley, primo nel 2017 con la Porsche, che si affianca ai confermati Buemi e Nakajima, che ovviamente puntano al tris, a dispetto di Kamui Kobayashi che con l'altra TS050, è stato l'autore della hyperpole.

In questa fase post-F1 Nando è andato a cerca di stimoli e di sfide, passando dalle LMP1 alle stock-cars di Daytona, dalla Formula Indy alla Dakar. Alcune le ha vinte, altre rimangono ancora aperte, anche se il nuovo impegno con Alpine in F1 non gli lascerà molto spazio. A parte Dakar, dove l'asturiano vorrebbe tornare, rischia di dover rinunciare alla 500 Miglia di Indianapolis, che ha corso ancora in agosto, senza grossi risultati, anche a causa della mancata disponibilità dei motori della Honda, con la quale a suo tempo non erano mancate le polemiche.

Peccato, perchè a Indy Alonso avrebbe potuto chiudere il grande slam. Ovvero la vittoria nelle tre più grandi competizioni al mondo - F1, Le Mans, 500 Miglia - en plein oggi noto come “triple crown”. Inizialmente il riferimento della F1 era il Gran Premio di Monaco, ma c'è una seconda scuola di pensiero che valuta il titolo mondiale. Fatto sta l'elenco dei piloti che in varie epoche hanno cercato di fare bingo, senza riuscirci, è lungo. Nuvolari, vittorioso a Le Mans e a Montecarlo, conquistò la più ricca, e facile, Coppa Vanderbilt, ma non Indianapolis, tanti altri come Clark, Stewart e Foyt, si sono limitati a due centri, non correndo nella terza specialità, Le Mans i due scozzesi, la F1 il plurivincitore della 500 Miglia.

Mario Andretti invece quella corona l'ha inseguita per tanti anni, ma è proprio Le Mans che si è negata a “Piedone”, che ha provato a vincerla anche in compagnia del figlio Michael. Chi poteva farcela è Jacques Villeneuve, campione del mondo F1 e primo a Indy, che ha sfiorato il colpaccio a Le Mans con la Peugeot 908.

Il grande slam resta dunque unico, perchè l'ha vinto un solo pilota , Graham Hill, il celebre “baffo”campione del mondo nel 1962 e 1968, capace di vincere la Indy 500 nel 1966. Specialista del Gran Premio di Monaco – per cinque volte è salito sul palco dei Principi a ritirare la coppa del vincitore – ha infilato nel suo palmares la 24 Ore del 1972, regalando il primo successo alla Matra-Simca, insieme a un altro personaggio della “classicissima”, Henri Pescarolo che vanta un personalissimo record di 33 partecipazioni e sei primi posti!

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Lunedì 21 Settembre 2020 - Ultimo aggiornamento: 22-09-2020 08:02 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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