La monoposto elettrica Bmw di Maximilian Guenther

Bmw, la sovrana bavarese regna in Arabia. Il brand ha un rapporto speciale con Ad Diriyah: ha vinto entrambe le edizioni dell’E-Prix

di Mattia Eccheli
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ROMA - La Bmw, acronimo di Bayrische Motoren Werks Ag (fabbrica bavarese di motori), è in Formula E fin dalla prima stagione. Solo che tra il 2014 e il 2018 la casa dell’elica è stata a fianco del circuito a zero emissioni come “official vehicle partner” fornendo la safety car, la ibrida i8, e altre due elettriche i3, una delle quali impiegata come medical car. Con la quinta stagione, quella cominciata il 15 dicembre di tre anni fa in Arabia Saudita, Bmw è diventata uno dei costruttori riconosciuti ufficialmente fra quelli in competizione e collabora con la scuderia americana Andretti dal 2017. L’esordio da protagonista non avrebbe potuto essere migliore, cioè con un successo.
La vittoria sul circuito cittadino di Diriyah era stata ottenuta da Antonio Felix Da Costa alla sua prima gara al volante della monoposto con le insegne dell’Elica, ma in Formula E fin dall’inizio con la medesima squadra a stelle e strisce. Nelle quattro stagioni precedenti il team americano aveva solo sfiorato il successo raccogliendo complessivamente cinque piazzamenti sul podio.

La stagione 2018/2019 era stata poi archiviata con altri due secondi e due terzi posti. Un bottino al quale aveva contribuito anche Alexander Sims, salito sul gradino più basso del podio nella gara conclusiva, a New York. La scuderia aveva chiuso in quinta posizione nella classifica a squadre con 156 punti in 13 ePrix. Il campionato successivo, cioè quello scorso, martoriato dalla pandemia, si è fermato a 11 prove, le ultime sei delle quali corse in poco più di 12 giorni a Berlino. Lasciato andare Da Costa, Bmw aveva puntato sul giovane Maximilian Günther (classe 1997), che ha ripagato la fiducia della squadra con due successi (il primo a Santiago del Cile, il secondo nella capitale tedesca) ed una piazza d’onore (in Marocco). Prima di lui, tuttavia, Sims era riuscito a regalare al costruttore una nuova vittoria araba. Nella graduatoria a squadre, seppur con 118 punti, la scuderia aveva confermato la quinta posizione.
L’arrivo di Bmw aveva contribuito a far lievitare l’interesse nei confronti della Formula E grazie anche alle suggestioni legate alla sfida premium fra i marchi della Germania. Lo scorso dicembre, al termine dei test andalusi sulla pista “Ricardo Tormo” di Valencia in vista dell’inizio della settima stagione, il costruttore ha anticipato l’intenzione di abbandonare la competizione alla fine del campionato che scatta a Diriyah oggi. «Il nostro viaggio nella Formula E è arrivato alla fine», aveva reso noto il costruttore. Che aveva parlato anche di «sette anni di successi» in Formula E.

La casa bavarese si era sbilanciata a proposito dello strategico trasferimento tecnologico “race to road”: secondo Bmw sono «già esaurite le possibilità offerte dalla Formula E». «Nel campo della mobilità elettrica – aveva precisato – l’obiettivo strategico si è spostato e riguarda l’offensiva nella produzione di serie della quinta generazione dell’e-drive». Il ritiro (prematuro, secondo molti osservatori) non significa disimpegno. Per due ragioni. La prima è che potrebbe continuare a ancora fornire i motori al team Andretti. La seconda è che anche nella settima stagione di Formula E, le «ambizioni rimangono immutate»: la scuderia «darà il massimo per ottenere il maggior successo possibile con la Bmw iFe.21». E, infatti, a Valencia, con il crono di 1’11”760, Günther è stato il più veloce in assoluto nelle tre giornate di test. «Naturalmente è bello sapere di aver fatto registrare il miglior tempo della settimana, come lo scorso anno – aveva commentato il tedesco – Ma l’obiettivo di test non era quello». «Qui a Valencia abbiamo colto l’opportunità per provare alcune cose diverse con la nuova monoposto e mi pare che siamo riusciti a fare un bel lavoro», aveva aggiunto.


Günther aveva fatto bene anche nel Race at Home Challenge organizzato durante il congelamento delle attività della scorsa primavera sia per mantenere alta l’attenzione sul circuito elettrico sia per raccogliere fondi per l’Unicef.
Le due monoposto della casa bavarese hanno completato oltre 500 giri. Il nuovo compagno di squadra del tedesco, il britannico Jake Dennis, era stato più “lento”, ma non di molto, facendo registrare un 1’12”047. Ventisei anni il prossimo giugno, Dennis è un debuttante nel circuito elettrico. Come praticamente tutti i piloti ha cominciato con il kart e ha poi corso con le macchine di diversi costruttori, incluse Nissan, Volkswagen, Audi, Aston Martin. I suoi migliori risultati li ha ottenuti con la Mercedes finendo terzo nel 2015 nella Formula 3 europea.

«Penso che possiamo essere soddisfatti delle nostre prestazioni – aveva commentato l’esordiente britannico – La macchina sembra andare bene. Personalmente sono stato in grado di adattarmi molto rapidamente alle specificità della Formula E». «Ho familiarizzato con il software e con le altre procedure e adesso mi sento preparato meglio in vista della prima gara», aveva insistito. In realtà, dovrebbe trovare spazio anche l’ancora 21enne sudafricano Sheldon van der Linde, che era già stato inserito nella spedizione cilena di gennaio, poi slittata a causa delle restrizioni per contenere la diffusione delle nuove varianti del virus. Il pilota, informa il costruttore, è la riserva del team ed «è coinvolto nelle riunioni e nei processi della squadra». È anche pronto all’eventuale subentro in caso di indisponibilità di Günther o Dennis.

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Martedì 15 Giugno 2021 - Ultimo aggiornamento: 18:09 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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