
BMW, il ritorno nell’endurance comincia nel IMSA nel 2023. Nel WEC e a Le Mans nel 2024

BMW M Hybrid V8 LMDh, con il Team WRT a Spa per proseguire i test in vista dell’esordio nel 2024

BMW investe 600 milioni di sterline per le Mini elettriche. Il gruppo Bmw aggiorna gli impianti di Oxford e Swindon

BMW investe 600 milioni di sterline per le Mini elettriche. Il gruppo Bmw aggiorna gli impianti di Oxford e Swindon
BMW comincia dall’Italia il ritorno nelle massime categorie dei campionati Endurance annunciando contemporaneamente che, se nel 2023 sarà nell’IMSA come già annunciato, nel 2024 sarà anche nel WEC e dunque alla 24 Ore di Le Mans per conquistare la seconda vittoria assoluta dopo quella ottenuta nel 1999 con la V12 LMR guidata da Yannick Dalmas, Joachim Winkelhock e Pierluigi Martini.
E per lo shake-down nella M Hybrid V8 la casa tedesca ha scelto l’autodromo di Varano de Melgari, a due passi dalla Dallara, fornitrice del telaio, alla presenza dello stesso Gian Paolo Dallara, di Andrea Roos, capo del Motorsport BMW, Franciscus Van Meel, amministratore delegato di BMW M Gmbh e i tecnici del Team RLL, incaricato ufficialmente di seguire il programma sportivo nel campionato IMSA. Al volante del prototipo, la cui veste era già stata svelata lo scorso 6 giugno, si sono alternati i piloti ufficiali, lo statunitense Connor De Philippi e il sudafricano Sheldon van der Linde.
Ora invece la nuova vettura, che segue il regolamento LMDh (Le Mans Daytona hybrid) comune a WEC ed IMSA, è scesa in pista facendo sentire la voce del suo V8, ma avviandosi dalla corsia dei box con l’elettrico che fa parte del modulo ibrido standard previsto dal regolamento e che prevede motore Bosch con inverter, cambio Xtrac con frizione di disaccoppiamento e batteria Williams, direttamente collegati all’unità termica messa invece dal costruttore stesso per una potenza di totale che, salvo variazioni del Balance of Performance, è di 500 kW pari a 680 cv.
Il motore a scoppio scelto dal reparto Motorsport di BMW è il P66/3 derivato dal P66/1 già utilizzato nel DTM sulla M4 DTM nel 2017 e 2018. Ha una cilindrata di 4 litri e, a differenza dell’unità originaria, è sovralimentato con due turbocompressori al centro delle due bancate poste a 90 gradi. Originariamente i tecnici hanno anche preso in considerazione il 4 cilindri P48 utilizzato durante le ultime stagioni nel DTM e il P63, impiegato sulla M8 GTE, ma il primo è stato scartato per problemi di affidabilità e il secondo per il peso. Alla fine la scelta è caduta sul P66 che ha anche il vantaggio di essere impiegato su un monoscocca senza avere bisogno di un telaio ausiliario.
Il V8, oltre a ricevere la sovralimentazione, ha ricevuto blocco cilindri e testata frutto di fusioni specifiche realizzate sempre nell’impianto che BMW ha Landshut, a pochi chilometri da Monaco di Baviera. Modificato anche l’albero motore, in modo da abbassarne ulteriormente il baricentro e renderlo compatibile sia con il telaio Dallara sia con il modulo elettrico. Per questo sono nuovi il cablaggio e la parte elettrica oltre al sistema di scarico, al sistema di iniezione diretta a 350 bar e al serbatoio dell’olio per la lubrificazione a carter secco a 6 pompe.
Il V8 ha girato per mesi al banco e a giugno è stata aggiunta la parte elettrica con l’accensione del sistema ibrido completo. I dati ufficiali per la parte termica parlano di circa 640 cv, una coppia di 650 Nm e un regime massimo di 8.200 giri/min. Dunque siamo ben al di sotto dei 10.000 giri/min previsti dal regolamento, a favore evidentemente dell’affidabilità e dei consumi, mentre i cavalli mancanti al limite previsto dal regolamento saranno forniti dalla parte elettrica che eroga 50 kW (78 cv). La presenza dei turbocompressori permette inoltre di rimanere più facilmente entro i 110 dB regolamentari.
Osservando la vettura si rimane colpiti dalla personalizzazione della vettura che è uno dei tratti caratteristici delle vetture LMDh. Nonostante le ovvie esigenze funzionali delle auto da corsa, I due grandi reni anteriori, oltre ai tradizionali bianco, blu e rosso, permetteranno di identificare immediatamente la M Hybrid V8 come una BMW. Originali anche i gruppi ottici posteriori formati da led filiformi che ricordano i gruppi ottici dei modelli più recenti della casa di Monaco. L’obiettivo è arrivare pronti per la 24 Ore di Daytona (26-29 gennaio 2023). Ancora da annunciare i piloti e il team che seguirà il programma nel WEC, ma nell’ultimo comunicato si parla della RMG, che corre con la BMW nel DTM dal 2012 al 2020 ottenendo due titoli e 22 vittorie in 140 gare.
ACCEDI AL Il Messaggero.it
oppure usa i dati del tuo account