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Il “D-Day” della Formula E è giovedì 7 novembre. È il giorno in cui, in occasione dei test ufficiali che anticipano l'avvio della stagione 11, è in programma la prima sessione obbligatoria di prove riservata esclusivamente alle donne. Il Messaggero ne aveva già scritto tempo fa, anche se l'organizzazione ha ufficializzato l'evento soltanto questa mattina. «Fino a 22 donne pilota d'élite utilizzeranno la auto da corsa Gen3 Evo», si legge in una nota della Formula E. Che parla di «pari opportunità» rispetto ai colleghi uomini.
Il mondiale a zero emissioni rivendica ancora una volta «questo passo pionieristico», con il quale intende sostenere l’impegno «a lungo termine per accelerare la diversità e l’uguaglianza negli sport motoristici e all’interno della Formula E, dalla base ai livelli più alti». La sessione (verosimilmente di 3 ore e probabilmente nel pomeriggio) si terrà nella giornata di chiusura dei test, che cominciano lunedì 4 novembre sul circuito Ricardo Tormo di Valencia.
Nella storia del mondiale la svizzera Simona de Silvestro ha anche già conquistato 4 punti e hanno preso parte ad alcune gare anche l'italiana Michela Cerruti e a britannica Katherine Legge. Non è la prima volta che la Formula E invita le squadre a concentrarsi sul mondo femminile: lo aveva fatto in occasione del suo debutto in Arabia Saudita nel 2018, mentre alcune squadre hanno mandato in pista donne pilota in occasione dei rookie test. Nell'autunno dello scorso anno durante le prove di Valencia la Tag Heuer Porsche aveva schierato Gabriela Jílková. Non era però mai accaduto prima che fossero abbligate a farlo. Ogni scuderia «sarà tenuta a schierare almeno una donna pilota per il test – informa il comunicato – ma sarà incoraggiata a schierarne due». L'obiettivo è quello di fornire un possibile «percorso per sviluppare la propria carriera e e proprie competenze».
L'allineamento tra uomini e donne è una missione quasi impossibile: malgrado il motorsport sia una delle poche discipline in cui maschi e femmine possono competere allo stesso livello, nel mondo appena il 3% delle licenze di alto livello sono in mano a donne pilota. La Formula E non vuole essere una meteora in questa operazione, anche perché quasi a metà della propria “base” è femminile: «Sappiamo che non esiste una soluzione semplice ad una maggiore diversità di genere nel motorsport e riconosciamo che un singolo test non risolverà il problema, ma da qualche parte dobbiamo pur cominciare pur sapendo che c’è molta strada da fare», ha commentato Jeff Dodds, Ceo del campionato.