Sebastian Buemi ha vinto E-Prix della domanica a Montecarlo

FE, Buemi (Envision) torna a vincere dopo sei anni. Il terzo trionfo a Monaco è il tris di Jaguar. Rowland (Nissan) allunga in testa

di Mattia Eccheli
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MONTECARLO – La riscossa dei campioni del mondo, cinque fra i primi sette e nove nella Top 10, nel secondo ePrix di Monaco, ossia gara 7 della stagione 11 di Formula E. A spuntarla è stato lo svizzero Sébastien Buemi, tornato a vincere nel mondiale elettrico a quasi sei anni dall'ultima volta, a New York, nell'estate del 2019. L'elvetico della Envision Racing ha consegnato la terza affermazione consecutiva alla Jaguar nel Principato, prima lo scorso anno con il suo pilota ufficiale Mitch Evans (oggi 18/o) e nel 2023 con Nick Cassidy, allora con la stessa Envision e da due stagione sotto contratto con la Jaguar Tcs.

Per Buemi si tratta del tris a Monaco, la pista più glamour del motorsport, sulla quale si era imposto anche nelle due edizioni inaugurali, nel maggio del 2015 e nel maggio del 2018. Dopo 30 giri, uno in più dei 29 previsti per effetto del ricorso alla Full Course Yellow (un “dritto” di Lucas di Grassi della Lola Yamaha Abt) e dell'ingresso della Safety Car (Nico Müller contro le protezioni con la monoposto della Andretti) lo svizzero ha preceduto il poleman Oliver Rowland (Nissan) e, appunto, Cassidy, partito 14/o, e al primo podio di questa stagione finora avara di soddisfazioni.

Malgrado l'asfalto bagnato, la gara è stata più “regolare” rispetto a quella di sabato, movimentata (forse troppo) dal PitBoost. Rowland sembrava essere in grado di vincere, ma dopo aver esagerato con manovre al limite ai danni di Jean Eric Vergne (Ds Penske), ha preferito amministrare la posizione che gli ha fatto guadagnare ulteriormente punti nella classifica generale. Nella sfida fra iridati (Rowland è un aspirante candidato molto forte per diventarne uno) Antonio Felix da Costa (Tag Heuer) ha chiuso quarto, davanti a Nyck de Vries (Mahindra), già secondo ieri, allo stesso Vergne, che era sembrato poter guidare la monoposto sul podio, e Pascal Wehrlein (Tag Heuer Porsche), settimo. Nella Top 10 anche Maxmilian Günther (Ds Penske), che era terzo in griglia, e gli ultimi due campioni del mondo arrivati in fondo, Jake Dennis (Andretti, motorizzata Porsche) e Stoffel Vandoorne (Maserati).

I sorpassi, più o meno azzardati, non sono mancati nemmeno senza la forzatura del PitBoost, il passaggio obbligatorio ai box per caricare la batteria, un artificio per promuovere la tecnologia elettrica non necessario alle monoposto per arrivare al traguardo, che tuttavia piace a diversi Team Principal. Nella generale individuale Rowland ha sommato altri 21 punti (3 sono della pole) ai 25 di ieri e si è portato a quota 115, quasi il doppio dei 67 di da Costa, tornato secondo con una lunghezza di vantaggio su Wehrlein.

Dal fine settimana monegasco sono usciti ridimensionati sia Taylor Barnard (3 punti in due gare e solo grazie alla pole di ieri) sia la scuderia Neom McLaren, oggi penalizzata anche dall'errore di Sam Bird in qualifica, mentre sono lievitate le quotazioni della Mahindra, che ha portato a casa un secondo, un quarto e un quinto posto. Nella graduatoria a squadre la Tag Heuer è in testa con 133 punti davanti alla Nissan (126), che beneficia quasi solo dei risultati di Rowland, alla Mahindra (91) e alla Ds Penske (76). Tra i costruttori è ancora netta la supremazia di Nissan (191), che precede Porsche (163), Jaguar (115), Stellantis (109), Mahindra (109) e Lola (20). Fra due settimane si corrono a Tokyo gli ePrix 8 e 9.

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domenica 4 maggio 2025 - Ultimo aggiornamento: 16:43 | © RIPRODUZIONE RISERVATA