FE, Ticktum (Cupra Kiro): «La Gen3 poteva essere migliore. Ma la prossima Gen4 sarà mostruosa»
SILVERSTONE – Dan Ticktum, il pilota britannico che ha vinto l'EPrix di Jakarta con la Porsche 99x Electric impiegata dalla Cupra Kiro, è il “bad boy” (il “cattivo ragazzo”) della Formula E. È una definizione che in qualche modo si è dato egli stesso. Alla domanda su quando abbia smesso di esserlo, in particolare dopo il successo indonesiano, risponde con un sorriso: «Lo sono ancora – dice – ma non perché io sia uno str...., ma perché dico quello che penso. Senza giri di parole».
E così parla anche che la monoposto Gen4, quella che debutterà con la stagione 13, «sarà mostruosa», in senso positivo naturalmente: «Stando alle simulazioni sul circuito di Monaco avrà prestazioni tra quelle della Formula 1 e quella della Formula 2», aggiunge. Anche i bolidi Gen2 gli piacevano: «Ma avrebbero meritato più potenza». Sulle Gen3 ha pochi dubbi: «Diciamo che si poteva fare di meglio – prosegue sforzandosi di essere diplomatico – e con la Evo è stato fatto un passo avanti».
Anche lui è di quelli che predilige i circuiti urbani: «La Formula E è nata così ed è anche bello portare il messaggio di una mobilità nuova nei centri delle città – riflette – solo che con certe prestazioni è sempre più difficile. Capisco anche il problema dei costi, che sono alti perché la logistica comporta delle spese e si deve montare e smontare tutto, ma la filosofia è differente». La svolta di questa stagione, sua e della scuderia, è arrivata dopo Miami: «Lo scambio di informazioni con Porsche è stato importante – sintetizza – e quello che è accaduto è stato piuttosto impressionante».
«Come nel tennis - interviene Russel O'Hagan, il Chief Operating Officer della scuderia – cerchiamo di analizzare i nostri errori e distinguerli tra quelli forzati e non forzati. Il nostro lavoro è intervenire per limitare quelli non forzati, perché nella Formula E ci sono una moltitudine di variabili. Un esempio è quello di quando finisce l'Attack Mode (la potenza aggiuntiva di 50 kW, da 300 a 350, ndr) e il pilota si trova in uscita di curva senza più la trazione integrale e deve imboccare una traiettoria diversa, magari sul bagnato, come è accaduto a Berlino». Pur immaginando decine e decine di scenari possibili, c'è sempre qualcosa che sfugge: «Lavoriamo anche con l'intelligenza artificiale – puntualizza Xavi Serra, responsabile della divisione Motorsport di Cupra – anche a quella, però, le cose vanno insegnate. L'imprevedibile fa parte del fascino di questo campionato».




