
Ferrari trionfa a Imola nel FIA WEC: Pier Guidi, Giovinazzi e Calado firmano un'altra vittoria leggendaria

F1, Imola si prepara per il Gp, attesi 200mila tifosi al circuito. Bagno di folla per le Rosse di Maranello

WEC, Ferrari inarrestabile a Spa: conquista la doppietta in Hypercar e vince in LMGT3

WEC, Antonio Fuoco e la Ferrari infiammano le Ardenne siglando la pole della 6 Ore di Spa
IMOLA – Il Cavallino Rampante è tornato a ruggire davanti al proprio pubblico e lo ha fatto nella maniera più emozionante possibile. Dopo la splendida vittoria nella 1812 km del Qatar, Ferrari ha confermato la propria competitività anche nella 6 Ore di Imola, tappa italiana del FIA WEC. A conquistare il gradino più alto del podio sono stati Alessandro Pier Guidi, Antonio Giovinazzi e James Calado, protagonisti di una gara intensa, ricca di colpi di scena e dal finale al cardiopalma.
Per Maranello si è trattato di una vera e propria rivincita: lo scorso anno la pioggia aveva tarpato le ali al sogno di una vittoria casalinga, ma questa volta il meteo incerto non ha fermato la 499P numero 51. Il successo è arrivato dopo una gara combattuta sin dai primi metri, con le Ferrari capaci di dettare il ritmo nonostante numerose neutralizzazioni e una griglia di partenza che aveva visto una delle due Hypercar italiane costretta a partire dal fondo.
Già dalle prime battute si è capito che la Ferrari era la vettura più performante. Calado ha preso il via dalla pole position conquistata da Giovinazzi e ha imposto un ritmo serrato, seguito dalla gemella di AF Corse guidata inizialmente da Philip Hanson. Ma è stato Nicklas Nielsen a offrire uno degli spunti più spettacolari: partito dal fondo per via della cancellazione del tempo in qualifica, il danese ha messo in scena una rimonta furiosa, infilando avversari con estrema determinazione.
A movimentare la prima fase di gara ci ha pensato anche Celia Martin, protagonista di un contatto con la Corvette di Ben Keating che ha causato la prima neutralizzazione in regime di Full Course Yellow. Subito dopo, un violento incidente tra Yasser Shahin e Ian James ha portato all’ingresso della safety car. Nonostante ciò le Ferrari hanno mantenuto saldamente la testa del gruppo.
Nel secondo stint è stato Giovinazzi a prendere le redini del comando. Il pugliese ha consolidato il vantaggio su Yifei Ye, che aveva sostituito Hanson sulla vettura di AF Corse. L’unico a mettere in discussione la leadership Ferrari è stato Matt Campbell con la Porsche 963 LMDh, favorito da una strategia alternativa. Ma Giovinazzi non si è fatto sorprendere e ha prontamente ristabilito le gerarchie, superando l'australiano poco prima che scoppiasse il secondo caso della giornata.
A far discutere è stato Valentino Rossi, protagonista in LMGT3 con la BMW M4 GT3 del Team WRT. Nel tentativo di difendere la leadership di categoria, il "Dottore" è venuto a contatto con la Ferrari 296 GT3 di Simon Mann, spedendola contro le barriere alla Rivazza. Inevitabile la penalità per l'ex campione del Motomondiale, sanzionato con uno stop and go.
Con l’ennesima safety car entrata in pista, le carte si sono rimescolate e molti team hanno rivisto la propria strategia. In questa fase, a prendere il comando è stato Sebastien Buemi con la Toyota, ma Antonio Fuoco non ha mollato e ha ingaggiato un duello mozzafiato con lo svizzero. Il contatto tra i due al Tamburello ha però compromesso la gara della Ferrari numero 50: Fuoco ha forato e si è ritrovato in fondo al gruppo.
A meno di 15 minuti dal termine, dopo l’ultima tornata di pit stop, è stato Pier Guidi a emergere in testa alla gara. L’italiano ha mantenuto il sangue freddo e ha portato la 499P numero 51 al traguardo davanti a un pubblico in delirio. Per lui, Giovinazzi e Calado si tratta di un successo dal sapore speciale, non solo perché è arrivato davanti ai tifosi di casa, ma anche perché proietta il trio in vetta alla classifica del Mondiale Endurance.
Alle spalle della Ferrari vincitrice, ottima prestazione per la BMW M Hybrid V8 guidata da Sheldon van der Linde, René Rast e Robin Frijns. Nonostante una sosta supplementare causata da un contatto con la Toyota GR010 Hybrid, il team tedesco è riuscito a recuperare posizioni importanti, chiudendo al secondo posto.
Sul terzo gradino del podio, a sorpresa, è salita l’Alpine A424 guidata da Mick Schumacher, Jules Gounon e Frederic Makowiecki. La LMDh francese ha mostrato grande competitività sui saliscendi di Imola, confermando i segnali positivi già visti al termine della scorsa stagione. Ai piedi del podio si è piazzata la Ferrari privata di AF Corse, con Robert Kubica autore di un ottimo ultimo stint, miglior team indipendente della giornata.
Delude invece la Toyota, con Buemi, Brendon Hartley e Ryo Hirakawa solo quinti dopo l’incidente con la Ferrari. La seconda GR010 Hybrid è rimasta attardata, mentre la Porsche non ha mai trovato il passo giusto, né in qualifica né in gara. Le 963 LMDh hanno faticato per tutto il weekend, lasciando il team di Stoccarda con più dubbi che certezze.
Chi può sorridere è Peugeot, che è riuscita a piazzare entrambe le sue 9X8 LMH nella top-10, dimostrando una progressiva crescita sul fronte affidabilità e prestazioni. Ultime tra le Hypercar le Aston Martin Valkyrie, ancora troppo acerbe per reggere il confronto con i big della categoria.
Se la Hypercar ha regalato spettacolo, anche la LMGT3 non è stata da meno. A spuntarla è stata la Porsche 911 RSR del Team Manthey, grazie a una prova impeccabile di Riccardo Pera, Ryan Hardwick e Richard Lietz. La loro strategia perfetta e la costanza in pista hanno premiato il team tedesco, che ha così battuto la BMW numero 46 di Valentino Rossi, Ahmad Al Harthy e Kelvin van der Linde.
Rossi ha pagato caro l’errore con Mann, ma il suo compagno di squadra sudafricano ha messo in scena una rimonta epica nel finale, arrivando a soli tre decimi dalla vittoria. Sul terzo gradino del podio, ottima prova per la Lexus RC F del team Akkodis ASP con Esteban Masson, Finn Gehrsitz e Arnold Robin, seguiti dall’altra vettura gemella del team.
Buona anche la prestazione della Ferrari 296 GT3 di Rigon, Castellacci e Flohr, quinta di classe. Da segnalare il bel recupero delle Iron Dames, ottave dopo un inizio difficile, e la presenza in top-10 anche per la McLaren di Leung-Gelael-Sato e la Ford Mustang di Sousa-Tuck-Barker.
Con la vittoria di Imola, la Ferrari consolida la propria posizione nel WEC. Il trio Pier Guidi–Giovinazzi–Calado guida ora la classifica generale, con un margine che fa sognare il popolo ferrarista. La 499P ha dimostrato di essere una macchina completa, veloce e solida su ogni tracciato, e l’atmosfera respirata a Imola lascia presagire un campionato infuocato fino all’ultima tappa.
Il prossimo appuntamento del Mondiale Endurance è fissato a Spa-Francorchamps, pista storica e imprevedibile, dove i valori potrebbero nuovamente mescolarsi. L’appuntamento quindi sul circuito delle Ardenne il fine settimana del 10 maggio.
FIA WEC 6 Ore di Imola: Risultati Gara