EPrix Città del Messico, i 31'' che hanno cambiato la gara, acuto di Rowland (Nissan) davanti a tre Porsche
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CITTÀ DEL MESSICO – Nella Formula E, il mondiale elettrico, tutto è contingentato. Non solo i tempi e le risorse. Solo per fare un esempio, nel caso di collisioni, anche con conseguenze importanti e a meno che non abbiano subito danni parti strategiche, a cominciare dalla monoscocca, le monoposto vengono trasferite come sono da una località all'altra. I meccanici delle scuderie hanno generalmente tempo il mercoledì per allestire i box (come a Città del Messico, dove sabato si corre il secondo EPrix del campionato) e solo tra giovedì e venerdì possono mettere mano alle macchine: 14 ore per montarne una in condizioni di emergenza, altrimenti 3 o 4 giorni.
Le scuderie si sono in realtà congedate dai bolidi elettrici già dopo i test di Madrid: saranno di nuovo nelle loro disponibilità solo a stagione finita. Della logistica si occupa l'organizzazione del mondiale, che tra l'altro ha ufficializzato di essere riuscita a comprimere ulteriormente pesi e spazi. Da questo campionato, il numero 11, bastano due aerei cargo per spostare ciò che serve per le gare, uno in meno rispetto al passato. Ogni squadra dispone di un totale di 6,5 tonnellate di carico, grossomodo un decimo di quello che muovono i team della Formula 1.
Anche i tempi per le prove in pista sono contenuti: per due stagioni ogni costruttore dispone di 12 giorni ai quali se ne aggiungono 8 nel caso abbia un team cliente. Significa che Porsche (che fornisce Andretti e Cupra Kiro), Nissan (Neom McLaren), Jaguar (Envision) e Stellantis (che corre con i marchi Ds e Maserati) ne hanno 20, mentre Mahindra e Lola Yamaha Abt, appunto 12. Con il programma Gen4 (fra due anni) le cose cambieranno ancora anche dal punto di vista tecnologico, con monoposto ancora più potenti e sempre a trazione integrale: attualmente le quattro ruote motrici possono venire impiegate solo in qualifica, partenza e in regime di Attack Mode.
Il tetto ai costi vale anche per il simulatore: non ci sono limitazioni di tempo, ma le spese rientrano fra quelle previste dal regolamento della Fia. I costruttori possono spendere complessivamente fino a 25 milioni di euro in due anni per lo sviluppo ai quali si sommano i 13 milioni previsti per la gestione della squadra. Una casa automobilistica, insomma, può arrivare anche a oltre 25 a stagione. I costi di iscrizione e i compensi ai piloti sono inclusi.
Le scuderie sono composte da un massimo di 30 “operativi”, fra meccanici e ingegneri con restrizioni precise sulle attività che si possono svolgere ai box e due piloti e una riserva. Sono esclusi da questo conteggio gli eventuali tecnici (fino a sei) che si occupano di analizzare e elaborare i dati dai rispettivi quartieri generali. In Formula E sono previste un massimo di 12 scuderie (24 macchine). Da alcune stagioni quelle al via sono 11, ma a quanto pare non esistono più licenze da acquistare (si parla di un valore attorno ai 35/40 milioni di euro): significa che al più tardi nel 2026 la griglia sarà al completo.