I due fratelli Finiguerra: Mauro (al centro) e Marco (il terzo da destra), titolari dell'omonima concessionaria vincitrice, insieme ad HMI del titolo per team e per piloti under 23 della GR Yaris Rally Cup

GR Yaris Rally Cup e i fratelli Finiguerra: «Abbiamo una doppia anima come Toyota: vendiamo auto e amiamo le corse»

di Nicola Desiderio
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I fratelli Finiguerra sono concessionari Toyota sin dal 1977 e, insieme ad HMI, hanno formato il team che ha vinto la prima edizione del GR Yaris Rally Cup portando anche Angelo Pucci Grossi a conquistare la classifica riservata ai piloti under 23. Decisamente un bel risultato all’esordio per il sodalizio valtellinese che ha schierato ben 2 vetture nel campionato monomarca basato sulle GR Yaris. A rispondere alle domande è Mauro Finiguerra con il fratello Marco al suo fianco.

Come è nata l’idea di partecipare a questa iniziativa?

«Beh, tutti e due abbiamo un’esperienza nei rally di quasi 15 anni proprio con Toyota. E a dire il vero, la passione nasce un po’ prima perché anche nostro padre era pilota. Dunque le corse e le competizioni le abbiamo nel DNA. Per questo, quando Toyota ha deciso di fare per la prima volta un campionato monomarca con una vettura come la Yaris GR, indubbiamente predisposta per questo tipo di attività, abbiamo deciso subito di aderire».

Avete fatto tutto da soli?

«No, per la preparazione delle vetture ci siamo avvalsi della collaborazione della HMI, un’organizzazione che ha alle spalle una storia importante nel mondo dei rally. Una volta trovato l’accordo, abbiamo cominciato subito a collaborare. Il nostro rapporto non è però di semplice sponsorizzazione, ma di totale coinvolgimento nelle attività del team».

La parola coinvolgimento è un po’ la chiave di tutto. Toyota da tempo dice che non vuole offrire solo vetture affidabili, efficienti e di qualità, ma anche emozioni. Secondo voi, che le auto le vendete, questo fattore ha davvero un valore per il cliente che entra in concessionaria?

«Sì, ha un valore per il brand. Oggi si parla tanto di elettrico e di elettrificazione che è un concetto che proprio Toyota ha introdotto. Ma è importante anche avere un marchio che spinge tanto nel mondo nel motorsport e aver messo la GR Yaris Rally Cup in una cornice così prestigiosa come Monza per l’ultima gara del campionato del mondo dove Toyota è protagonista. Secondo noi è bello che ci sia questa doppia anima: da una parte seguire le esigenze del mercato e le normative, che prevedono auto sempre più ecologiche, dall’altra coltivare la passione. Noi, nel nostro piccolo, replichiamo proprio questa doppia anima perché siamo una concessionaria storica di Toyota e abbiamo ovviamente a cuore i risultati commerciali, ma abbiamo anche passione per le corse».

L’idea di partecipare è arrivata su invito di Toyota Motor Italia o vi siete fatti avanti spontaneamente quando avete saputo di questo campionato?

«È stata una nostra iniziativa e ci siamo sentiti sin dall’inizio partecipi di questa avventura, anche perché abbiamo un rapporto consolidato con i promotori Tobia Cavallini e Daniele Pollicione che è stato anche il mio navigatore per anni. Non c’è stato affatto bisogno di convincerci, anzi siamo stati noi a spingere affinché questa iniziativa si concretizzasse. L’aspetto fondamentale è stata la collaborazione stretta con il team che ha saputo preparare, gestire e portare in gara le vetture».

E come sono stati scelti i piloti?

«Conoscevo bene il padre di Angelo Grossi perché fui suo ricognitore e ci piaceva l’idea che fosse proprio un giovane come lui a correre con le nostre macchine. Per noi lui non è solo figlio d’arte, ma anche il figlio di un mio caro amico».

E l’altra macchina?

«L’abbiamo affidata anche questa ad un equipaggio molto giovane, composto da ragazzi finlandesi. Abbiamo scelto di proposito di dare spazio a piloti giovani e anche l’aver dato questo tocco di internazionalità al nostro team ci è piaciuto molto. Anche per questo la GR Yaris Rally Cup ci ha reso orgogliosi e ci ha gratificato molto».

Voi siete anche Gazoo Garage, cioè uno dei 20 concessionari in Italia specializzati nella gamma sportiva di Toyota. Che significato ha a livello commerciale?

«Nel caso specifico, significa aver creato tanto interesse per questo tipo di vetture e ne abbiamo tratto grande beneficio in termini commerciali. Lo scopo del Gazoo Garage è proprio quello di sviluppare una sorta di sottorete disposta a dedicare alla gamma sportiva di Toyota un’attenzione particolare. Gran parte della nostra clientela GR, arrivata a noi attraverso amici e conoscenti, è una clientela davvero sportiva composta da persone che, in un modo o nell’altro, gravitano intorno al mondo delle competizioni. Per noi è così perché viviamo le corse da una vita. Forse per un Gazoo Garage che non ha questa tradizione, non è lo stesso, ma andrebbe chiesto a loro».

Questa clientela “corsaiola” si interessa automaticamente anche al resto del mondo Toyota?

«Sì e chiede anche di partecipare ad eventi ed attività come, ad esempio, corsi di pilotaggio. Parliamo di una nicchia specifica di appassionati, che non ci chiede solo automobili, ma un’esperienza che va oltre il possesso. Per questo organizziamo eventi specifici».

Qual è la lezione che, secondo voi, arriva da questo primo campionato?

«L’insegnamento è che lo sport fa bene e non solo quello motoristico, perché è una forma di aggregazione. La prova è vedere quante persone siano venute a vedere il rally sulle prove speciali del Rally di Monza e anche sul circuito, nel tempio della velocità. Tra l’altro, noi abbiamo anche una delle nostre sedi in Brianza e siamo vicini a casa, dunque ci sono tante cose che ci rendono davvero partecipi ed entusiasti».

Vi piacerebbe replicare?

«Certo che ci piacerebbe! Anzi ci piacerebbe anche aumentare il nostro impegno per il prossimo anno. Sono in arrivo novità tecniche importanti che miglioreranno le prestazioni della vettura e speriamo anche che ci siano prove su terra perché è quello il terreno più congeniale alla GR Yaris. L’Italia tra l’altro è un territorio favoloso che offre rally molto belli su terra. Mi piacerebbe anche che gli equipaggi che abbiamo avuto per quest’anno possano proseguire con noi anche nel 2022».

Qual è il vostro desiderio per il prossimo anno?

«A me piacerebbe vedere una macchina ancora più competitiva. Al momento ci siamo confrontati in un monomarca che è stato preparato in tempi record. Penso che con le novità tecniche che avremo, potremo capire come si comporta insieme a tutte le altre vettura. Credo che questo possa essere lo step successivo e di soddisfazione ulteriore».

Leggo nei vostri occhi la voglia di salire di nuovo in macchina…

«Sì! E non è detto che l’anno prossimo succeda. La voglia c’è tutta anche perché questa macchina l’abbiamo guidata e anche aiutato a svilupparla. Certo mettersi il casco e la tuta è un altro conto, ma in passato l’abbiamo già fatto. Quindi è il sogno c'è già nel cassetto, almeno per il momento…»

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Martedì 14 Dicembre 2021 - Ultimo aggiornamento: 16-12-2021 11:01 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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