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JEDDAH – la notte dell’Arabia Saudita si è tinta di rosso Ferrari. Al termine di sei ore ricche di adrenalina, sorpassi e cambi al vertice, Alessandro Pier Guidi e Alessio Rovera, accompagnati da Davide Rigon, si sono laureati campioni del Fanatec GT World Challenge Europe Endurance Cup. Al terzetto della Ferrari 296 GT3 gestita dal team AF Corse Francorchamps Motors è stato sufficiente il terzo posto finale per centrare l’obiettivo inseguito da un’intera stagione. Nonostante gli sforzi del Grasser Racing Team, con Jordan Pepper, Marco Mapelli e Franck Perera, il trio Lamborghini non è riuscito a centrare l’obiettivo, chiudendo alle spalle della Mercedes AMG di Daniel Morad, Lucas Auer e Maro Engel. Questi ultimi, già vincitori della Sprint Cup, hanno anche conquistato il titolo Overall del campionato.
Il successo in Endurance Cup è stato tutt’altro che scontato per l’equipaggio della squadra AF Corse Francorchamps Motors. Nonostante la pole position iniziale, la gara del trio Ferrari è stata segnata da diverse difficoltà. Rovera, Rigon e Pier Guidi si sono ritrovati ben presto nella seconda metà della classifica con una gara tutta da ricostruire. Tuttavia, grazie a una strategia ben congegnata, la compattezza del team e un pizzico di fortuna, sono riusciti a risalire la china completando l'impresa nell'ultima mezz'ora di gara.
Scattato dalla pole, Rovera ha subito bloccato il tentativo d’attacco di Mapelli, mentre quest’ultimo veniva toccato leggermente da Ayhancan Güven. Le BMW M4 GT3, beneficiando di un ritocco al BoP (Balance of Performance) che le ha viste più leggere di 10 kg, hanno mostrato un passo gara impressionante come Maxime Martin che, in appena mezz’ora, ha guadagnato ben posizioni portandosi ai margini della top 10. Il primo protagonista a uscire di scena è stato Güven che, dopo aver guadagnato il terzo posto, è dovuto rientrare ai box per via di una foratura.
Il primo colpo di scena è arrivato al ventiduesimo quando un problema tecnico ha costretto Efrén Llarena a fermarsi a bordo pista causando una Full Course Yellow. Durante questa fase di neutralizzazione, il team WRT ha deciso di richiamare ai box Martin per cedere il volante a Valentino Rossi e rispedirlo al comando della gara. Tutt’altra storia nel box Ferrari. Rovera, rientrato in pitlane, ha trovato la sua piazzola occupata da un’altra 296 GT3 perdendo oltre mezzo minuto con Rigon che è tornato in pista addirittura ventiquattresimo.
Un ulteriore contatto tra la Ferrari 296 GT3 di Nicolò Rosi e l’Audi R8 di Arthur Rougier ha costretto nuovamente la direzione gara a disporre la Full Course Yellow. La neutralizzazione è stata più lunga del previsto perché i commissari di pista hanno dovuto sistemare le barriere rimaste pesantemente danneggiate. Anche in questa occasione, tutti i piloti sono transitati nuovamente ai box per azzerare il tempo di guida.
La gara è finalmente ripresa al quarantunesimo passaggio con Pepper, subentrato a Mapelli, che ha immediatamente superato Rossi prendendo il comando della gara. Il pilota di Tavullia si è poi dovuto guardare le spalle da Christopher Haase, lesto ad avere la meglio su Patrick Niederhauser. Il portacolori della Porsche ha ceduto il passo anche a Morad che, nell’arco di due tornate, ha liquidato pure Haase salendo al terzo posto. È poi toccato al team Winward compiere una sosta perfetta rispedendo Auer al comando della gara davanti a Riccardo Feller, entrato al posto di Haase, e Pepper.
Prese le redini della gara, Auer ha impresso un ritmo indemoniato allungando sugli avversari. Il tedesco ha quindi lasciato la Mercedes AMG GT3 a Engel con oltre quindici secondi di vantaggio su Mapelli, ritornato alla volante della Lamborghini Huracán. La gara sembrava ormai cristallizzata quando, a tre quarti d’ora dalla bandiera a scacchi, Job van Uitert ha parcheggiato la sua Aston Martin Vantage GT3 sul rettilineo principale. La Full Course Yellow ha di fatto riaperto i giochi con Pier Guidi che ha approfittato della neutralizzazione per effettuare la sosta e scontare i trenta secondi di penalità per eccesso di track limits. A beneficiare della neutralizzazione sono stati anche i vincitori della 24 Ore di Spa, nonché leader in campionato, Mattia Drudi, Marco Sørensen e Nicki Thiim. Costretti a una gara vissuta sempre a centro gruppo, il terzetto del Comtoyou è man mano risuscito a risalire la china fino a portarsi nella zona punti.
La gara è quindi ripresa a venticinque minuti dalla bandiera a scacchi. Engel non si è fatto cogliere impreparato e ha subito preso il largo andando a conquistate una meritata vittoria che gli ha consentito, assieme ad Aurer, di conquistare anche il titolo assoluto del GT World Challenge Europe. Lo spettacolo si è quindi spostato subito dietro con Perera costretto a difendersi da Dries Vanthoor. Invece il primo a uscire dai giochi è stato Thiim, costretto a scontare trenta secondi di penalità per track limits, seguito da Aka sanzionato con cinque secondi per via di un’irregolarità nell’ultima sosta.
Ad approfittarne è stato così uno scatenato Pier Guidi che, ripartito dal sesto posto, ha dapprima sopravanzato Raffaele Marciello per poi sbarazzarsi di Vanthoor. Il terzo posto finale si è rivelato sufficiente per laurearsi, assieme a Rovera, campione del GT World Challenge Europe Endurance Cup. Titolo che, nonostante gli sforzi, non vede la firma di Rigon. Infatti il Veneto era stato costretto a saltare la gara di Monza per una concomitanza con l’IMSA. A completare la top 5 della gara di Jeddah sono state le BMW M4 del team WRT di Vanthoor, Charles Weerts e Sheldon van der Linde, e di Marciello, Rossi e Martin.
Nonostante una gara solida, il trio del Tresor Attempto Racing Aka, Feller e Haase ha terminato al sesto posto precedendo l’equipaggio Lamborghini Iron Lynx composto da Andrea Caldarelli, Matteo Cairoli e Loris Spinelli. Solamente decimi i vincitori della 24 Ore di Spa Drudi, Sørensen e Thiim che, a seguito della penalità, hanno chiuso alle spalle sia della Mercedes del GetSpeed di Jouoes Gounon, Fabian Shiller e Luca Stolz che della McLaren 720S di Benjamin Goethe, Tom Gamble e Dean Macdonald.
In Gold Cup il successo è andato Gilles Magnus, Jim Pla e Paul Evrard. Il terzetto del Sainteloc Racing ha approfittato del ritiro dei velocissimi Lorenzo Patrese, Leonardo Moncini e Lorenzo Ferrari per salire al comando di classe e conquistare il titolo. Secondo posto per gli alfieri del AlManar Racing by GetSpeed Mikael Grenier, Dominik Baumann e Al Faisal Al Zubair. Protagonisti di una gara intensa, Alberto Di Folco, Denis Lind e Philippe Denes sono riusciti a portare al terzo posto di classe la Lamborghini del team Imperiale Racing.
Dopo aver conquistato il titolo in Silver Cup già a Monza, Colin Cesarani, Daan Arrow e Tanart Sathienthirakul non si sono presentanti a Jeddah. A conquistare l’ultima gara della stagione è stato, così, l’equipaggio del team Sainteloc Ezequiel Perez Companc, Kobe Pauwels e Lucas Legeret. A completare il podio sono stati Aurelien Panis, Esteban Muth e Cesar Gazeau, al volante della Mercedes del Boutsen VDS, e il terzetto dell’Aston Martin Comtoyou Nicolas Baert, Sebastian Øgaard e Matisse Lismont.
Infine il titolo in Bronze Cup è andato a Crhis Froggatt, Eddie Cheever e Jonathan Hui. Nonostante non sia mai riuscito a salire sul podio di classe in nessun appuntamento stagionale, il terzetto dello Sky Tempesta Racing è riuscito a centrare l’obiettivo grazie alla costanza mostrata nell’arco del campionato. A vincere a Jeddah sono stati Dennis Marschall, Dustin Blattner e Loek Hartog. L’equipaggio del Rutronik Racing ha preceduto i vincitori assoluti di Monza Jens Klingmann, Sam de Haan e Ahmad Al Harthy. Terzo gradino del podio per la McLaren di James Baldwin, Mark Sansom e Nicolai Kjaergaard.
Al termine di una stagione ricca di emozioni, il Fanatec GT World Challenge Europe Endurance Cup ha decretato i suoi vincitori. I motori si riaccenderanno sul circuito del Paul Richard, in Francia, il prossimo 13 aprile quando scatterà il campionato 2025.
GT World Challenge Europe Endurance Cup – 6 Ore di Jeddah Gara