La Red Bull di Sergio Perez

Il crollo di Perez, da antagonista di Verstappen a normale seconda guida. Lo stile Red Bull ha colpito ancora...

di Massimo Costa
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Domenica 29 maggio, Montecarlo. Il Gran Premio era finito da qualche ora e l'uomo del momento nel Mondiale F1 pareva essere diventato Sergio Perez. Il messicano aveva incassato una bella vittoria che lo aveva portato al terzo posto nella classifica iridata, ad appena 15 punti dal leader e compagno di squadra Max Verstappen. Che Perez abbia finalmente "svoltato" raggiungendo il livello dell'olandese? Sembrava proprio di sì e lui stesso si riteneva in piena corsa per il titolo. Nelle prime sette gare, aveva totalizzato 110 punti grazie a un ruolino di marcia impeccabile. Dopo il ritiro nella prima corsa di Sakhir per motivi tecnici, Perez aveva concluso quarto a Jeddah, secondo a Melbourne e Imola, quarto a Miami, ancora secondo a Montmelò e primo a Montecarlo.

Nelle successive sette corse, Perez ha ottenuto 81 punti, 29 in meno rispetto alle prime sette gare. Tre secondi posti a Baku, Silverstone e Spa, ma anche due ritiri, una quarta e una quinta posizione. Dopo il GP del Belgio, Perez era secondo nella classifica generale, ma con un distacco da Verstappen salito dai 15 punti di Monaco a 93. E le cose non sono andate meglio tra Zandvoort (quinto) e Monza (sesto), con Perez che è stato superato in classifica da Charles Leclerc, 9 lunghezze il divario, mentre il distacco da Verstappen è aumentato ancora di più: 125 punti.

Un crollo senza precedenti quello di Perez. Come si spiega? Nel corso della stagione, la Red Bull RB18 è stata sottoposta a continui sviluppi e a una cura dimagrante sostanziosa tanto da essere finita sotto il limite di peso imposto dal regolamento. Di conseguenza, in Red Bull sono intervenuti piazzando zavorre nella parte anteriore della monoposto. Verstappen gradisce una vettura diretta nell'anteriore, priva di sottosterzo e non si preoccupa se il posteriore risulta ballerino. La concentrazione delle zavorre nell'anteriore, favorisce la guida del pilota olandese, ma ha finito per mettere in difficoltà quella del messicano. Perez fatica chiaramente ad adattarsi alla "nuova" RB18 a seguito degli sviluppi e lo si vede soprattutto in qualifica, Sergio era stato più rapido del compagno a Jeddah, Montecarlo e Baku, segnale inequivocabile, data anche la conformità di quei tracciati cittadini, delle sue qualità di guida. Ma a partire da Silverstone, il divario da Verstappen è cominciato a crescere (a parte Le Castellet), ampliandosi sempre più. 

Vediamo nel dettaglio:

Sakhir: + 0"240 da Verstappen
Jeddah: Pole - 0"261 su Verstappen
Melbourne: + 0"086 da Verstappen
Imola: + 1"809 da Verstappen (bandiere rosse)
Miami: + 0"045 da Verstappen
Montmelò: +0"347 da Verstappen
Montecarlo: - 0"037 su Verstappen
Baku: - 0"065 su Verstappen
Montreal: incidente in Q2
Silverstone: + 0"561 da Verstappen
Spielberg: + 0"420 da Verstappen
Le Castellet: + 0"159 da Verstappen
Budapest: non superato il Q2
Spa: + 0"807 da Verstappen
Zandvoort: + 0"735 da Verstappen
Monza: + 0"900 da Verstappen

Perez è dunque davanti a una crisi irreversibile? Nessuno si stupisce che le monoposto costruite a Milton Keynes siano realizzate su misura per Verstappen. Ne sanno qualcosa Pierre Gasly ed Alexander Albon, che proprio non si adattavano alla Red Bull e sono stati retrocessi in Alpha Tauri o fermati. Ora a pagarne le conseguenze della politica di Christian Horner ed Helmut Marko è Perez che però, grazie alla sua grande esperienza rispetto alle precedenti seconde guide, in qualche modo riesce a cavarsela in gara portando sempre punti preziosi alla causa e favorendo Verstappen quando necessita. Appare dunque evidente che in Red Bull ci si preoccupi che tutto funzioni al meglio per un solo pilota, l'altro si deve semplicemente adeguare.

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Giovedì 15 Settembre 2022 - Ultimo aggiornamento: 17-09-2022 16:07 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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